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davidebaroni
Ciao Enrico! smile.gif
A forza di seguire il tuo thread, mi é venuta voglia di riaprire gli "scatoloni della memoria": quelli delle vecchie foto di famiglia che ho ereditato da mia madre quando lei è morta.
E ci ho trovato dentro una piccola lastra in vetro... dimensione, circa 4 x 6 cm. Rovinata, ma non troppo. L'ho scannerizzata, e questo è il risultato...

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Spero che non ti spiaccia questa piccola invasione... Pensala come un augurio per i tuoi esperimenti con le lastre albuminate. smile.gif

Ciao,
Davide
enrico
Ciao Davide. Certo che non mi dispiace, anzi. Le foto di un tempo hanno sempre un forte fascino. Sono delle meravigliose ed incredibili piccole finestre sul passato.
In questi giorni sono molto impegnato, sia con la scuola che è riiniziata e con essa consigli e riunioni, sia con altri piccoli problemi ed impegni che non mancano mai e ci tengono occupata la mente anche nei pochi momenti liberi. Ma appena ritorno padrone di un po' del mio tempo... in garage c'è un pacco di lastre di vetro pronte a ricevere nuove e diverse emulsioni dry.gif
Un saluto a te ed a tutti i compagni di viaggio
Enrico
enrico
Cari amici,
non sono scomparso. La prossima settimana credo avrò il tempo di sensibilizzare qualche lastra. Intanto sto leggendo un interessante manuale francese dell'800 dal titolo: "Chimica fotografica". E' senza data, ma deve essere piuttosto antico, visto che si ferma al collodio. Vi si dice, a proposito dell'albumina, che le manipolazioni per prepararla e stenderla sul vetro, richiedono grande perizia. Fondamentale è la pulitura del vetro, da fare con tripoli (farina fossile) ed acido nitrico. Un vetro non perfettamente pulito e sgrassato può produrre distacchi dello strato d'albumina. Per ridurre questa evenienza (che conosco bene, anche se ho sempre messo molta cura nello sgrassare con sapone neutro ed alcool le lastre), vi si parla di aggiunta di gomma (arabica?) e di zucchero. Farò delle nuove prove.
Intanto mi sto informando su dove reperire il collodio (se qualcuno sa dove, me lo faccia sapere). Ho qualche timore in merito, derivando esso dal fulmicotone che è un esplosivo.
A presto
Enrico
apeiron
Ciao, Enrico.
Aspetto con interesse le tue prove con il collodio. Ti confesso che ho atteso questo momento, fin da quando ti seguo.
...E così ci hai portato a Scott Archer, a Gustave Le Gray... e... all'istantanea.
guru.gif guru.gif guru.gif
Apeiron
maurizioricceri
coraggio Enrico, siamo in attesa dei tuoi interessantissimi esperimenti.
enrico
Ciao Apeiron, ciao Maurizio.
Che piacere risentirvi!
Apeiron, prima di trovare e provare il collodio passerà qualche tempo. Intanto continuo a perfezionare le mie prove all'albumina. Le galline dovranno sopportarmi ancora per un po' biggrin.gif
Per il collodio potrei farmelo a scuola nel laboratorio di chimica:
cotone idrofilo, acido nitrico o nitrato di potassio ed acido solforico producono il fulmicotone.
Quindi alcool ed etere e prende vita il collodio. Ma la cosa è troppo pericolosa e non ci penso nemmeno. Si tratta di un prodotto altamente incendiabile ed esplosivo.
Per stabilizzare il fulmicotone occorrono procedure ed attrezzature che non possiedo: meglio acquistarlo già pronto. Il collodio veniva un tempo utilizzato in medicina perché produceva sulle ferite una pellicola protettiva. Oggi in farmacia esiste qualcosa di simile e ne ho sentito anche la pubblicità in TV, ma si tratta di tutt'altra composizione, assolutamente inutile per i nostri scopi.
Un abbraccio
Enrico
mauri998
Ehilà! sono proprio contento di risentirti e di vedere che stai già meditando qualcosa di nuovo wink.gif spero che il collodio prima o poi si possa trovare, in bocca al lupo, a presto laugh.gif
enrico
QUOTE(mauri998 @ Oct 16 2007, 03:51 PM) *
Ehilà! sono proprio contento di risentirti e di vedere che stai già meditando qualcosa di nuovo wink.gif spero che il collodio prima o poi si possa trovare, in bocca al lupo, a presto laugh.gif

Ciao,
questa sera preparo della nuova albumina. Questa volta userò soltanto bromuro di potassio per vedere se aumenta la sensibilità come credo. Sul volume che sto leggendo (dell'800!) si parla di sensibilità ai colori e vi si dice che lo ioduro d'argento è sensibile solo al blu, violetto ed ultravioletto. Il bromuro estende la sua sensibilità spettrale anche verso il verde ed un po' verso il giallo e l'arancio. Sarà anche per questo che presenta (a quanto ho molte volte letto) una maggiore sensibilità. Sempre in seguito a questa lettura che mi accompagna la sera (mentre gli altri della famiglia sono incollati alla televisione), mi è venuta voglia di sperimentare la sensibilità ai colori delle emulsioni al cloruro, ioduro e bromuro d'argento, prima di passare alla sensibilizzazione cromatica vera e propria con l'eosina ed altri pigmenti (calcando le orme di Vogel). Vi si parla infatti di alcune esperienze fatte con un prisma che scompone la luce bianca in uno spettro colorato. Segnando a matita i confini visibili di questo spettro su di un foglio di carta sensibilizzata, esposta allo stesso spettro e sviluppata, si può determionarne la sensibilità cromatica. Quello che stupì i primi sperimentatori fu che la carta si anneriva fortemente anche nella regione al di là del violetto, dove l'occhio non percepisce nulla.
Mi sembra un altro esperimento interessante ed affascinante da ripetere. Dovrò procurarmi un prisma di vetro e costruire uno spettrometro.
Sto intanto continuando la ricerca del collodio.
L'albumina per sua natura produce basse sensibilità, qualunque sia l'alogenuro con il quale è addizionata. Ho constatato di persona la cosa. Con la carta mi è stata sufficiente la posa di alcuni secondi per ottenere una buona densità d'immagine; con l'albumina sono dovuto tornare a misurare l'esposizione in minuti. So che con il collodio potrò mirare all'istantanea.
A presto
Enrico
enrico
Clicca per vedere gli allegatiHo appena preparato l'albumina, aggiungendo a due chiare d'uovo 20 gocce di una soluzione satura di bromuro di potassio. Poi ho rimesso in funzione il trapano per montarle a neve dry.gif
Ora il tutto deve riposare per 24 ore. Vi tengo aggiornati.
Enrico
enrico
Questa sera ho preparato due lastre con albumina bromurata.
Ho curato con grande attenzione la pulizia dei vetri, lavandoli prima con un detersivo del commercio, sciacquandoli abbondantemente ed immergendoli poi in acqua alla quale ho aggiunto dell'ammoniaca, facendo seguire un ultimo abbondante lavaggio in acqua corrente.
Ho utilizzato per la prima volta i piani in compensato a viti calanti. Ora l'orizzontalità e l'uniformità dello strato di emulsione dovrebbero essere perfetti.
All'albumina rimasta, ho aggiunto della gomma arabica, così come ho letto nel libro "Chimie photographique". Dovrebbe diminuire la fessurazione dell'albumina. La utilizzerò domani per preparare una terza lastra. Staremo a vedere.
A presto
Enrico
enrico
Cari amici,
ho trovato il collodio! Pollice.gif
Ho inviato una e-mail ad una grossa ditta farmaceutica che mi ha immediatamente risposto. La confezione minima è di 1000 ml: c'è da scattare per una vita... Nadar, aspettami.
Intanto posso dirvi che le due lastre all'albumina sono secche e non c'è quasi traccia di screpolature.
Un saluto
Enrico
mauri998
Grande!!! wink.gif

A questo punto direi che siamo a cavallo biggrin.gif
a presto, Ciaooo
danighost
Ottimo, non è un eureka, ma ci siamo vicini. biggrin.gif

Aspettiamo gli sviluppi.
enrico
Ho sensibilizzato le lastre. per la verità volevo sensibilizzarne una sola.
Quando ho immerso la prima nel bagno di nitrato, dopo un po' sono ricomparse le sfogliature ed anche in misura notevole. Non ho scaldato l'emulsione prima per farla coagulare, visto che nei testi dell'epoca si dice che lo fa il bagno di nitrato d'argento.
Deluso dalla prima, ho deciso di sensibilizzare una seconda lastra che ho scaldato sulla fiamma del gas. L'effetto è stato anche qui una notevole sfogliatura. L'ho sensibilizzata ugualmente.
Ho preso poi la terza ed ultima lastra, quella cui avevo aggiunto un po' di gomma arabica. L'ho immersa direttamente nel bagno di nitrato d'argento senza sottoporla all'effetto del calore.
Il risultato è buono. Salvo una leggera sfogliatura ad un lato, il resto è rimasto compatto.
Userò le prime due per determinare il tempo di posa (è una giornata nuvolosa qui ad Avezzano).
Nella prima lastra, lo sfogliamento non si è prodotto su di un lato dove, nonostante l'accurato livellamento del vetro, lo spessore era minore. Proverò ad albuminare qualche altro vetro ed a farne scolare l'eccesso, così come è descritto nel testo dell'800.
A presto
Enrico
zico53
Sono stupefatto dal lavoro che stai facendo; alla fine qualcuno dovrebe darti una laurea onoris causa, oppure meglio ancora, un premio nobel per la pazienza. Sei un genio!
enrico
Cari amici,
purtroppo questa volta fumata nera.
Ho esposto la prima lastra per otto minuti ma, sottoposta all'azione dello sviluppo, non c'è stato il minimo annerimento. Allora ho ripetuto l'esposizione di quella "buona" per 10 minuti (in precedenza, le lastre allo ioduro davano una esposizione corretta in 5 minuti in pieno sole). Ma anche dopo mezz'ora di sviluppo, non è comparso nulla, anche se avevo aggiunto al bagno dell'acido gallico fresco e qualche goccia di nitrato d'argento ed acido acetico.
Probabilmente dipenderà dal fatto che non ho utilizzato ioduro di potassio ma solo bromuro. Anche se la cosa mi appare strana, visto che le lastre alla gelatina sono al bromuro ed hanno una sensibilità maggiore. Forse la differenza è nell'interazione con l'albumina che si comporta in maniera diversa dalla gelatina? In tutte le formule relative all'albumina ho infatti sempre trovato lo ioduro ed una piccola percentuale di bromuro in veste di ritardante.
Quanto prima ritenterò con lo ioduro. A ben pensarci, gli insuccessi sono tali solo parzialmente. I dati che se ne ricavano permettono di aggiustare il tiro.
D'altra parte non abbandonerò l'albumina se non dopo aver ottenuto risultati più che buoni. Intanto mi attivo per ordinare il collodio.
Un saluto
Enrico
mauri998
Dai dai solo provando si può arrivare alla perfezione! I piccoli insuccessi fanno parte della pratica e servono a capire la via giusta smile.gif
Oltre tutto il tempo di oggi non è un granchè mi sa unsure.gif tienici aggiornati! CIAO cool.gif
enrico
QUOTE(zico53 @ Oct 21 2007, 01:49 PM) *
Sono stupefatto dal lavoro che stai facendo; alla fine qualcuno dovrebe darti una laurea onoris causa, oppure meglio ancora, un premio nobel per la pazienza. Sei un genio!

Ciao Zico, ciao Mauri.
E sì, di pazienza ce ne vuole. Il "trucco" è nella passione, nel non farsi scoraggiare dagli insuccessi e nell'avere fiducia in se stessi smile.gif
Ma la soddisfazione che si prova di fronte ad un risultato positivo, ripaga di tutto.
E poi, questo tornare al passato credo non abbia prezzo. Significa per me riscoprire veramente l'essenza della fotografia.
Buona domenica
Enrico
zico53
QUOTE(enrico @ Oct 21 2007, 02:33 PM) *
Ciao Zico, ciao Mauri.
E sì, di pazienza ce ne vuole. Il "trucco" è nella passione, nel non farsi scoraggiare dagli insuccessi e nell'avere fiducia in se stessi smile.gif
Ma la soddisfazione che si prova di fronte ad un risultato positivo, ripaga di tutto.
E poi, questo tornare al passato credo non abbia prezzo. Significa per me riscoprire veramente l'essenza della fotografia.
Buona domenica
Enrico


Apposta ho detto che sei un genio!!!
enrico
Cari amici,
ho appena ordinato il collodio. Dovrebbe arrivare fra un paio di settimane. Lo metterò da parte per utilizzarlo a conclusione delle prove sull'albumina.
Buona giornata.
Enrico
enrico
Cari amici,
abbiate pazienza, il collodio non è ancora arrivato.
Questa sera preparerò dell'albumina fotografica per sensibilizzare qualche altra lastra, ritornando alla formulazione che mi aveva dato buoni risultati ed aggiungendo qualche goccia di ammoniaca che dovrebbe favorire una stesa regolare e conservarla più a lungo.
Infatti, anche quando l'attività pratica è temporaneamente sospesa, impiego il tempo libero nella lettura di manuali d'epoca. Oltre alla ricerca di altre notizie sui procedimenti all'albumina, mi sto documentando sul collodio. le "ricette" sono molte, spesso ogni fotografo personalizzava il metodo.
Ho letto che lo ioduro di potassio (da sciogliere nel collodio prima della stesa su vetro) può dare qualche problema perchè, essendo insolubile in alcool ed etere (il collodio è nitrato di cellulosa sciolto in alcool ed etere), va usata dell'acqua. E l'acqua potrebbe creare qualche problema. E' preferibile usare lo ioduro d'ammonio o di cadmio. Vuol dire che inizierò provando con lo ioduro di potassio di cui ho una confezione quasi intera, e poi mi procurerò dello ioduro d'ammonio.
La preparazione di una lastra al collodio, la sua sensibilizzazione, esposizione e sviluppo, deve avvenire in meno di un'ora perché, una volta che la pellicola si è essiccata, diviene impermeabile ai bagni.
Nel passato si è cercato di superare questo inconveniente, con diversi metodi, fra cui anche quello di stendere sul collodio del miele o della melassa: le lastre erano diventate quasi commestibili biggrin.gif
Comincerò con il collodio umido e, per fotografare lontano da casa, dovrò inventarmi qualcosa, tipo una camera oscura portatile per la sensibilizzazione della lastra ed il suo sviluppo. I pionieri si portavano delle tende dietro ed i fotografi di guerra seguivano le truppe con carri appositamente attrezzati.
Ho però trovato una ricetta per il collodio "secco" che fa uso del tannino. Chederò al mio negozio di chimica di procurarmelo.
A presto
Enrico
enrico
Cari amici,
eccomi di nuovo a rituffarmi nell'ottocento. Ho appena preparato l'albumina, aggiungendo a due chiare d'uova 20 gocce di una soluzione satura di ioduro di potassio, 4 di una di bromuro, tre di una soluzione 0,5 M di cloruro e 4 gocce di ammoniaca. Ho sbattuto a neve il tutto con la solita "forchetta" di legno montata sul trapano per circa 5 minuti ed ora la soluzione è a riposare.
Intanto ho immerso in una bacinella con acqua e detersivo, 2 lastre di vetro liscie e due smerigliate (preferite da Gustave Le Gray per la loro maggiore aderenza) tenute separate da distanziatori di cartone.
Vado a leggere, visto che in Tv non c'è gran che.
A presto
Enrico
enrico
Cari amici,
nell'attesa dell'arrivo del collodio e dell'essiccazione delle lastre all'albumina

(fidandomi di quanto letto, e cioè che il bagno di nitrato d'argento provoca la coagulazione dell'albumina quanto il calore, ho dovuto ripreparare le tre lastre, perchè il distacco dello strato mi ha convinto a riseguire la procedura di Gustave Le Gray),

mi è venuta voglia, considerata anche la splendida giornata, di tornare agli inizi della mia sperimentazione, cioé all'annerimento diretto. Ho così eseguito un "disegno fotogenico", che Talbot chiamò poi "Calotipi" solo da quando iniziò a sviluppare le sue prove con l'acido gallico. Dopo una esposizione di due ore precise, ecco il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Mi sento così un po' meno in colpa per le lunghe attese che ultimamente vi costringo, non per mia volontà, a subire.
A presto
Enrico
perrins
QUOTE(enrico @ Nov 8 2007, 02:49 PM) *
Mi sento così un po' meno in colpa per le lunghe attese che ultimamente vi costringo, non per mia volontà, a subire.


Ti seguiamo sempre, certi dei tuoi successi
enrico
Ciao Pietro,
oggi ho esposto una lastra all'albumina. Sono andato da mio fratello da dove c'è una bella vista sul monte Velino (il terzo dell'Appennino in ordine di altezza dopo il Gran Sasso e la Maiella), con l'intenzione di riprenderlo. Il cielo però si è fatto scuro di nuvole. Ho allora rivolto l'obiettivo verso i palazzi di fronte, ripromettendomi di ripetere la ripresa con condizioni di luce migliori. Visto il cielo coperto, ho esposto per 20 minuti. L'immagine ha iniziato a rendersi visibile nell'acido gallico, dopo una quindicina di minuti, quando avevo ormai perso la speranza. Dopo quasi un'ora l'annerimento era soddisfacente e si vedevano tutti i particolari con grande nitidezza.
Ho sciacquato la lastra e l'ho immersa nel fissaggio che avevo preparato di fresco. Purtroppo l'immagine ha iniziato a sbiadire. L'ho tolta dal fissaggio, ma ormai era tardi. Devo usarlo più diluito.
In compenso però questa volta l'albumina non si è sfaldata affatto e questo è un buon risultato. Questa volta, dopo averla versata sulla lastra, l'ho fatta scolare per bene e questo ha comportato la formazione di uno strato sottile ed uniforme. L'ho poi fatta coagulare lentamente di fronte al fuoco del caminetto. Credo di essere arrivato finalmente alla giusta procedura di preparazione.
Ho altre due lastre. le userò quando ci sarà la luce piena del sole.
Un saluto
Enrico

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Da un negativo così leggero, il meglio che ho potuto tirar fuori è questo positivo.

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mauri998
mh, direi un ottimo risultato! considerando la giornata nuvolosa ed il fissaggio poco diluito è venuta benissimo; la lastra mi sembra molto buona nella sua struttura rolleyes.gif

con una bella giornata di sole vedrai che si otterranno foto bellissime wink.gif

alla prossima CIAO!
enrico
Ciao Mauri.
Cari amici, è arrivato il collodio!

IPB Immagine
perrins
QUOTE(enrico @ Nov 13 2007, 10:10 AM) *
Ciao Mauri.
Cari amici, è arrivato il collodio!


non ci resta che attendere il prossimo "eureka" !
enrico
Ciao Pietro,
questa mattina c'era un bel sole ed il Velino era completamente innevato. Ho sensibilizzato la seconda lastra iodurata ed ho esposto per 20 minuti, un bel po' considerate le mie precedenti prove e le condizioni di luce. Temevo di aver sovraesposto ed invece l'immagine, nell'acido gallico preparato di fresco, ha messo molto tempo a comparire ed è rimasta leggera. Non l'ho nemmeno immersa nel fissaggio ma l'ho solo risciacquata abbondantemente.
La reticolatura macroscopica delle precedenti lastre è scomparsa, ma l'immagine appare molto irregolare. E la cosa non dipende da una cattiva agitazione. In primo piano c'era una lunga fila di cipressi, ma la lastra li ha riprodotti in modo molto parziale. Colpa dello strato di albumina troppo sottile, visto che dopo averla stesa l'ho fatta scolare? Ho semplicemente seguito la procedura descritta nel testo "Chimie photographique". Forse è passato troppo tempo dalla stesa? Colpa dell'aggiunta di ammoniaca?
E' molto difficile trovare la giusta via e forse è per questo che si è passati al collodio umido smile.gif (cosa che farò presto anch'io), pur se bisogna preparare la lastra, sensibilizzarla, esporla e svilupparla in meno di un'ora, cosa che costringeva i fotografi a portarsi dietro la camera oscura ed i prodotti chimici. Ma non abbandonerò l'albumina fin quando non otterrò dei risultati sodisfacenti e costanti.
A presto
Enrico

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danighost
Non sono degli eureka, ma ci siamo vicino.
perrins
Direi che anche i risultati con l'albumina stanno costantemente migliorando! smile.gif
non si notano più screpolature ed eccessivi contrasti

Aspettiamo sorprese
mauri998
Ciao Enrico! A costo di ripetermi, complimenti per l'ennesimo bel risultato wink.gif Sono d'accordo quando dici di continuare con l'albumina fino ad ottenere dei risultati soddisfacenti e costanti, penso che sia il modo migliore per affinare la tecnica.
E poi finalmente è arrivato il collodio! Pollice.gif

A presto, CIAO
enrico
Ciao Danigost, Pietro e Mauri,
grazie della vostra presenza. Ho appena acquistato etere ed alcool per diluire il collodio.
A presto le prime prove. proseguo certamente con l'albumina.
Enrico
enrico
Cari amici,
ho trovato e pulito una bottiglietta di piccola capacità dove iniziare a preparare il collodio "fotografico" ed ora è ad asciugare. Intanto ho esposto per 40 minuti una lastra all'albumina. E' vero che il cielo è nuvoloso, ma 40 minuti sono quasi una esposizione per l'annerimento diretto. Ho immerso la lastra nella soluzione di acido gallico, ma è rimasta, anche dopo diversi minuti, senza alcun annerimento visibile. E' strano questo improvviso mancato apparire dell'immagine, dopo una serie di esposizioni riuscite bene se non per quella fastidiosa reticolatura. Mi è venuto allora un dubbio: non è che è la soluzione madre di acido gallico, quella che utilizzo per preparare la soluzione fresca di lavoro, ad aver perso il suo vigore? Il dubbio è fondato, trattandosi di un composto organico e quindi soggetto ad alterarsi, specie se in soluzione acquosa. A dire il vero sono molti mesi che l'ho preparata. Mi sono deciso a rifarla di nuovo a partire dall'acido gallico in polvere. Intanto, visto che dovevo buttarla, l'ho versata nella vaschetta con la lastra. Chissà, ho pensato, che aumentandone la concentrazione non venga fuori qualcosa? In effetti, pur se molto lentamente, qualcosa sta iniziando a venir fuori.
Credo proprio che gli ultimi insuccessi siano dovuti alla perdita di attività della vecchia soluzione. Meno male che ci ho pensato, altrimenti un eventuale insuccesso con il collodio a che lo avrei attribuito?
Vi farò sapere.
Buona luce
Enrico
marcelus
QUOTE(enrico @ Nov 22 2007, 11:27 AM) *
.............Vi farò sapere...............




ansiosi, come sempre, di sapere guru.gif
enrico
Cari amici,
ecco la lastra all'albumina. Si vede che il negativo è leggero e gli annerimenti non sono pieni, credo proprio a causa dello sviluppo esaurito, come ho detto in precedenza. La permanenza nello sviluppo si è protratta per circa un'ora. Tutto questo ha causato anche la visibilità di quei disegni e strie di essiccamento dell'albumina che altrimenti non si sarebbero visti. Unica nota positiva è che l'albumina non si reticola più:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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E' il palazzo di fronte casa, già ripreso con esiti migliori, dove si vede l'impalcatura che è servita per i lavori di rifacimento della tinteggiatura della facciata.
Un saluto ed a presto... con il collodio wink.gif
Enrico
zico53
Direi che questo già è un risultato stupefacente; avanti tutta Enrico.
enrico
Grazie Marcelus, grazie Zico!
Enrico
enrico
Cari amici, vi tengo aggiornati.
Ho appena preparato il collodio.
Ho sciolto in mezzo ml di acqua distillata un grammo di ioduro di potassio ed un decigrammo di bromuro di potassio. Ho versato la soluzione nel cilindro graduato, aggiungendovi 20 ml di alcool etilico a 95°. Ho quindi aggiunto 40 ml di etere. Si è formata subito una sospensione lattescente, stratificata al di sopra di quella inferiore che è rimasta limpida. Ho poi aggiunto al tutto 40 ml di collodio al 5%, molto viscoso, versando il tutto in una boccetta di vetro scuro. Ora dovrà riposare per 48 ore.
Ho avuto un po' da fare per eliminare dall'imbuto di vetro e dal cilindro la pellicola di collodio che vi era rimasta aderente. Per ora questi 100 ml di collodio fotografico mi bastano per parecchie esposizioni. In futuro credo che, per evitare di imbrattare la vetreria, segnerò la boccetta a diverse altezze, corrispondenti ai volumi delle diverse sostanze da mescolare. dry.gif
A presto
Enrico
mauri998
Grande! vedo che i lavori fervono più che mai wink.gif L'ultima esposizione non è niente male, chissa come sarebbe stata se la soluzione di acido gallico non si fosse "indebolita"..............praticamente perfetta, o quasi!
Ormai sei diventato un professionista Pollice.gif sono ansioso di vedere in azione il collodio rolleyes.gif

Ciao!
maxiclimb
Ti seguo sempre con attenzione Enrico, e adesso attendo curioso la prova con il collodio.
Al prossimo eureka! wink.gif
danighost
Fortuna che ti è venuto in mente che sarebbe potuto essere l'acido gallico.
Direi che ti stai stabilizzando con i risultati.

Aspettimo il collodio, ma anche l'albumina vedo che dà dei buoni risultati.
enrico
Ciao amici,
grazie per la vostra presenza.
Si, l'albumina mi consentirà di spostarmi da casa e fotografare qualche paesaggio, qualche chiesetta di montagna, in maniera da seguire le orme dei pionieri, oltre che nella tecnica, anche nel gusto e negli stili. Con il collodio umido, per far questo, dovrei attrezzarmi una camera oscura portatile, magari nel portabagagli dell'auto.
Durante la sperimentazione con il collodio, dopo l'acido gallico, proverò con il solfato di ferro che era lo sviluppo elettivo per questa tecnica. Oltretutto il solfato di ferro è molto più economico perché si trova a poche lire nei negozi dei fiorai.
Un saluto
Enrico
mauri998
Sempre in fermento pronto con nuove idee questa si che è passione! Pollice.gif
enrico
Non sono scomparso. A breve la prima prova con il collodio.
Enrico
enrico
Cari amici: EUREKA!
Questa mattina, dopo aver pulito dalla neve l'auto mia e di mia moglie, ho accompagnato le figlie a scuola e mi sono recato al lavoro. Il parcheggio della mia scuola era quasi vuoto. Ho pensato ad un'assenza collettiva causa neve, ma poi mi sono ricordato che oggi c'è l'assemblea d'istituto. Avevo una mattinata intera di libertà! Comprato il pane e passato in libreria a ritirare "Alle origini del fotografico", un libro su "Pencil of nature" di Talbot appena arrivato, sono tornato a casa.
Era il momento buono per la prima prova al collodio.
Ho pulito una lastra di vetro (devo tornare dal vetraio, me ne è rimasta solo un'altra) e, indossati i guanti di lattice, ho versato un po' di collodio su di un angolo, inclinandola per farlo stendere su tutta la superficie. Sapevo già che avrei avuto bisogno di un po' di pratica perché l'operazione non è facile ed occorre raggiungere una certa manualità. Infatti ne ho versato troppo poco ed ho dovuto aggiungerne dell'altro, cosa che è da evitare, perchè impedisce la formazione di uno strato uniforme.
Ho fatto passare un minuto e, giudicando "a naso" che il rapprendimento del collodio fosse buono, mi sono chiuso in camera oscura ed ho immerso la lastra nella soluzione di nitrato d'argento per sensibilizzarla. Si è subito formato uno strato lattescente, segno dell'avvenuta reazione di precipitazione. Dopo un minuto, l'ho posta a scolare. Quindi l'ho sistemata nello chassis. Non va sciacquata in acqua. Le lastre al collodio umido vanno esposte e sviluppate immediatamente, prima che il loro completo essiccamento le renda impermeabili ai bagni. Mi sono precipitato sul terrazzo del piano-notte ed ho puntato la mia camera obscura sul palazzo di fronte (che ormai conoscete bene), nuovo di tinteggiatura e privo dei ponteggi. Il cielo è nuvoloso, ma il riflesso della neve crea una luce uniforme e sufficientemente intensa. Sempre "a naso" ho giudicato buona una posa di 40 secondi (poi aggiusterò il tiro, pensavo mentre ero con l'occhio al cronometro e con il copriobiettivo in mano).
Trascorso il tempo, giù a sviluppare. In una manciata di secondi, nello sviluppo fresco all'acido gallico è comparsa l'immagine, netta, nitida. Si vedevano chiaramente anche i bidoni di vernice lasciati dagli operai. Mentre attendevo che l'annerimento giungesse al punto giusto, pensavo al fissaggio ed al timore che potesse ripetersi lo sbiadimento dell'immagine così come mi era capitato con l'albumina. Invece tutto è andato bene anche nel fissaggio. Solo in qualche punto periferico il bianco degli alogenuri non è scomparso completamente. Collodio già impermeabile?
Ora la lastra è ad asciugare. In giornata vi mostro il risultato.
Quanto è diverso leggere un libro di storia della fotografia dal riviverne gli eventi!
Credo che per imparare, occorra fare. Un esempio. Ho acquistato da qualche giorno il "Dizionario di fotografia" della Rizzoli, in vendita scontato al 50%. E' un buon testo, sintetico, sulla fotografia, traduzione dell'omonimo francese edito dalla Larousse, cui hanno collaborato firme importanti.
Alla voce "Collodio umido" leggo:

"...Nonostante numerosi inconvenienti: il peso e la fragilità del vetro, la difficoltà di applicare il collodio nell'oscurità e di sviluppare la lastra prima che sia asciutta, l'obbligo di trasportare una camera oscura portatile, i prodotti chimici e l'apparecchio stesso, i vantaggi di questo procedimento sono tali che compensano la difficoltà dell'operazione. La finezza della grana e la lucentezza dei bianchi permettono di ottenere una grande precisione nei dettagli e una vasta gamma di tonalità, caratteristiche che ritrattisti come Nadar e Carjat hanno saputo utilizzare al meglio".

Ora, non è vero che il collodio va applicato al buio. Si applica in luce piena perchè lo ioduro (di potassio o di cadmio) che vi si discioglie, non è assolutamente sensibile alla luce. Lo è lo ioduro d'argento che si forma in seguito all'immersione, questa sì al buio, nel nitrato d'argento.

A più tardi
Enrico
enrico
Eccola.
credevo meglio in camera oscura. Ma è solo una prima prova smile.gif . Devo imparare a stendere bene l'emulsione. Il negativo, oltre a non essere uniforme, è leggero. Si vede che ho sopravvalutato la luminosità della scena.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
enrico
A tutti i miei compagni di viaggio sulla carrozza del tempo smile.gif

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
danighost
E vai Enrico.
mauri998
Ottimo risultato!!! Pollice.gif

Decisamente ben augurante per il futuro, la pratica porta alla perfezione wink.gif

TANTI AUGURI DI BUONE FESTE ANCHE A TE smile.gif

Ciaoooooooooo
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