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giovanni949
Giusto, scusate eventuali intemperanze, ho un caratteraccio. Nel merito: Ho usato per 40 anni una Nikkormat Ft che aveva il suo bel tastino meccanico che chiudeva il diaframma al valore di lavoro impostato (normalmente a tutta apertura per favorire la MAF e l'inquadratura) appunto nel lodevole intento di consentire la valutazione della PDC (leggasi Profondità di Campo). Ebbene confesso che praticamente non l'ho mai usato per il semplice motivo che il meraviglioso mirino di quella macchina diventava tenebroso, specie se era impostata una sensibilità elevata (vabbè solo 4/800 ASA allora) per cui il diaframma si chiudeva a valori incompatibili con una corretta visione. E quando anche si riusciva a scorgere il soggetto mi dite cosa si poteva valutare su quel francobollo in termini di PDC ? Proprio per i ragionamenti che si sono fatti non mi sembra per nulla strano che nell'immagine del mirino sembri tutto a fuoco e stampando un 50x60 non lo è neanche il soggetto principale, è del tutto ovvio che nelle stampe 10x15 tutte le ottiche diventano "Otus" per poi cascare nei 100% a video, non ci trovo nulla di strano. E' lo stesso motivo in fondo per cui l'impercettibile movimento che fisicamente DEVE accompagnare ogni foto nella mia vecchi D70 non si vedeva e nella D800 diventa "micromosso". In sostanza la PDC si poteva valutare sommariamente nei barilotti dei vecchi obiettivi con le tacche colorate che ho visto in una foto di questo 3D, in parte si può vedere qualcosa su cavalletto usando il LV (Live View) bloccando la MAF, ingrandendo l'immagine ed esplorando il campo inquadrato (questa non è male !), ma a mio parere si fa prima a scattare e variare il diaframma e valutare dopo il risultato, è comunque un utile esercizio. Sicuramente inutile è ogni intervento numerico di regoli calcolatori e cerchi di confusione, non possono che appunto aumentare la confusione.
Gian Carlo F
QUOTE(giovanni949 @ Jun 26 2014, 09:28 PM) *
Giusto, scusate eventuali intemperanze, ho un caratteraccio. Nel merito: Ho usato per 40 anni una Nikkormat Ft che aveva il suo bel tastino meccanico che chiudeva il diaframma al valore di lavoro impostato (normalmente a tutta apertura per favorire la MAF e l'inquadratura) appunto nel lodevole intento di consentire la valutazione della PDC (leggasi Profondità di Campo). Ebbene confesso che praticamente non l'ho mai usato per il semplice motivo che il meraviglioso mirino di quella macchina diventava tenebroso, specie se era impostata una sensibilità elevata (vabbè solo 4/800 ASA allora) per cui il diaframma si chiudeva a valori incompatibili con una corretta visione. E quando anche si riusciva a scorgere il soggetto mi dite cosa si poteva valutare su quel francobollo in termini di PDC ? Proprio per i ragionamenti che si sono fatti non mi sembra per nulla strano che nell'immagine del mirino sembri tutto a fuoco e stampando un 50x60 non lo è neanche il soggetto principale, è del tutto ovvio che nelle stampe 10x15 tutte le ottiche diventano "Otus" per poi cascare nei 100% a video, non ci trovo nulla di strano. E' lo stesso motivo in fondo per cui l'impercettibile movimento che fisicamente DEVE accompagnare ogni foto nella mia vecchi D70 non si vedeva e nella D800 diventa "micromosso". In sostanza la PDC si poteva valutare sommariamente nei barilotti dei vecchi obiettivi con le tacche colorate che ho visto in una foto di questo 3D, in parte si può vedere qualcosa su cavalletto usando il LV (Live View) bloccando la MAF, ingrandendo l'immagine ed esplorando il campo inquadrato (questa non è male !), ma a mio parere si fa prima a scattare e variare il diaframma e valutare dopo il risultato, è comunque un utile esercizio. Sicuramente inutile è ogni intervento numerico di regoli calcolatori e cerchi di confusione, non possono che appunto aumentare la confusione.


in sostanza è quello che dicevo all'inizio io, prima di quell'intermezzo.

Tanto per aggiungere un qualcosa, oggi come oggi io uso 2 strade, anzi forse 3:
- con gli AI uso le comode tacchette, con l'avvertenza di basarmi su quelle di un diaframma più aperto rispetto quello di lavoro (per maggior tranquillità), stesso discorso si potrebbe fare con gli AF AFD (ma io non ne ho)
- con i G, visto che le tacchette sono ridicole, uso una comoda tabellina in excell che mi sono fatto caricando la formula della PDC, la tengo nel portafoglio, anche in questo caso imposto il tutto come se lavorassi ad 1 stop più aperto.
- ho caricato anche una comoda app su smartphone, ma devo dire che per ora non la ho usata molto.

Il problema dei G è che hanno, oltre che le tacchette ridicole, la ghiera della maf estremamente "corta", quindi trovare le distanze di maf precise è arduo.

In un sacco di discussioni ho espresso un desiderio, visto che sarebbe davvero semplice da realizzare:
un tastino che portasse l'obiettivo (i G) alla distanza iperfocale e una qualche indicazione nel mirino o display della PDC disponibile.
Ci sono tante funzioni inutili.... queste, che sono importantissime, nulla....
Boh....
mk1
QUOTE(giovanni949 @ Jun 26 2014, 09:28 PM) *
Giusto, scusate eventuali intemperanze, ho un caratteraccio. Nel merito: Ho usato per 40 anni una Nikkormat Ft che aveva il suo bel tastino meccanico che chiudeva il diaframma al valore di lavoro impostato (normalmente a tutta apertura per favorire la MAF e l'inquadratura) appunto nel lodevole intento di consentire la valutazione della PDC (leggasi Profondità di Campo). Ebbene confesso che praticamente non l'ho mai usato per il semplice motivo che il meraviglioso mirino di quella macchina diventava tenebroso, specie se era impostata una sensibilità elevata (vabbè solo 4/800 ASA allora) per cui il diaframma si chiudeva a valori incompatibili con una corretta visione. E quando anche si riusciva a scorgere il soggetto mi dite cosa si poteva valutare su quel francobollo in termini di PDC ? Proprio per i ragionamenti che si sono fatti non mi sembra per nulla strano che nell'immagine del mirino sembri tutto a fuoco e stampando un 50x60 non lo è neanche il soggetto principale, è del tutto ovvio che nelle stampe 10x15 tutte le ottiche diventano "Otus" per poi cascare nei 100% a video, non ci trovo nulla di strano. E' lo stesso motivo in fondo per cui l'impercettibile movimento che fisicamente DEVE accompagnare ogni foto nella mia vecchi D70 non si vedeva e nella D800 diventa "micromosso". In sostanza la PDC si poteva valutare sommariamente nei barilotti dei vecchi obiettivi con le tacche colorate che ho visto in una foto di questo 3D, in parte si può vedere qualcosa su cavalletto usando il LV (Live View) bloccando la MAF, ingrandendo l'immagine ed esplorando il campo inquadrato (questa non è male !), ma a mio parere si fa prima a scattare e variare il diaframma e valutare dopo il risultato, è comunque un utile esercizio. Sicuramente inutile è ogni intervento numerico di regoli calcolatori e cerchi di confusione, non possono che appunto aumentare la confusione.



Se fosse come dici tu, dovrei vedere sempre maggior pdc nel mirino, a tutti i diaframmi.
Invece il problema insorge solo ai diaframmi più aperti.

Ecco come vedo nel mirino della D200 con un 50/1,2 AIS, per esempio.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Ecco invece il risultato reale a f1,2.

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Potrei anche essere d'accordo che nel mirino non si vede bene come in una grande stampa, ma non credi anche tu che i caratteri completamente illeggibili non potranno mai diventare leggibili.

E' evidente che è il vetrino smerigliato a non supportare correttamente le grandi aperture.

Non lo dico io, se fai una ricerca in rete è spiegato in diversi siti attendibili.

Ancora meglio se facessi tu stesso una prova con un obiettivo luminoso.
Ti renderesti conto immediatamente della cosa.

Filippo
giovanni949
QUOTE(mk1 @ Jun 28 2014, 10:49 PM) *
Se fosse come dici tu, dovrei vedere sempre maggior pdc nel mirino, a tutti i diaframmi.
Invece il problema insorge solo ai diaframmi più aperti.

Ecco come vedo nel mirino della D200 con un 50/1,2 AIS, per esempio.




Ecco invece il risultato reale a f1,2.




Potrei anche essere d'accordo che nel mirino non si vede bene come in una grande stampa, ma non credi anche tu che i caratteri completamente illeggibili non potranno mai diventare leggibili.

E' evidente che è il vetrino smerigliato a non supportare correttamente le grandi aperture.

Non lo dico io, se fai una ricerca in rete è spiegato in diversi siti attendibili.

Ancora meglio se facessi tu stesso una prova con un obiettivo luminoso.
Ti renderesti conto immediatamente della cosa.

Filippo

A prima vista sembra che tu abbia ragione ma qui si è sovrapposto un qualcos'altro che non ho capito: sembra che l'immagine (tutte e 2 le immagini) sia più nitida ai bordi che non al centro e questo non è normale né a mirino né nella foto reale, Aiutooo ! Purtroppo io non sono di quelli che non sbagliano mai ma lo stesso mi piacerebbe capire. Lasciami provare e meditare. Grazie della testimonianza, bella obiezione !
mk1
QUOTE(giovanni949 @ Jun 29 2014, 09:47 AM) *
A prima vista sembra che tu abbia ragione ma qui si è sovrapposto un qualcos'altro che non ho capito: sembra che l'immagine (tutte e 2 le immagini) sia più nitida ai bordi che non al centro e questo non è normale né a mirino né nella foto reale, Aiutooo ! Purtroppo io non sono di quelli che non sbagliano mai ma lo stesso mi piacerebbe capire. Lasciami provare e meditare. Grazie della testimonianza, bella obiezione !


Beh...a f1,2 il gioco si fa duro! smile.gif
Il confronto tra centro e bordo fallo sulla riga a fuoco (il foglio comunque è uscito un po' ondulato dalla stampante).
Per me è normale che i bordi nella parte sfocata siano migliori del centro.
Prendiamo in considerazione le righe del 2 e del 3 sotto quella dello zero.
La parte centrale rimane sfocata perchè ovviamente è più vicina ma le parti periferiche sono più lontane per effetto della diagonale.
Ecco che forse, si trovano più vicine al piano di fuoco.

Ti auguro una buona domenica.

Filippo
Gian Carlo F
QUOTE(mk1 @ Jun 28 2014, 10:49 PM) *
Se fosse come dici tu, dovrei vedere sempre maggior pdc nel mirino, a tutti i diaframmi.
Invece il problema insorge solo ai diaframmi più aperti.

Ecco come vedo nel mirino della D200 con un 50/1,2 AIS, per esempio.




Ecco invece il risultato reale a f1,2.




Potrei anche essere d'accordo che nel mirino non si vede bene come in una grande stampa, ma non credi anche tu che i caratteri completamente illeggibili non potranno mai diventare leggibili.

E' evidente che è il vetrino smerigliato a non supportare correttamente le grandi aperture.

Non lo dico io, se fai una ricerca in rete è spiegato in diversi siti attendibili.

Ancora meglio se facessi tu stesso una prova con un obiettivo luminoso.
Ti renderesti conto immediatamente della cosa.

Filippo


entrambi gli scatti sono eseguiti con la D200, uno a f4 e l'altro a f1,2. Potresti spiegarci come hai fatto?
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