QUOTE(atlantic @ Aug 3 2014, 12:49 PM)

Scusate siete veramente OT, siete pregati di attenervi al titolo della discussione.

San Tommaso d’Aquino: Le 5 prove dell’esistenza di Dio
La prima via e la più evidente, è quella che parte dal mutamento. È certo infatti e consta ai sensi, che alcune cose mutano in questo mondo. Ora tutto ciò che muta è mosso da altri ... Muovere, infatti, vuoI dire trarre dalla potenza all'atto: ora una cosa non può essere portata all'atto se non in virtù di un ente che sia già in atto ... Se, dunque, ciò da cui deriva il mutamento muta a sua volta, sarà necessario che anch'esso sia mosso da un terzo, e questo da un quarto. Ma in questo caso non si può procedere all'infinito ... Dunque è necessario arrivare ad una prima ragione del mutamento che non muti affatto; e questo è colui che tutti intendono per Dio
La seconda via parte dalla considerazione della causa efficiente. Vediamo infatti, nelle cose che cadono sotto i sensi, un ordine di cause efficienti; tuttavia non si vede, né è possibile, che una cosa sia causa efficiente di sé stessa, poiché, se così fosse, una cosa dovrebbe essere prima di sé stessa, il che è impossibile. Ma non è possibile che nelle cause efficienti si proceda all'infinito... Dunque è necessario porre una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio.
La terza via parte dal possibile e necessario. Troviamo infatti nelle cose alcune che sono sia possibili che impossibili, in quanto possono essere generate e si possono corrompere.
… Ora se tutte le cose potessero non esistere, non vi sarebbe nulla. Ma ciò non è ancora, perché non esiste, non comincia ad essere se non per causa di qualcuno che già esiste.
E’ quindi necessario porre qualcuno che esista in modo necessario di per sé, e che non abbia una causa necessario in qualcun altro, mentre è lui la causa necessario di ogni altro. E questo è ciò che tutti chiamano Dio.
La quarta via parte dai gradi di perfezione che si riscontrano nelle cose. C'è infatti nelle cose il più e il meno buono, il più e il meno vero, il più e meno nobile, e così via. Ma il più e il meno si dicono di cose diverse in quanto si avvicinano diversamente ad un massimo, come è più caldo ciò che si avvicina di più a ciò che è caldo al massimo. Vi è dunque un essere verissimo e ottimo e nobilissimo, e quindi qualcosa che è in grado massimo ... Ora ciò che è massimo in un genere è causa di tutto ciò che appartiene a quel genere ... Vi è dunque qualcosa che è causa dell'essere, della bontà e della perfezione di tutti gli enti, e quello chiamiamo Dio.
La quinta via parte dal governo delle cose. Vediamo infatti che alcuni enti privi di conoscenza, ossia i corpi naturali, operano per un fine; il che risulta dal fatto che operano sempre o il più delle volte in modo da conseguire ciò che è il meglio. Da ciò è manifesto che non raggiungono il fine per caso, ma perché vi sono orientati. Ora gli enti che non hanno conoscenza non tendono al fine se non vi sono diretti da uno che ha conoscenza e intelligenza, come la freccia è diretta dall'arciere. Dunque vi è un principio intelligente dal quale tutte le cose della natura sono ordinate ad un fine, e questo chiamiamo Dio ».
(Summa theologiae, I. 2, 3)