QUOTE(M.Allegritti @ Sep 5 2009, 02:32 PM)

Proviamo così.
Stesse impostazioni di scatto.
Ho messo a fuoco i fiori in mezzo all'inquadratura
Ingrandimento full detail : 3.5 MBGrazie a tutti!!!
Macs
Da questa immagine, la sua ottica funziona benissimo, è solo un po’ morbida (manca un po’ di definizione) alla focale di 200 mm, quando è messo a fuoco alla minima distanza di messa a fuoco, e con diaframma regolato alla massima apertura: ma è il progetto non la sua i particolare.
Questa ottica la possiedo pure io, lo fa anche la mia e ne sono molto soddisfatto, basta usarla per fare il lavoro per la quale è nata, considerando che uno zoom e non un’ottica macro.
Se vuole ed ha tempo, ecco tecnicamente perché fa così e come evitarlo.
La definizione è la capacità di rendere immagini nitide, intendendo per definizione il valore assunto dalla globalità contrasto/risoluzione, che sono la stessa cosa, ma uno opera su particolari grossi, l’altra su particolari minuti, e nella progettazione ottica, sono in antitesi.
La definizione diminuisce:
- allargando il diametro della base del cono di luce proiettato dall’obiettivo sul sensore (cerchio di copertura), esattamente come diminuisce quando si proietta una diapositiva o si vede un’immagine sul monitor, più si ingrandisce (più si allarga) e più si spappola l’immagine.
- se l’obiettivo introduce aberrazioni (distorce l’immagine)
Vediamo l’incidenza del diametro del cerchio di copertura.
In quella condizione, relativamente alla definizione, l’ottica è nella condizione operativa più difficile per lei, dato che il gruppo ottico è alla massima estensione anteriore, ovvero alla massima distanza dal piano focale (sensore), dunque il cono proiettato sul piano focale ha il massimo diametro, dunque la definizione sul piano focale è al valore minimo.
Se Nikon avesse limitato la minima distanza di messa a fuoco a 3 o 4 metri, anche lavorando a 200mm ed alla massima apertura, il diametro del cerchio di definizione ha diametro più piccolo ed avremmo avuto immagini migliori (come in effetti si hanno nella pratica) ma l’ottica sarebbe stata operativamente peggiore, dato che:
- si diaframma e la cosa migliora anche a 200mm (ora spiego)
- si lavora a focale minore e la cosa migliora (ora spiego)
a) Come gioca il diaframma per recuperare definizione
Il diaframma gioca riducendo le aberrazioni (più chiude, meno aberrazioni)
A parità di diametro del cono proiettato sul piano focale, per avere la massima definizione i raggi luminosi devono incidere sul piano focale il più possibile “paralleli”.
In quella condizione (200mm, f 2,8, alla minima distanza focale), i raggi che passano per il centro dell’obiettivo cadono diritti sul piano focale, mentre quelli che vengono dai bordi, più inclinati, devono essere piegati parecchio di più dai vetri del complesso ottico, per farli ricadere il più paralleli possibile con quelli centrali; il complesso ottico li piega, ma non fa miracoli e li piega di più secondo una direzione (sagittale) e meno se arrivano su direzione ortogonale a quella (meridiana), crea un po’ di confusione (crea una aberrazione, di solito, ma non sempre, leggero astigmatismo) e l’immagine perde un po’ di definizione. Tanto più l’obiettivo è largo, tanto più i raggi ai bordi devono essere piegati per metterli paralleli con quelli che cadono belli dritti nel centro, ovvero la perdita in definizione, a parità di “forza” di piegatura dei raggi del vetro (geometria delle lenti e tipo di vetro) è tanto maggiore quanto più i bordi d’ingresso dei raggi sono lontani da quelli del centro: se l’obiettivo è largo come un tamburo e la parte posteriore resta stretta, ci vuole un vetro capace di piegare moltissimo i raggi, e la cosa diventa davvero problematica (caso dei grandangoli).
Diaframmando, il foro si restringe, si va a lavorare nella più parte centrale dell’obiettivo, che a quel punto non raccoglie più i raggi ai bordi, ed ho perdita di luminosità, ma i raggi a maggior inclinazione, i peggiori, non ci sono più, i raggi i incidenti sono globalmente meno inclinati e dunque hanno meno bisogno di essere piegati, il complesso ottico li piega meglio e li mette meglio paralleli e la definizione aumenta, ed infatti diaframmando, anche a 200mm, alla minima distanza di messa a fuoco, l’immagine è più nitida.
Se chiudo troppo il diaframma, si degrada di nuovo l’immagine, non per aberrazioni, ma per il comportamento ondulatorio della luce (diffrazione)

Come lavora la riduzione della focale sulla definizione a parità di diaframma;
Migliora per 2 motivi:
b.1) Se lavoro alle focali minori, a parità di apertura di diaframma, il diametro del foro è in assoluto più piccolo (non sto a spiegare perché), tanto è vero che un 20 mm f2,8 ha un foro piccolo, mentre un 200 f2,8 ha un bel buco bello grande (quello di questo a diaframma tutto aperto); col foro piccolo, vengono selezionati solo i raggi centrali e quelli lì vicino, il complesso ottico li piega bene e la definizione è sempre più alta, anche in condizioni di messa a fuoco alla minima distanza.
b.2) L’estensione massima del gruppo ottico, ovvero la distanza tra parte posteriore gruppo ottico e piano focale, alla minima distanza di messa a fuoco, cala al calare della lunghezza focale: a 200 mm è massima, mentre si riduce al minimo per gli 80 mm. Meno distanza, raggio del cerchio di copertura più piccolo e più definizione.
Nikon ha fatto la scelta giusta, dato che la profondità di campo a 200 mm, a f2,8 a 1,5 m , è di pochissimi millimetri, che non servono a niente nella pratica: dovete diaframmare per fotografare qualsiasi cosa, anche roba piccola.
Non è un’ottica macro (che sono più strette, proprio per dare più definizione, partono da f 4 e lavorano bene diaframmando ulteriormente un paio di diaframmi, per quanto sopra), ma se proprio volete tirargli il collo in quelle condizioni, diaframmate un po’.
A 200mm, a f 2,8, su messe a fuoco lontane, il gruppo ottico è più arretrato, il diametro del cerchio di copertura è minore e la definizione è maggiore, e tutto funziona bene, ma se diaframmate un po’ va chiaramente meglio, e infatti funzione benissimo, almeno il mio.
Nell’80 -200 AFS, per piegare più i raggi e lavorare meglio a tutta apertura, mi pare che abbiano introdotto un paio di vetri a bassa dispersione oltre a quelli che questo ha già, vetri che piegano un po’ di più i raggi ed aumentano un po’ la definizione a tutta apertura, ma diaframmando già di un paio di diaframmi, a pare mio la differenza, sempre che vi sia, dovrebbe essere trascurabile, ma l’AFS non lo fanno più.
Sono all’estero, ho scritto di corsa, spero sia chiaro, e devo rientrare: se avete bisogno di chiarimenti, non prima della settimana prossima.
Buon divertimento e saluti cordiali