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Ciao Federico
non mi trovo in accordo con nulla di ciò che affermi...ma spero che non sia un problema, siamo qui per parlarne
Bè si può discutere costruttivamente solo sulla base che almeno una qualche differenza d'opinione esista....
E anche se non concordi per nulla il confronto può comunque risultare utile...
Attraverso nuovi punti di vista si può arrivare a visioni più complete, a mio parere..
In linea di massima, comunque, concordo con il "collega" psicologo (twinsouls)
( in realtà mi mancano pochissimi esami...

)
A quello già detto da lui (spiegato benissimo come al solito...peraltro) aggiungerei qualche precisazione.
Quando tu, Marco, affermi
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La modalità che utilizza una fotografia per comunicare non può essere soggettiva, bensì oggettiva, e deve essere compresa da tutti coloro che parlano il medesimo linguaggio percettivo.
affermi che una belle foto è bella oggettivamente , per cui piacerà a tutti.
Perchè se la modalità di comunicazione è oggettiva c'è l'assunto che esista un linguaggio formale, nella fotografia, oggettivato e riconosciuto come tale.
In questo caso sarei curioso di capire come HCB ( l'occhio del secolo...) possa addirittura fare schifo ad alcuni...mentre da altri viene adorato ( io per primo lo adoro..in senso buono

)
Semplicemente perchè non esiste un linguaggio formale nella fotografia...
L'unica cosa oggettiva, nella foto, è il mezzo attraverso il quale avviene la comunicazione, cioè la macchina e la luce....
Senza contare , poi, che ogni persona vanta una sensibilità diversa, una personalità diversa ( e quindi gusti diversi...), una cultura diversa, un approccio emotivo diverso, etc, etc
Da qui mi sembra evidente, insieme alla spiegazione di davide, come non possa esistere una lettura univoca di alcunchè in alcuna forma d'arte.
Una scappatoia, parziale, ci sarebbe: negare che la fotografia sia una forma d'arte...ma questo non eliminerebbe il problema...verrebbe un pò attutito diciamo...
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Il più delle volte chi afferma di trasgredire una regola in realtà ne applica un'altra che neanche conosce e lo abbiamo visto bene in questo 3D, o semplicemente non conosce le regole e quindi per "giustificare" un risultato scadente afferma "Io amo trasgredire le regole"...no amico, tu non sai neanche cosa significa applicare una regola compositiva
Sù questo siamo più vicini come posizioni....possono esserci casi in cui alcuni possono comportarsi così.
Ma credo siano eccezioni....
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è come se in un discorso parlato, utilizzassi le parole pronunciate al contrario oppure non rispettassi la grammatica, il risultato sarebbe sicuramente deludente in quanto a comunicazione, magari soggettivamente potrei pure rimanere soddisfatto, ma gli altri!!!!!
Gli altri?
Dipende sempre dal contesto.....
Ovvio che se uno cerca di socializzare con qualcuno mai visto prima e si mette a parlare alla rovescia i risultati non saranno buoni...
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i simobolismi di cui parli sono codificati e ri-conosciuti dalla nostra cultura ed hanno un preciso significato se cambi soggettivamente il valore ad un simbolo (es un colore) il messaggio risulta incomprensibile o sbagliato.
I simboli universali sono morti con Leopardi...anzi direi definitivamente con i maledetti francesi...(Raimboud,Mallarmè,Boudelaire,etc)
Oggi si assiste sempre più ad una "soggettivazione" dell'opera, ed in fondo, è solo così che ha senso.
Attenzione però!
Questo non vuole essere la "scappatoia" per tutte quelle schifezze di foto che faccio io....
Ovviamente ci sarà un giudizio degli altri (critici, amici, colleghi,etc) per i quali forse sarà più difficile interpretare le mie opere ( è per dire...è solo un esempio ovviamente!

)però sarà un'interpretazione più corretta, o che almeno tenterà di avvicinarsi maggiormente all'opera ed all'autore.
Oggi non si può criticare un'opera senza conoscere adeguatamente l'autore, il suo linguaggio, la sua storia, la sua "visione del mondo"....
O meglio...si può fare ma si rischia di scadere nella superficialità...
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Quando parli di efficacia devi pensare che in realtà questa è indotta, non da una casuale e miracolosa combinazione di elementi e di simboli , ma da un' ordinata e rigorosa composizione, dove l'occhio e il cervello (attraverso la sua cultura in continua evoluzione) percepiscono il messaggio seguendo un percorso regolare e guidato.
Secondo me è proprio questo che Magnum, con i suoi interpreti, dimostra quanto sia falso...
Non c'è una "matematica" del successo nella fotografia....ogni situazione ( o quasi) , se letta con la giusta sensibilità può dar luogo ad una bellissima fotografia...
Legarsi a dei vincoli concettuali ( come quelli dei terzi...) è limitante e assurdo secondo me.
Và bene....se voglio fare dei poster o ,sè và male, delle cartoline....ma non è detto che siano questi canoni a portare grandi foto...
Anzi, come ho spiegato, se si è TROPPO legati a fattori del genere, si rischia di perdere in spontaneità...
Del resto, come hai scritto tu , il cervello è in continua evoluzione... facciamo in modo che continui ad evolvere allora...
Con questo, non voglio arrivare a dire che le regole siano inutili e tanto vale non conoscerle...anzi!
Vanno studiate, approfondite, messe in pratica abbondantemente e poi capire quando ne abbiamo bisogno e quando no...