QUOTE(mk1 @ Jun 20 2014, 09:05 AM)

Come al solito rispondi senza neppure aver letto con attenzione la domanda.
Oppure le leggi e non le capisci?
Mi auguro la prima, che è meno peggio.
L'utente vede più pdc nel mirino soltanto quando imposta diaframmi più aperti di f2,8.
Se fosse un problema di ingrandimento vedrebbe nel mirino una pdc maggiore a tutti i diaframmi.
Ti ispiri sempre al famoso libro di Cesco Ciapanna per rispondere?
La risposta esatta l'hanno data DrKoopa e Vettori.
I vetrini smerigliati non percepiscono aperture maggiori di f2 e i vetrini di nuova generazione che utilizzano la tecnologia a "microlenti" fanno ancora peggio, arrivando a f 2,8 circa.
Questo perchè le microlenti parzializzano l'immagine operando una sorta di diaframma supplementare pari appunto a circa f2,8.
Se il diaframma viene impostato a f1,4 succede quindi che nel mirino viene visualizzata la pdc di f2,8 data dal limite del vetrino, mentre nel risultato finale la pdc sarà ovviamente quella reale di f1,4.
Ma non te ne sei mai accorto?
Complimenti!
"
Seb, tranquillo, si beccano sempre" ... hahahah ... ragazzi, siete i miei maestri ma a volte mi fate ridere, davvero ...
Allora, facciamo un passettino indietro. Il problema stavolta è stato evidente, e marcatamente evidente, adoperando diaframmi più aperti di f/2.8 sulla D300. In particolare accoppiata 50 f/1.8 G + D300.
Altre volte mi ero accorto di questa cosa - scattando macro col 28-105 Nikon (RR solo 1:2) - ma pensavo invece fosse un problema percettivo (per capirci quel che dice il buon Gianfranco).
La spiegazione di mk1 aggiunge ulteriore chiarezza; quello che dici tu, Lapislapsovic, infatti, "
se imposti un diaframma f/8 con un obiettivo f/1,4, nel mirino vedrai sempre un'immagine luminosa e con poca profondità di campo", è purtroppo parzialmente vera.
Anche io credevo l'accoppiata mirino-ottica si comportasse così, ma mi sono accorto - avendo fortunatamente una buona vista

- che qualcosa non tornava.
F/2, f/1.8, F/2.2, f/2.8 mi davano sempre più profondità di campo nel mirino di quella che poi vedevo nella foto (già anche nell'LCD, quindi senza dover ingrandire come nelle stampe).
In pratica credo di aver capito che qualsiasi ottica con luminosità superiori ad f/2.8 proietteranno sempre nel mio mirino un'immagine con:
- pdc da f/2.8 anche se l'apertura è controllata elettronicamente, e quindi al massimo possibile (TA) consentita dall'ottica
- luminosa come se facessi manualmente stop-down ad f/2.8, anche se c'è innestata un ottica che dovrebbe far passare il doppio della luce (f/1.4; f/2.8 -> (+1 stop) f/2 -> (+1 stop) f/1.4)
Il motivo risiede nel sistema ottico che realizza il mirino stesso.
Quindi, se
con la focale in uso veramente si vuole eseguire un'immagine con pdc
tipica delle sue aperture superiori ad f/2.8 ci sono (credo) solo due strade:
- adoperare l'esperienza, e prevedere il risultato pur inquadrandolo solo ad un equivalente apertura f/2.8 (più pdc nel mirino dell'effettivo); eventualmente ripetere lo scatto (ma questo può nn essere possibile con soggetti e luci non ferme - es. ritratto di soggetti)
- adoperare un sistema di visione reale through the lens, come è ed era nello spirito del sistema SLR; avvalersi cioè o di un monitor collegato alla fotocamera mediante opportuno sistema (cavo, wifi) e relativo programma di controllo della fotocamera da remoto; ovviamente richiede anche l'uso del treppiedi. Oppure usare il live view - però con tutte le enormi limitazioni del caso rispetto all'inquadratura a mirino, specie in talune condizioni (es. molta luce in ambiente falsa la visione sull'LCD proprio per i motivi elencati da Giancarlo; l'occhio di adatta alla visione di una "stampata" a monitor dove le dimensioni degli oggetti riprodotti sono più piccola della realtà e molto probabilmente sfuggiranno errori di maf, di pdc ed altro, che salteranno fuori osservando lo scatto in modo maggiormente ingrandito.
Tuttavia, come scrivevo, il problema è stato evidente con diaframmi più luminosi di f/2.8 ma mi è già successo di vedere più pdc anche con diaframmi più chiusi di f/2.8; addirittura con f/8 o più chiusi. Li è complice anche l'oscuramento del mirino, e l'effettiva difficoltà di distinguere, in un immagine così minuta come del mirino Dx, particolari fuori fuoco.
Talvolta ho pensato che la vera soluzione a queste situazioni sono i sistemi di visione ibrida, cioè quelli che usa chi gira i video con le reflex

Mi convinco inoltre sempre di più che le ottiche molto luminose (>f/2.8) vanno adoperate con maestria, e non sono alla portata di una preparazione superficiale quando se ne vuole sfruttare il potenziale bokeh per fini artistici