QUOTE(fotografo85 @ Nov 18 2008, 12:25 PM)

riguardo le tue schedine.. come dicevo prendendo la macchina gli ho lasciato la scheda da 2 GB e mi sono preso la Extreme III da 4GB (30MB/s/200X). funziona molto bene.. ma costa più di metà del prezzo da te indicato per i 3 tipi di schedine che hai.
che compact flash più economiche mi consiglieresti? (basta che non siano troppo lente quando salvo in raw+jpg)
Scusa il ritardo nella risposta...
Quella da 4 Gb è esattamente quella indicata da te, la eXtreme IV da 200x. Questa e soprattutto la Lexar da 300x in dotazione, le uso per la memorizzazione rapida (scatti in sequenza, foto dinamiche), quando la rapidità di acquisizione diventa importante. Per la capienza, invece, a discapito della rapidità, ho preso 2 Transcend da 8 Gb l'una, a 133x. Sono affidabili in un uso normale, nemmeno tanto lente (noti la differenza soltanto nella raffica e credo perché usate sulla D300), e consentono la memorizzazione di molti files nelle occasioni in cui scatti molto senza necessità di grande rapidità. Il prezzo totale delle 3 è quello che ho indicato, costando la Sandisk quasi quanto le due da 8 Gb insieme.
@ mardok80.
Alla tua domanda rispondo: no.
Per una migliore qualità dell'immagine non è meglio che il sensore abbia una sensibilità nominale di base di 100 Iso invece che 200. Con la pellicola il discorso poteva avere un senso, perché lì si cambiava l'intero "sensore" d'immagine e quindi usando un rullino a sensibilità più bassa (io usavo l'ectachrome 64 Asa per le Dia) si otteneva una grana più fine, un dettaglio maggiore ed una più ampia gamma tonale. Nel digitale il discorso cambia radicalmente. Un sensore, ferme restando le differenti caratteristiche da fotocamera a fotocamera, produce teoricamente i migliori risultati sempre alla minima sensibilità nominale. Quindi la D80 a 100 Iso e la D300 a 200 Iso. Questo perché con quella impostazione (la min sensibilità) la fotocamera utilizza tutti i dati captati dal sensore senza alcuna amplificazione elettronica del segnale, questo anche se la min. sensibilità sia 200 piuttosto che 100. La prima Nikon a "partire" da 200 Iso è stata la tanto vituperata D40. C'è nel forum (non saprei dove pescarlo) un intervento dell'ing. Maio in risposta ad un utente che considerava questo aspetto un limite dell'allora nuova entry level rispetto alla D50. La risposta di Maio era in questi termini: Un sensore che "parta" da una sensibilità base più elevata è da considerarsi migliore, perché è maggiormente sensibile alla luce di suo, senza amplificazioni che comportano degli artefatti, primo dei quali il rumore digitale. Semmai, quindi, sono vere due cose:
1- I sensori che hanno la sensibilità base a 200 Iso, producono immagini migliori a sensibilità elevate, perché applicano, a parità di sensibilità impostata (es. 1600 Iso), uno stop in meno di amplificazione elettronica del segnale. Non a caso la prima reflex a sfornare 1600 Iso pienamente fruibili è stata proprio la D40 (la D300, poi, aggiunge anche l'expeed che migliora le cose ad alti Iso anche se, a mio parere, forse lascia qualche traccia ad Iso meno elevati).
2- La qualità a 200 Iso è paragonabile (ferme restando le altre differenze di sensore e processore d'immagini) a quella ottenuta dalle fotocamere con sensibilità base a 100 Iso. Scendere a Low 1 (corrispondente ad una sensibilità di 100 Iso) non consente, sempre in linea teorica, di ottenere immagini migliori perché l'abbassamento è ottenuto elettronicamente, in modo analogo all'amplificazione per gli Iso più elevati ma in senso inverso, inducendo una decremento del segnale di base. In ogni caso un artefizio che induce una minore qualità. Il Low 1 (chiamato così e non 100 Iso non a caso) va quindi usato solo nei casi in cui sia necessario utilizzare tempi più lenti o diaframmi più aperti di quelli consentiti dai 200 Iso.
Spero di essere stato chiaro.
Giuseppe