Dunque è andata così: ho ricevuto per natale dai miei gentili dirimpettai una bottiglia di rosso.
Sono entrambi astemi i miei vicini di casa e non si intendono affatto di vino (sono quindi preda prediletta di bottegai senza scrupoli). Il loro "nettare" era veramente d'infima categoria (solo l'idea di sorseggiare quell'intruglio mi faceva venire abnormi attacchi di colite e dolorosissimi crampi allo stomaco) però la bottiglia no, quella era molto bella, ivi compresa l'etichetta sulla quale svettavano - a mo' di richiamo per le allodole - tinte d'oro e di un porpora non lontano da quello di Guido Cagnacci.
Non ho indugiato quindi un attimo e ho deciso di fotografate quell'oggetto così ben confezionato. Era una bordolese con fondo spanciato (una specie di cuscinetto tutt'intorno al fondo della bottiglia), di vetro opaco scuro perfettamente fuso, con etichetta piccola e quadrata al centro e capsula copritappo color porpora.
Allestisco il set, metto la mia bottiglia su un piedistallo cilindrico forse leggermente sottomisura almeno rispetto al fondo della bottiglia (era il tappo di una bomboletta di fissativo per acquarello) e posiziono luci, carta da lucido, pannellini riflettenti e quant'altro.
Dopo due ore e mezza di duro lavoro finalmente tutto è pronto per lo scatto e io mi sfrego le mani dall'impazienza perché intuisco che la foto verrà bella! Ma che dico "bella", stupenda!
Un taglio di luce, stretto come una lama di Hattori Hanzo, che corre senza soluzioni di continuità sul lato sinistro della bottiglia, dal collo alla spalla e poi giù giù fino ad abbracciare perfettamente la spanciatura e a incurvarsi nel fondo. E poi un altro taglio di luce sul lato destro, anch'esso continuo ma più largo, più diffuso, più morbido. Infine quell'etichetta di rosso e oro irradiata dalla luce riflessa di un cuki sagomato per l'occasione e opportunamente posizionato grazie all'unico vero braccettino flessibile di cui dispongo.
Beh... un set di illuminazione ottimamente calibrato e fortunosamente riuscito... Sarebbe stata - lo dico senza nessuna enfasi - la migliore riproduzione fotografica di una Bottiglia di Vino dal primo dagherrotipo ad oggi. Beh, scherzo eh?!


Allego foto del set dopo il patatrac.
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E' così che ho deciso di abbandonare momentaneamente il vino (almeno dal punto di vista fotografico) e di tornare a un'altra mia passione (fotografica e gastronomica): l'olio. Ho rubato a mia mamma, sempre durante queste festività, una vecchia oliera di vetro con tappino in metallo che era stata regalata a mia nonna nel natale del '37 per adornare l'apparecchiatura di capodanno ed ungere il cappone. Mi sarebbe piaciuto produrre immagini "pulite", senza imperfezioni o sporcature, un po' eteree se vogliamo; pensavo ai vecchi manifesti pubblicitari, a quelle immagini a metà fra la fotografia, il moke up e l'aerografo, pensavo ad Armando Testa e ad altri "vecchi" pilastri della comunicazione pubblicitaria italiana... (come sono spocchioso! e presuntuoso!)

Prima ho fatto un pò di studi sul modo migliore per illuminare l'oggetto e sul rapporto fra la boccettina e lo sfondo: con l'olio e il vetro, mi chiedevo, è meglio lo sfondo chiaro (bianco) o lo sfondo scuro (nero)?
Ecco i test.
Sfondo scuro:
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...continua...
ecco il seguito.
Sfondo chiaro:
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Poi ho provato a comporre una immagine più complessa (di fatto l'unione di due foto realizzate separatamente): oliera + filo d'olio.
Ecco le composizioni.
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Tutte le foto sono state realizzate con D2Xs, un Nikkor 105 Macro f/2.8 come obiettivo e un piccolo set illuminato da due flash monotorcia Elinchrom RX da 1200Watt/s.