È tempo dunque di conclusioni... La prima è di natura tecnica. Si suole ripetere che «la foto la fa il manico», ma talvolta dimentichiamo quanto la tecnologia ci aiuti... Fino a quattro anni fa scattavo solo in manuale, con una Nikkormat, e so bene che molte di queste foto, moltissime, non le avrei potute scattare senza l'odierna tecnologia.
Certo, queste foto si scattavano anche prima dell'elettronica, ma i risultati erano molto più rari: in altre parole, dovendo impostare tempo, diaframma e fuoco, l'unico modo per potere riprendere il soggetto in tempi brevi era di preimpostare l'esposizione, e possibilmente anche la messa a fuoco. Ciò comportava inevitabilmente alcune sovraesposizioni o sottoesposizioni, e alcune sfocature. Ma forse è più realistico sostituire
parecchie ad 'alcune'...
Oggi la priorità (di tempi o diaframmi), la lettura esposimetrica automatica, l'autofocus, lo scatto in sequenza sono determinanti per ottenere maggiori risultati, ovvero maggiori scatti. Discorso banale, direte... Fino a un certo punto. La foto la fa il manico, amiamo ripetere, ma quanto si riduce questo manico, quand'è privo delle odierne risorse tecnologiche? Potrei scattare tranquillamente un paesaggio, o un ritratto, con una reflex manuale, ma per la fotografia naturalistica la tecnologia è essenziale, per ottenere maggiori risultati, a meno che qualcuno non riesca a mettere in posa questi soggetti, o abbia la pazienza d'inquadrarli per anni, invece che per mesi...
Se poi penso che alcuni usano fotocellule o comandi a distanza e altre diavolerie ancora, devo concludere in tutta onestà che l'aspetto tecnologico è divenuto decisivo in questo campo, considerando anche la parte svolta dalle ottiche.