Nessuna influenza sull'esposizione, in quanto la "T" si usava per pose lunghissime, e prima di ruotare la ghiera si tappava l'obiettivo (senza toccarlo...) in modo da sospendere l'esposizione: uno dei tanti trucchetti noti a chi ha esposto anche per lunghe ore, misurando il tempo con la sveglia a campanella.

Per quanto posso ricordare la "posa" T (esposizione a tempo...) era presente necessariamente sulle fotocamere dei nostri nonni:

Notare che il selettore (Speed Bulb Time) è bilingue (Tedesco - Inglese), per settare la lingua si smonta e si ruota di 180° sull'asse.
Prima dello scatto veniva utilizzata per tenere aperto l'otturatore durante la messa a fuoco ed inquadratura su vetro smerigliato (esattamente come si fa ancora con i banchi ottici).
Ovviamente poteva essere utilizzata per lunghe esposizioni, ma l'uso più simpatico che ricordo era per la stampa a contatto che si faceva direttamente utilizzando il portalastra come bromografo.
Tutto questo avveniva sulle piazze dei piccoli paesi che "vedevano" il fotografo itinerante due o tre volte l'anno, in occasione di Feste Patronali ed altre ricorrenze particolari.
Quei fotografi portavano al seguito anche fondali, tappeti, pettini, brillantina, cappello (a volte scarpe, cravatte e vestiti di varie misure...). Come diffusori si usavano candide lenzuola sbiancate a cenere, ma l'effetto non era poi così malvagio:

La usavamo anche noi pischellini alle prime armi (1954...) sugli ingranditori auto costruiti applicando ad una folding a doppio allungamento l'apparato illuminatore (una scatola di tonno da 2 Kg...) ed altri ammennicoli di fortuna: uno di questi giorni mostrerò il mio "gioiello" dotato di ottica Zeiss Tessar 105/4.5 e portanegativi costruito con stecche di ombrello e lastre fotografiche ripulite (delicatamente) dalla gelatina sensibile dopo ore di ammollo in acqua bollente.
Non dovevate nominarmela 'sta posa "T", è una cosa che riporta "T"roppo indietro nel "T"empo...

Salutoni.
nonnoGG,
nikonista!