QUOTE(giovanni949 @ Nov 14 2014, 11:35 AM)

Mah !! Mi pare che stiamo semplificando un po troppo e contemporaneamente complicandoci la vita (un bel risultato non c'è che dire). Adesso è tutto e solo un problema di curvatura di campo ! Voglio ricordare che le aberrazioni di una qualsiasi ottica sono ben 7 e la curvatura è solo una delle 7 e tutte e 7 creano maggiori complicazioni ai bordi mentre al centro, dove i raggi incidono perpendicolarmente al vetro, sono pressoché ininfluenti. Ciò significa che attribuire alla sola CdC lo spappolamento ai bordi è una semplificazione inverosimile ed è per questo che i risultati sono spesso incomprensibilmente diversi nella varie modalità di ripresa. E' piuttosto vero quello che sostiene Gian Carlo e che cioè proprio l'imputato n. 1 (la curvatura di campo) è quello che ci azzecca meno perché in un grandangolo la profondità di campo è tale da rendere impercettibile anche la curvatura di un fondo di bottiglia.
Ma poi, dico io, mi spiegate come si fa a riempire pagine di discussione sulla messa a fuoco (MaF - avrete capito che non amo le sigle, anche per rispetto degli amici meno ferrati che hanno il sacrosanto diritto di seguire le discussioni) dei grandangoli spinti ? Ma allora chi usa i tele è un masochista, non gli resta che piangere !!
Ho avuto modo di provare un Sammy 14 per un'intera giornata, ho capito presto che, nonostante la risoluzione della D800, era praticamente inutile toccare l'anello di messa a fuoco, le differenze erano del tutto inavvertibili, meglio della mia vecchia Comet Bencini !!
Ah dimenticavo, grande ottica il Sammy, grandissima, a prescindere dalla sua scala metrica - A proposito : ma fatemi capire, qualcuno di voi mette a fuoco con la rotella metrica e la scala incisa sul barilotto ? Che tempi ! Non ci sono più i fotografi di una volta (né le mezze stagioni) !!
Dire "non credo che" su una cosa tecnica di fatto è solo una mossa retorica e per di più misleading per una persona che ci vuole capire. Tecnicamente e operativamente è una pura sciocchezza. Con una D700 e 14 UMC a f/4 se metti a fuoco a 2 m un soggetto a 1 m viene sfocato e di brutto. Un Heliar o un Leica danno un "flash" supernitido alla distanza giusta e te ne accorgi subito anche dal mirino e in particolare verso il bordo, dove la focale effettiva cresce. Se vai a guardare con calma le immagini scattate in iperfocale noti benissimo la progressione del fuoco. Chi non lo vede è realmente cieco alla nitidezza e quindi non ha molta voce in capitolo. Oppure ha un Ciofegon (e non è il caso del buon UMC 14) o un corpo pure ciofeca.
Le aberrazioni sono ben controllate ai bordi da 20+ anni (dal 20/2.8 AIS) e hanno effetti diversi ben riconoscibili. Evidentemente uno non ha mai fatto le prove che dico, se no capirebbe il problema. La maggior parte degli obiettivi di oggi (e quelli che sono sopravvissuti da 20+ anni restano perché oggettivamente eccellenti) ha aberrazioni minime sul piano focale. Si tollera al bordo un coma flare che NON TOCCA LA RISOLVENZA, quella che conta, ma abbassa il contrasto a bassa frequenza. Altri obiettivi gigioni (Noct, 14-24, 58/1.4 G,...) optano per mantenere al bordo una resa a patacca poco risolvente asciugando il flare intorno.
Aberrazione sferica, coma non toccano il "nocciolo risolvente" dell'immagine del punto (PSF), ma solo l'incisione a bassa frequenza, cosa secondaria. L'astigmatismo è poi presente in modo teorico in un superwide: in un 15 mm IDEALE l'asse tangenziale della PSF sarebbe il doppio di quello sagittale (=PSF allungata verso l'angolo) e la risolvenza media dal centro al bordo cadrebbe del 30% (in media su tutti gli angoli di vista del bersaglio) al 50% (caso peggiore). E' un bell'astigmatismo contro cui non puoi e devi fare nulla, se no peggiori tutto. Un obiettivo uniforme dal centro al bordo è quindi largamente scadente al centro. E poi oggi si ragiona (come faccio io sugli array) in ottica wave, della quale Seidel diede una descrizione immaginifica: il piano focale ha spessore e nemmeno trascurabile.
Restano curvatura di campo e sfocature dovute a bassa apertura telemetrica (un 15 mm f/2.8 ha 5 mm di apertura, 15/2.8, l'occhio ne ha 10, se la scala metrica è buona è meglio calcolare in base alla vista...). Visto?
Quindi il massimo effetto è dato da sfocature sistematiche, date da curvatura di campo, VARIABILE E MOLTO, AF ingannato da aberrazioni sferiche, MAF impossibile per ragioni tecniche (un bersaglio poco contrastato e senza dettagli non è possibile da focheggiare senza un oracolo esterno, occhio umano o telemetro ottico o laser). Negare questa verità per dar fiato alla tromba dei retrodiscorsi è un'operazione deteriore in un forum. NON CI DEVE ESSERE DUBBIO SUI FATTI. La questione della nitidezza agli angoli dei superwide senza capire come la calotta del piano focale lato soggetto si adatta e come dovrebbe essere un'ideale risposta ottica è una delle follie internettiane.
Poi c'è la letale distorsione,
sopportabile con correzione in PP solo se l'obiettivo parte molto bene. La LCA non esiste in pratica e la CA dovete sempre correggerla, non sono fattori pratici di qualità a queste focali.
Da ricercatore di lunga esperienza con OTTO SUPERWIDE A CASA vincenti di lunghe sfide non voglio stare più a sentire delle perodiche bolle di metano che emergono dal permafrost del chiacchiericcio sui superwide senza affrontare con chiarezza questi punti fondamentali. Sono scomodi per i commentatori di DxO & C., capisco, ma so come si progettano le ottiche. In casa Zeiss e Leica si progetta sul piano focale spesso curvo. Gli altri chi sono per contestarli, contrastarli e non seguirli?
A presto
Elio