la questione è il peso delle parole a cui vogliamo dare un significato: luce principale e/o luce secondaria? Nel caso della foto della bambina, si è tentato di simulare una specie di controluce che causa un effetto "aureola" sui capelli. Ebbene quando si fa la stessa identica operazione all'aperto e ci si serve del lampo di schiarita e del sole in controluce che produce il suddetto effetto, qual è la luce principale?
Cmq rdfoto, ha ragione perchè la luce principale è quella che illumina il viso del soggetto e non quella che crea l'effetto.
Vale in ogni caso dire quella che crea l'effetto è in genere di un diaframma o poco più intensa del lampo di schiarita in modo che la luce d'effetto stessa non superi la latitudine di posa del materiale sensibile (pellicola o CCD).
Variante sul tema: si prendano due lampade (flash o lampade alogene), una la si ponga al lato del soggetto, in modo da dare al viso la cosidetta luce di "taglio", ossia il viso del soggetto è illuminato lateralmente da una luce radente che mette in risalto una parte del viso e metta in ombra l'altra. Per ammorbidire questa luce di taglio, ci si serve di pannelli bianchi (polistirolo o carta stagnola posta sul pannello di polistirolo), a meno di non voler creare un ritratto con un tratto spiccatamente drammatico. Se ricordate i ritratti degli attori e delle attrici degli anni '40, noterete come l'uso della luce di taglio senza "ammorbidimenti" fosse diffuso e molto efficace. Quasi sempre in studio ci serve di una luce di taglio ammordita da un ombrello e "rimbalzata" da un pannello. Giunti felicemente a posizionare la luce che andrà ad illuminare il viso del soggetto, si porrà attenzione alla luce d'effetto che sarà posta dietro al soggetto stesso, in posizione alta e inclinata di circa 45°. In genere la luce d'effetto (che crea l'effetto aureola) non ha bisogno di "ammorbidimenti", in studio la si crea servendosi di piccole lampade spot o di lampade flash con adattatore spot. Vale la pena di dire che che la luce d'effetto dovrebbe essere evitata nel caso di soggetti calvi, altrimenti si andrà a creare un effetto luce del tipo "palla da biliardo" non molto gradito dalla maggioranza delle persone senza capelli.
Purtroppo non ho esempi da mostrare al momento (ho smesso di fare il fotografo e il mio "repertorio" è tutto su pellicola), però sul sito dell'ottimo
Lorenzo Ceva Valla, si trovano molti esempi di ritratti usando la tecnica tradizionale di illuminazione. Nel caso dei ritratti di Lorenzo, sembrerebbe che non sia mai stata usata una luce d'effetto.
Esistono numerose pubblicazioni in materia, a suo tempo io consultavo le ottime monografie che la Kodak distribuiva generosamente ai fotografi ma non so se si trovano ancora. Sono facilmente reperibili numerosi manuali di fotografia in cui le tecniche base di illuminazione sono spiegate benissimo. Potete provare e riprovare quanto sopra descritto, avendo oggi a disposizione macchine digitali il problema dello spreco di pellicola non si pone più

Ciao.