UNA VACANZA ALLE MALDIVE
Partenza, in aeroporto.
IO (UOMO): valigia misura media a malapena supportata da un piccolo marsupio a tracolla.
VOI (DONNE): 6 borsoni formato Standa ripieni di bombolette spray, saponi, matite, cremine, limette, fazzoletti, assorbenti, asciugacapelli, materassino, ombrellone, ventilatore, unguento dopo-sole, primo-sole, ultimo-sole, docciaschiuma, set da deforestazione gambe-ascelle-inguine, pinzette, terriccio per fanghi, smalti imbrillantinati monocromatici fosforescenti, lozioni, guardaroba estivo e autunno-inverno (si sa mai che viene a piovere), bottiglie d'acqua "Vitasnella" (formato da 2 litri), cracker alla soglia, barattoli di crusca, purganti.
Dopo un'ora di attesa all'aeroporto, saliamo finalmente a bordo: io prendo la scala mobile per i passeggeri, voi quella per la manuntezione del carrello della ruota anteriore dell'aereo e passate tutto il viaggio all'aria aperta in compagnia di gabbiani e piccioni viaggiatori che vi scagazzano in faccia contenti come una pasqua. Ma va là che l'esperienza insegna, andrà meglio il volo di ritorno.
Primo giorno, in albergo.
IO: sistemo la valigia nell'armadio, vado in bagno a fare pipì, mi metto il costume e dopo 15 minuti sto già correndo verso la spiaggia infestata da belle gnocche.
VOI: avete due brutte occhiaie da fuso orario e dedicate 1 ora e 35 minuti al restauro del viso, disfate i 6 borsoni e riponete la quantità industriale di cianfrusaglie in meticoloso ordine
alfabetico dentro l'unico e striminzito armadio della stanza d'albergo (rassegnatevi, gli altri 5 borsoni sono destinati a rimanere parcheggiati in corridoio: la nostra è una suite, mica un supermercato!): 45 minuti e rotti di crisi isterica e vi si sfascia il trucco.
Seconda capatina in bagno: restauro del restauro, cacatina stitica da disambientamento, sfilata di costumi: non ve ne sta bene uno, o troppo stretto o troppo largo o fuori moda,
in quelle condizioni non vi azzarderete mai a venire in spiaggia, così decidete seduta stante di fare una capatina di 5 ore nel vicino negozio di articoli da mare.
Nel frattempo vi viene fame (da stress) e vi ricordate di quei golosi cracker di soia sepolti sotto 14 chili di vestiti e oggetti domestici e fate di nuovo un salto in camera.
Uff! Mangiato troppo di fretta: con una panza così tesa, impensabile andare in spiaggia, dovete berci sopra un pò d'acqua.
Finalmente ve ne uscite in direzione mare, dove io sto già crepitando come una pannocchia al sole, ma in quella la vescica gonfia vi ricorda che avete bevuto troppo e di fretta, meglio tornare in bagno per decomprimere il sistema idraulico.
Ora che vi siete rilassate a dovere sarà già buio e io me ne starò sotto la doccia, abbronzato come un bronzo di Riace e pregustando una cena a base di frutti tropicali.
Va là che è passato solo un giorno e ce ne aspettano ancora tanti.
Secondo giorno, in spiaggia.
IO: occhiali da sole tipo Rayban, muscoli guizzanti color ambra e numerosi occhi femminili piantati sul rispettabile rigonfiamento del costume.
Praticamente un adone da oscar.
VOI: occhiali da sole stile "Sandra Mondaini" per nascondere le occhiaie del giorno prima, pelle sciatta e giallastra da ritenzione di acqua oligominerale e occhiatacce maschili puntate sul quel buffo rigonfiamento al basso ventre da fermentazione gassosa (colpa della soia?).
Praticamente una discarica.
ANCORA IO: dopo aver sistemato l'asciugamano sullo sdraio mi faccio un tuffo in quelle acque cristalline, tra salti carpiati e instancabili nuotate in stile dorso, rana e delfino, mentre lo sguardo ammirato di innumerevoli fanciulle illibate non si stacca un solo istante da quelle sbracciate portentose.
SEMPRE VOI: indossato un buffo fazzoletto in testa e tirate fuori dall'ingombrante borsone color lillà riviste impegnate come "Salute & Benessere", "Novella 2000" e "Gioia", vi sdraiate a prendere il sole non prima di esservi cosparse pure di una puzzolente e viscida crema abbronzante (che non serve a niente ma dona quella certa lucentezza alla pelle che non guasta).
Tempo di dare una sbirciatina alle foto in copertina, cominciate a sbadigliare come un ippopotamo con tanto di lacrimoni formato famiglia "sarà sto mattone di sole", vi dite, e inforcati gli occhialini parasole, precipitate in un sonno profondo senza sogni ma intervallato da ragli sonori fino a sera (e poi dicono che le donne non russano!).
Inutile invitarvi a cena, ora del tramonto sarò circondato da focose spasimanti, molto meglio per voi prendere una pillola lassativa, mangiare una mela e andarvi a riposare: quel brutto
eritema di terzo grado sul seno e sulla fronte non ci azzeccano granchè con lo striminzito toppino rosa acquistato da voi il pomeriggio precedente.
Terzo giorno.
IO: la mattina me ne rimango in camera a smaltire i bagordi della sera prima, con il corpo statuario martoriato di rossetti in ognidove. Più tardi, se non verrò assalito di nuovo da quella mandria di pischelle in calore, vedrò di fare una capatina in spiaggia.
VOI: la sera prima avete sbagliato pillola, invece della purga avete preso quella per la dissenteria (colpa della stanchezza) e vi ritrovate con un macigno incagliato nel colon:
sembrate incinta di 12 mesi. Raggiunta la spiaggia al sorgere del sole, scavate una buca profonda sul bagnasciuga e vi ci sdraiate a pancia sotto: così non se ne accorgerà nessuno e potrete pareggiare l'abbronzatura del giorno prima: quando vi ci mettete siete quasi geniali.
Mezz'ora dopo un simpatico gruppetto di sbarbatelli juventini (è proprio vero: gli italiani si incontrano dappertutto!) inizia a giocare a pallone sollevando un'inopportuna tempesta di
sabbia.
Non ci voleva, vi insozzeranno i capelli lavati in albergo!!!
Ma va là che non potete muovervi, con quella trippa da osteria che vi ritrovate diventereste lo zimbello dell'isola.
Sputazzando sabbia e ingoiando rospi, non vi rimane che fingere di dormirci sopra fino a notte fonda.
Ora che prendete la via del ritorno, io starò già flirtando con 36 fanciulle (e 6 litri di Martini Bianco) al ritmo di samba nella vicina discoteca "Vamos a la Mayala": impossibile vederci fino all'indomani mattina.
Quarto giorno.
E' spuntato il sole ma IO non sono ancora rientrato, va a sapere quali sconcerie sto ancora mettendo in atto in qualche brulla fratta dell'isola.
Meglio per VOI, se vi vedessi ridotte a un tacchino fumante quale siete dopo l'abbrustolita di ieri, vomiterei tutti e 6 i Martini seduta stante.
Vi impomatate tutte di unguento da capo a piedi che la pelle scotta ancora come un tegame, prendete uno sciroppo per i bruciori di stomaco (la sera prima non avete mangiato niente dalla rabbia), un cachè per il feroce malditesta da insolazione e vi ributtate sul letto nella più completa penombra per tutto il pomeriggio.
Più tardi finirete di mangiare i cracker o forse ordinerete un tramezzino al bar dell'albergo: prosciutto cotto e uova sode andrà benissimo, avete bisogno di rimettervi in forze (non come me che a fine serata sto ancora a zonzo circondato di pulzelle).
Quinto giorno.
Al vostro risveglio, un'apparizione celestiale: sono IO in bermuda blu e arancio (rigorosamente firmati), occhiali Versace inforcati sulla testa (gradito regalo di una spasimante soddisfatta), dente di squalo appeso al collo che ciondola lieve sui poderosi pettorali e un sorriso Durbans che ammalierebbe pure Miss Universo.
"Dove vai?", biascicate con la bocca ancora impastata dal sonno.
"Sorpresaaaaa! Ho prenotato una romantica gita in barca intorno alla barriera corallina con buffet di pesce e sangria!"
"Ohhh...ma è meraviglioso!"
"Sì, infatti tornerò tardi, per cui non aspettarmi: ho 7 bambolone che mi aspettano di sotto e sono già in ritardo...ciao!"
Poco male.
Lo specchio che state fissando dopo esservi faticosamente alzate dal letto, non vi dice nulla di buono: avete dormito tutto il tempo con il muso sul cuscino e vi è rimasta una buffa piega della federa tatuata sulla faccia. Per non parlare dei capelli, nel coma del giorno prima vi siete dimenticate di lavarli e ora sembrate una duna del Sahara battuta dal vento....quei calciatori della domenica!
E poi cos'è quel cupo borbottio in zona cesarini? State a vedere che le uova del tramezzino erano guaste!
Manco a dirlo: 9 sedute e altrettanti sciacquoni dopo, lasciate finalmente il bagno (non prima di aver spalancato la finestra e aver generosamente spruzzato dose massiccia di deodorante), vi infilate il costume, gli occhialoni alla Mondaini (ste occhiaie sembrano aver fatto il nido!), afferrate quel buffo borsone lillà e vi recate miracolosamente in spiaggia.
Deserta: sono andati tutti in gita sul mare a festeggiare tra macarene e tuffi in acqua.
Poco male, nessuno vedrà quella grossa crosta color ciliegia sulla schiena che vi ha lasciato l'eritema...ai voglia a mettere pomate!
Dopo un pomeriggio di sole passato all'ombra di una palma e un meritato relax, rientrate in albergo pregustando una cena solitaria al pittoresco ristorantino adiancente: il "Pigna Colada".
Peccato che sia chiuso.
Sono in gita pure loro, chi credete stia servendo il buffet di pesce sulla barca?
Non vi resta che tornare in camera, finire i cracker e andare a letto, ripentendovi mentalmente lo stupido ritornello "poteva andar peggio...poteva andar peggio...".
Sesto giorno.
IO: pelle distesa e invidiabilmente dorata, sguardo profondo e sicuro, muscoli rilassati ma tonici, sto facendo colazione al tavolo davanti a un vassoio di meringhe e bomboli alla crema
(meritato regalo di un'altra spasimante, vatti a ricordare il nome, per l'olimpico dispendio di energie a cui mi ha costretto la sera prima). Pronto e operativo per l'ennesima giornata di
mare e di gloria.
VOI: vi alzate doloranti, mi buttate un'occhiataccia invidiosa, andate in bagno, vi specchiate poco convinte e...caspita, siete in formissima!!!
Giorni di cure e riposo vi hanno giovato: non una ruga sul viso, le occhiaie solo un ricordo, gli occhioni risplendono e la pancia piatta come il mare in una giornata senza vento.
Persino le macchie delle ustioni sembrano scomparse nel nulla.
Non vedete l'ora di mettere il costume più sexy della collezione (quello che per tutta la settimana avete dimenticato dentro il borsone numero 4 credendo di averlo lasciato a casa), di fare una colazione leggera e correre in spiaggia a mettere in mostra tutto il vostro sex-appeal: glielo farete vedere voi al quel branco di isolani sfigati chi siete, tzè!
Infatti non fate a tempo a scendere nella Hall dell'albergo che si scatena un diluvio monsonico come non se n'erano mai visti prima.
Che sfiga, proprio l'ultimo giorno!
Tornate in camera, cercate invano di convincermi a giocare a carte per ammazzare il tempo, ma c'è una bella morona, una certa Anobel, a cui ho promesso una romantica passeggiata sotto la pioggia (ad asciugarmi, dopo, ha detto che ci pensa lei) e, in fondo poverina, glielo devo: è l'unica ragazza dell'isola con cui non sono stato, non posso essere così cattivo!!!
Allora scendete nel vicino negozio di articoli da mare per curiosare un pò ma è chiuso per riposo settimanale.
Non vi rimane che passare tutto il pomeriggio da sole in camera a fare solitari: i pochi ragazzi che si vedevano in giro sembrano essere tutti occupati a passeggiare in dolce compagnia.
Orsù, il bello degli atolli, è proprio il tempo pazzerello!
Quando a notte fonda rientro lieto ma sfinito in camera, vi trovo ancora a smazzare carte sul tavolo: avete fatto 512 solitari...e vi hanno portato tutti!
Bè, com'è che si dice? Fortuna al gioco...
Settimo giorno, partenza.
IO: mi alzo gagliardo come una faina, pit stop in bagno di 7 minuti e rotti, fugace colazione (era rimasta una meringa del giorno prima), rapido inserimento della biancheria in valigia rigorosamente alla rinfusa, occhiali a specchio "Cristian Dior" inforcati sul viso (c'è bisogno che vi dica chi me li ha regalati?) e sono pronto: bello ed energico come il primo giorno.
VOI: vi alzate più depresse che mai (e non avete tutti i torti), guadagnate lentamente il bagno trascinando le ciabatte, pit stop in bagno (anzi facciamo solo stop) di 72 minuti circa, niente colazione (d'altra parte i cracker son finiti da un pezzo e il giorno prima siete state tutto il tempo dietro alle carte), maniacale ripiegamento in valigia di 24 vestiti, 18 costumi e 45 aggeggi tra strumenti di restauro e infingardi medicamenti per un totale di circa 3 ore e 45 minuti, occhialoni "Casa Vianello" ben saldati sul viso (questi tra un'orgia e l'altra ve li ho comperati io, poi ditemi che non vi voglio bene) e siete miracolosamente pronte: sfatte e stordite tali e quali al primo giorno.
Fiuuuu! Appena in tempo per prendere l'aereo.
Stavolta infilate la scala mobile giusta (ma solo perchè vi ho guidate io) ma neanche il tempo di raggiungere quota, vi accorgete di aver lasciato il costumino sexy, quello che pensavate di aver lasciato a casa, in albergo.
Si vede che era destino.
Va là che ne ricomprate un altro più bello.
L'importante è che vi siate divertite, no?!
ACQUISTI PER I CONSIGLI
Lei: Buongiorno amore
Lui: Ciao cara, ti ho portato il test di gravidanza
Lei: Ma se l’ho fatto solo ieri. E poi per avere un bambino non bisogna avere fretta!
Lui: Ma non sei impaziente??
Lei: No
Lui: No?!
Lei: No perché…sorpresa! Aspettiamo cinque gemelli amore miooooo!!!
Lui: Cinque gemelli?!
Lei: Sì, ieri pomeriggio sono stata dal ginecologo e ho fatto l’ecografia! Non è meraviglioso?!
Lui: Stai…stai scherzando vero?
Lei: No, perché?
Lui: Perché?..Perché??? Ero convinto che prendevi la pillola porcaput***a!!
Lei: E si vede che non ha funzionato…
Lui: Ma c***o, ho appena comprato una Lupo 1.4 a benzina!! In quel buco di macchina si e no che ci vanno 2 persone!!! E l'ho presa pure superaccessoriata, 14 mila euro ci ho speso! Ma vaf******o! Cinque gemelli! E il mutuo della casa? La nuova cucina della Scatolini? E il materasso della Spermaflex? Come c***o li manteniamo che te manco lavori, eh?
Lei: M-ma, ma io credevo che…
Lui: E poi...CON CHI CAVOLO L'HAI FATTO?! SONO PIU' DI SEI MESI CHE IO E TE NON FACCIAMO L'AMORE ZOCCOLA!!!!
Lei: O-oh…
NUOVA VOLKSWAGEN TOURAN 1.9 TDI
La vita è bella perchè è varia