QUOTE(Negativodigitale @ Jun 14 2011, 04:11 PM)

Davide, pur nel massimo rispetto di quanto dici, mi trovo in disaccordo.
Il meccanismo del Referendum è un meccanismo per sua natura extraparlamentare,
perchè svolge tutto il suo iter in un alveo che non è quello del Parlamento, e del relativo esercizio della Rappresentanza (parlo del Referendum ad iniziativa popolare).
I costituenti hanno preso atto di ciò ed hanno previsto, a parziale bilanciamento di questo vulnus, un
surrogato, che è quello del quorum. Fu detto: ok, prevediamo che una norma possa essere abrogata senza (ed a prescindere ) dal Parlamento, però stabiliamo che per rendere valido il voto ci voglia comunque una quota di votanti significativa, cioè il 50% + 1 voto. In sostanza, il concetto di rappresentanza è
traslato nel quorum il quale chiede che, appunto, almeno metà + 1 dei cittadini sia "interessata" al quesito referendario.
Da applausi! .
Sì... se lo scopo era rendere praticamente "non abrogabili" le leggi fatte ad hoc su temi che non riguardassero la GRANDE MAGGIORANZA dei cittadini, toccandoli nel portafogli qui e adesso...
Il quorum evita che una lobby relativamente piccola di "proponenti" si faccia il suo Referendum e se lo voti alla chetichella, stante l'attuale sfavore (eufemismo) dei media verso questo tipo di meccanismo elettorale.Aggiungo solo (e non lo dico a te in particolare, per carità ) che l'insofferenza verso il quorum è tipica di chi ha a cuore le questioni da decidere e da votare e teme che gli "ignavi" (o presunti tali)
mandino in vacca il referendum e tutto il resto.
L'esperienza di questi ultimi 40 anni dimostra peraltro che quando la questione era "importante" sul serio, cioè verteva su questioni su cui "il Popolo" aveva capacità ed interessa a decidere, il quorum è stato raggiunto alla grande. L'ultimo esempio è eclatante.
Ciao! Paolo
p.s.: lasciam perdere il sistema elettorale delle Politiche, quella è roba fatta da ...dilettanti.

Ciao Paolo.

Scusa, ma non concordo affatto. Il che non significa certo che io abbia ragione e tu torto o viceversa... probabilmente, partiamo da presupposti diversi e abbiamo scale di priorità diverse (e, forse, gradi di fiducia diversi nelle persone e nelle Istituzioni...). E comunque abbiamo entrambi il diritto di avere opinioni personali...
In particolare, discordo dalla frase che ho evidenziato.
Come ho già accennato
en passant, NESSUNO potrebbe "farsi il suo referendum alla chetichella". Intanto, perché per proporre un referendum occorre raccogliere un dato numero di firme valide (numero che si potrebbe tranquillamente elevare). E poi, anzi soprattutto, perché
per poter indire un referendum occorre:
1) ottenere la dichiarazione di ammissibilità del referendum presso la Corte di Cassazione;
2) raccogliere 500.000 firme valide di di cittadini-elettori, che devono essere validate da una Commissione Parlamentare;
3) Una volta superato tutto questo, la patata bollente passa alla Corte Costituzionale;
4) soltanto dopo aver ottenuto parere favorevole dalla CC il referendum verrà indetto.
A me non sembra un iter così semplice... soprattutto se si portano le firme necessarie a, che so, 5 milioni.

Quindi, hai voglia la "piccola lobby"...

Sarebbe più corretto che "il 50% più uno dei cittadini sia interessato
dalla materia oggetto del quesito referendario". Il disinteresse dei cittadini, sul quale fino a ieri avrei giurato (e che anche oggi, tutto sommato, non mi entusiasma... avrei voluto vedere un'affluenza del 95%! Allora sì che avrei detto che "il quorum è stato raggiunto in maniera eclatante"...), è, mi pare, noto e dimostrato dalla Storia (e una rondine non fa primavera). Ma se a uno non interessa un cavolfiore della sua e dell'altrui vita, questo non rende il quesito referendario meno valido e/o importante.
My two cents, of course.

Ciao,
Davide