Dopo aver letto tutti i commenti, direi che la foto � estremamente riuscita.
Racconta del lavoro arduo e faticoso che un (pover

) uomo ha dovuto fare per poter ritrarre la "sua" modella. Di come sia riuscito, delicatamente, a metterla in un angolo dopo averla stremata e, direi, domata.
Lei � stanca, distrutta ma ha ancora la forza per accennare un sorrisino, segno di resa accettata.
La diagonale (basso-sx/alto-dx) divide perfettamente l'immagine in quelli che sono i due momenti storici del racconto. La parte vuota a rappresentare "il prima", quando il nulla non si riusciva a riempire, il soggetto era evanescente ma la speranza era tanta. E poi "il dopo" con questa "Beatrice Intrappolata" che si staglia nella sua sinuosa bellezza.
In mezzo, ad unire i due momenti, un vaso, vecchio, a rappresentare ancora il passato, da cui scaturisce una giovane pianta, desiderosa di vita e verde (!) come la speranza. Una pianta attiva, che sembra voler accarezzare le spalle di Lei per consolarla con un "dai, � fatta !".
Tocco di classe, un aracnidiforme (ragnetto) nell'angolino in basso a destra, quasi una invisibile firma dell'autore che ha saputo, con sapienza e tenacia, tessere le fila che hanno portato a questo scatto

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Just Kidding 
Manu, cerca di guardare il lato positivo nel fare la modella: "comunicando" con il fotografo puoi apprendere quali siano i modi migliori di esprimersi (del fotografo) per capire che cosa esattamente desidera, che espressione si aspetta e come vuole impostare il suo scatto. Capire quali parole o quali movimenti ti mettono a tuo agio e cosa ti infastidisce o ti "blocca" fotograficamente. Passando dall'altra parte della fotocamera potrai far finta di parlare con te e tirar fuori ancor di pi� (se possibile) dai tuoi ritratti

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Ciao

Angelo