QUOTE(PAS @ Jul 11 2006, 10:48 AM)
Ritorniamo in tema: Il ruolo di un eventuale titolo nella foto.
Bello spunto di discussione e riflessione
Prima di dire la mia, vi propongo un piccolo test con una foto storica di Don McCullin.
Oltre ad essere una foto stupenda è decisamente esplicativa

A questa foto è attribuito universalmente un titolo: “metalmeccanico al primo turno”
Bene supponete per un’attimo di non averla mai vista:
Considerando o meno il titolo nel contesto di lettura dell’immagine, l’effetto su di voi è lo stesso?

Ciao,
bellissima immagine. Ce la puoi postare a maggior risoluzione?
Se non mi avessi indicato il titolo, io vi avrei letto di una persona adulta che si dirige verso un complesso industriale. Vi avrei letto l'intenzione dell'autore di "raccontare" un'atmosfera pesante, resa con una immagine a toni bassi, cupi. E' chiara l'intenzione dell'autore, nel porre la persona in primo piano e di spalle, circoscritto da linee di fuga prospettiche che convergono all'orizzonte, di mostrare quelle fabbriche come la meta del personaggio, unico nella scena.
In ogni caso, la lettura non sarebbe stata in contrasto con il titolo. Avrei evitato qualsiasi "integrazione psicologica", vale a dire immagini e riferimenti che potessero affiorare nella mia mente, indotti dall'immagine, ma non dell'immagine. Ed è proprio il rischio delle integrazioni psicologiche che può ostacolare la lettura della foto.
Il titolo? Specifica trattarsi di un metalmeccanico, quindi un di dipendente del complesso industriale, cosa forse intuibile, probabile, ma non estrapolabile dalla foto. Al primo turno fornisce una indicazione del momento del giorno. Il tipo di luce lascia capire che si tratta di un momento della giornata col sole basso sull'orizzonte; ma potrebbe essere al mattino (come ci dice l'autore), oppure anche al tardo pomeriggio.
Il discorso è che la fotografia ed il linguaggio concettuale, sono due ambiti diversi attraverso i quali poter comunicare. Alcuni concetti non sono comunicabili con l'immagine, come per altri versi una descrizione non può sostituire una fotografia.
Una sequenza di immagini può comunicare meglio un messaggio ma, anche se apprezzo i portfolio, resto un purista e mi piace di più la foto singola.
E' un po' lo stesso discorso del cinema muto e dell'avvento del sonoro. Oggi il cinema fa uso di più canali di comunicazioni (immagine, parlato, musiche). Leggevo di qualche esperimento sugli odori.
Ma qui entriamo nel campo della multimedialità. Certo che così è più facile comunicare.
Il titolo tende a rendere "multimediale" la fotografia.
Molto spesso può chiarire il messaggio dell'autore, ma credo che la vera foto parli da sé. Questa bellissma che ci hai postato, credo che avrebbe mantenuto tutta la sua forza anche senza il titolo.
Un altro punto su cui mi induci a riflettere, è che il titolo potrebbe anche essere fuorviante. Chi mi dice (non in questa foto, ma in una qualunque foto) che non sia messo a bella posta per fornire una chiave di lettura, parzialmente o totalmente diversa e fuorviante, dal vero significato di ciò che è rappresentato? Della verità che era dinanzi all'obiettivo quando il fotografo ha premuto il pulsante di scatto?
Nella foto tematica, in effetti, il fotografo può utilizzare il soggetto per esprimere una sua idea. In questo caso il soggetto ed il contesto diventano come la creta per lo scultore, materia grezza per esprimere "altro". Ma questo il fotografo lo fa con la scelta di una particolare inquadratura, di una particolare luce, angolazione di ripresa ecc.
Enrico