Ora siamo tutti curiosi........
Massi

Massi

Ecco alcuni esempi.
1) questo alberino è stato fotografato con D 700 ed il NEF convertito con il filtro GND di ACR, buttando giù l’esposizione del cielo di almeno un paio di diaframmi, in cima. e poi degrada.
La D 700 ha i pozzi fotonici grossi, e, a parità di coefficiente di riempimento, prende tanti fotoni, dunque ha poco rumore, il taglio di esposizione mio è tutto sommato modesto, un paio di diaframmi, e non ho dunque sovraesposto, non c’è la necessità.
Colori, a parer mio, ma adesso sono io il vinaio che parla del suo vino, ottimi, luminosi e pieni.
A voi comunque il giudizio.
Foto

NEF

2) Qui le cose si complicano, e questa foto l’ho già postata, sfrutto dunque lei.
C’è molta nebbia, molto bianco la D 300s, un formato Dx ha pozzi fotonici piccoli, e, a parità di coefficiente di riempimento, incamera meno fotoni, dunque ha più rumore ed infatti è più rumorosa della D 700.
Voglio tirar fuori segnale utile dal bianco, voglio leggere sotto quel cielo bianco e sovraesposto, e di bianco ce ne è veramente tanto.
Qui siamo alla fiera del GND, usato per primo, ma insufficiente, con l’aggiunta poi di mezzi più drastici per abbattere la luminosità, ossia Curve, Diminuzione esposizione ed aumento del contrasto, ed usato di sotto, alla rovescia, in positivo.
Foto

NEF

Ci vuole un’ottica buona, molto contrastata, ma se non tratti bene il sensore ed il segnale che lui poverino tira fuori, anche con ottica buona, questa foto non la fai, ti viene degradato il segnale, spunta un rumore inaccettabile e non è gradevole, slittano i colori verso un marrone verdastro (il Bayer ha più verde che altri colori), sempre sintomo di poco segnale.
Questa, nelle zone scure tirate fuori dalla nebbia, siamo tranquillamente a 5 o 6 diaframmi sotto l’originale, eppure c’è ancora scala tonale, si legge tutto, non c’è praticamente ombra di rumore ed i colori sono reali e realistici.
Per fare questa foto bisogna conoscere come opera un sensore ed avere parecchia manualità col fotoritocco, sapendo bene quello che si deve fare non solo per l’estetica della foto, ma per la tecnica di controllo del rumore e slittamento cromatico.
3) Altra, stesso tipo
Foto

NEF

Tecnica del tutto analoga
Entrambe hanno mantenuto la delicatezza dei toni e non c’è, in pratica, rumore, e questi sono i punti critici.
Il filtro GND in digitale, a parer mio, è ESTREMAMENTE migliore del GND di vetro, per mille motivi:
- non te lo porti dietro e non perdi tempo a montarlo
- non corri il rischio di riflessi e cadute di risoluzione
- lo dosi come vuoi
- gli dai la geometria che vuoi
- aumenti i parametri colorimetrici come vuoi (saturazione, colore, etc)
- lo puoi fare settorializzato, anche con ACR (fai due Tiff e poi li fondi)
- ce ne puoi mettere anche 2 o3 inclinati come vuoi, negativi e positivi, e io lo faccio spessissimo, anche su foto normali, che mai penseresti passati da filtri GND
- etc.
Tutte e tre le foto sono anche chiaramente state stampate in A3 e due, quelle della nebbia, le avevo portate al D Day 2010, su richiesta di Gufopica, ma……..il destino ci ha separato! Comunque alcuni le hanno viste.
Sempre secondo me, molti non usano GND digitali per due motivi principali:
- non sanno bene come funziona un sensore, come è fatta la sua curva caratteristica e da cosa è influenzata, e di conseguenza, non sanno come esporre (si sente dire che i GND digitali “sgranano” o che rovinano i colori) e per di più, a molti, una sovraesposizione sembra una bestemmia, mentre in digitale è non solo comune, ma in certe, per non dire in molte occasioni è addirittura necessaria.
- perché non hanno buona manualità su PP, manca un po’ conoscenza di come si opera in generale, ma soprattutto su come tenere, non solo basso, ma soprattutto sempre sotto controllo sia il rumore, vero cancro dell’immagine, sia gli slittamenti cromatici, piaga che affligge molti, e prova ne sono le stampe che si vedono in giro.
A disposizione per chiarimenti, compatibilmente col tempo che ho.
Saluti cordiali