Cari amici, ci sono finalmente riuscito

Oggi pomeriggio ho risensibilizzato un foglio (per acquerelli) con il solito ioduro di potassio prima e nitrato d'argento con acido acetico, ho atteso un minuto ed ho sciacquato la carta sotto un sottile getto d'acqua.
Ho quindi esposto con la camera oscura per un minuto !
Ho poi diluito l'acido gallico concentrato 1 a 10 e vi ho aggiunto dell'altro acido acetico (ho ancora la gola che mi pizzica...). Ho cercato di ridurre così, sui due fronti della diluizione e dell'abbassamento del pH l'azione troppo energica dell'acido gallico. La mia intuizione era giusta:
con poche speranze, ho spennellato la soluzione alla luce di sicurezza e...
perbacco! si stava delineando lentamente una immagine. Ma sì, distinguevo i rami dell'abete ed i piani del palazzo di fronte. Ho passato un'altra pennellata di acido gallico. Man mano che l'immagine acquistava intensità, riuscivo a distinguere anche il lampione!.
Ho sciacquato la carta abbondantemente sotto il rubinetto. Poi l'ho immersa in una bacinella con l'iposolfito. Dopo un po' ho acceso la luce, ho continuato ad agitare, quindi ho sciacquato in acqua di rubinetto.
L'immagine non è un gran che, ma è ugualmente un successo. Ho riprovato l'emozione di Talbot quando ha visto per la prima volta prender forma ed intensificarsi l'immagine per la prima volta, al lume della candela in qualche stanza di Lacock Abbey.
Ora si tratta di continuare con le prove per perfezionare il processo, trovando le concentrazioni giuste e la giusta esposizione per poter ottenere delle buone immagini.
Il ritratto non è più un problema, si può restare in posa per un minuto

Un saluto
Enrico

