QUOTE(ea00220 @ Mar 13 2012, 04:20 PM)

L'mmagine mi piace e mi intriga: uno scatto irreale, un capolavoro dell'assurdo. Fantastico il cane affacciato.
Mi ricorda un De Chirico e mi sta facendo impazzire per capire. Potresti spiegare ?
Grazie
Saluti
Pietro
Ok.. anche se sono maledettamente prolisso ci provo in un "paio" di righe
Intanto il "titolo" della fotografia (sono un appassionato dei titoli, li trovo orgasmici!

) è '
Febo, il cane metafisico' (da un racconto di Malaparte). Tutto nasce dal contesto (location di grande ispirazione) che rimanda alla pittura metafisica - appunto - : "spazi silenziosi, sospesi in una dimensione atemporale". Irreali perchè no, o perlomeno stravolti da una prospettiva inconsueta che contribuisca a farli sembrar tali. Quel fuori/dentro mi ha affascinato da pazzi. Insomma, tutto meraviglioso.. però mancava un legame con l'osservatore (con me in quell'istante, ovviamente).. uno sguardo in camera. Diretto. Che lasciasse spazio ad una lettura introspettiva, ma di non facile interpretazione, enigmatica e
apparentemente quasi
impossibile da decifrare.
Di chi guarda ma non pensa: il cane..! [...] Beh, per il cane ti rimando alle parole di Curzio che esprimono sicuramente meglio di ogni mia eventuale spiegazione ciò quel che quel cane (il mio cane - la mia ragazza è lì che lo tiene ma non si vede-) volevo rappresentasse. Ecco, la mia chiave sta nel titolo (che ho evitato di mettere per lasciare spazio alla libera interpretazione di chiunque avesse voglia di perderci tempo) . Mi serviva un equilibrio (un ponte) fra la "dimensione" artistica e quella concettuale dell'immagine stessa.. questo è quanto, più o meno
Grazie del passaggio Pietro
Alle prossime!
Enrico