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IgorDR
Riflettevo su una questione sollevata da un mio amico, che afferma che il suo 80-200 è impreciso quando focheggia su soggetti distanti.
Mi domandavo quanto centra il meccanismo di autofocus con la distanza...

Mi spiego meglio, se testo l'autofocus a 200mm su un soggetto vicino (un'automobilina gioccatolo ad esempio) e lo testo sempre a 200mm su un soggetto lontano (un'automobile vera), a parità di grandezza del soggetto nell'inquadratura, non dovrei ottenere gli stessi risultati?
Cioè se l'autofocus funziona sull'automobilina perché non dovrebbe funzionare anche sull'auto vera? OK, l'automobilina è a 2 metri mentre l'automobile è a 200 metri, ma la lunghezza focale è la stessa e la grandezza del soggetto nell'inquadratura pure!
Anzi, forse addirittura l'automobile vera dovrebbe essere più facile da mettere a fuoco, data la maggiore PDC.
C'è qualche variabile di cui non tengo conto?
Lucabeer
QUOTE(IgorDR @ Nov 30 2006, 10:03 AM) *

Anzi, forse addirittura l'automobile vera dovrebbe essere più facile da mettere a fuoco, data la maggiore PDC.


Il problema potrebbe essere proprio qui. Nel senso che se la PDC è maggiore, il sensore si può ingannare e considerare per il suo livello di tolleranza il soggetto come già a fuoco anche se in realtà non lo è perfettamente.

Se la PDC è ridotta, invece, la differenza fra quello che è a fuoco e quello che non lo è risulta molto più netta.
enrico
Ciao,
neanch'io vedo differenze, considerando un autofocus che lavori sulla rilevazione del massimo contrasto. Non c'entra la dimensione della macchina sul sensore, quanto l'entità del contrasto. Come dici tu, la messa a fuoco su soggetti lontani dovrebbe essere meno critica.
Enrico
roby1kenobi
QUOTE(Lucabeer @ Nov 30 2006, 10:15 AM) *

Il problema potrebbe essere proprio qui. Nel senso che se la PDC è maggiore, il sensore si può ingannare e considerare per il suo livello di tolleranza il soggetto come già a fuoco anche se in realtà non lo è perfettamente.

Se la PDC è ridotta, invece, la differenza fra quello che è a fuoco e quello che non lo è risulta molto più netta.


La penzo iguale... smile.gif
giannizadra
La messa a fuoco, con soggetti lontani, è meno critica per la foto, ma è più critica per l'AF, perché a parità di diaframma la profondità di campo è maggiore.
Ogni obiettivo ha un limite di distanza oltre il quale la messa a fuoco viene percepita dal circuito AF come infinito: quando il contrasto di fase viene pareggiato. E' il limite oltre il quale una ulteriore focheggiatura "in avanti" non migliorerebbe, bensì peggiorerebbe la nitidezza dell' immagine.
Tale limite è più "vicino" per i grandangolari e più "lontano" per i teleobiettivi.
IgorDR
QUOTE(giannizadra @ Nov 30 2006, 10:27 AM) *

La messa a fuoco, con soggetti lontani, è meno critica per la foto, ma è più critica per l'AF, perché a parità di diaframma la profondità di campo è maggiore.
Ogni obiettivo ha un limite di distanza oltre il quale la messa a fuoco viene percepita dal circuito AF come infinito: quando il contrasto di fase viene pareggiato. E' il limite oltre il quale una ulteriore focheggiatura "in avanti" non migliorerebbe, bensì peggiorerebbe la nitidezza dell' immagine.
Tale limite è più "vicino" per i grandangolari e più "lontano" per i teleobiettivi.


Ma allora è "normale" una messa a fuoco imprecisa su soggetti distanti o comunque un buon sistema autofocus dovrebbe essere sempre preciso?
Lucabeer
QUOTE(IgorDR @ Nov 30 2006, 11:07 AM) *


Ma allora è "normale" una messa a fuoco imprecisa su soggetti distanti o comunque un buon sistema autofocus dovrebbe essere sempre preciso?


La seconda che hai detto. Nel senso che magari può non spaccare proprio il capello, ma che comprendendo l'effetto della PDC non ci dovrebbero essere errori VISIBILI.

Insomma, nel caso ideale la tolleranza dell'autofocus dovrebbe essere uguale (o migliore) di quella dell'occhio umano.
giannizadra
QUOTE(IgorDR @ Nov 30 2006, 11:07 AM) *

Ma allora è "normale" una messa a fuoco imprecisa su soggetti distanti o comunque un buon sistema autofocus dovrebbe essere sempre preciso?


Un buon autofocus deve sempre far risultare nitido (= non sfuocato) il piano del soggetto focheggiato, a tutta apertura e a qualunque distanza.

Naturalmente, purché vi sia il contrasto sufficiente per consentirgli di operare.
Dino Giannasi
QUOTE(giannizadra @ Nov 30 2006, 10:27 AM) *

La messa a fuoco, con soggetti lontani, è meno critica per la foto, ma è più critica per l'AF, perché a parità di diaframma la profondità di campo è maggiore.
Ogni obiettivo ha un limite di distanza oltre il quale la messa a fuoco viene percepita dal circuito AF come infinito: quando il contrasto di fase viene pareggiato. E' il limite oltre il quale una ulteriore focheggiatura "in avanti" non migliorerebbe, bensì peggiorerebbe la nitidezza dell' immagine.
Tale limite è più "vicino" per i grandangolari e più "lontano" per i teleobiettivi.

Salve,

mi interessa questo argomento. Conosci qualche articolo o riferimento dove approfondire la questione?
Quindi, semplificando, a parità di distanza un diaframma più aperto doverebbe "aiutare" in quanto diminuisce la PDC, oppure a grande distanza è ininfluente?

Saluti, Dino
Lucabeer
QUOTE(Dino Giannasi @ Nov 30 2006, 02:06 PM) *

Quindi, semplificando, a parità di distanza un diaframma più aperto doverebbe "aiutare" in quanto diminuisce la PDC, oppure a grande distanza è ininfluente?



In teoria sì, un obiettivo molto luminoso facilita il lavoro all'autofocus perchè rende più netta la distinzione fra a fuoco e non a fuoco. Viceversa, se il sistema ha qualche pecca, fotografando con un obiettivo molto luminoso e a tutta apertura... le magagne salteranno fuori ancora più evidenti nella foto!


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