Buongiorno, Marco, chiedo scusa anche io per il ritardo.
Provo a spiegarmi meglio.
Rispetto alle cause che li determinano, esistono tre tipi di dominanti:
- il primo introdotto da particolari condizioni di ripresa (qualità della luce, presenza sulla scena di oggetti in grado di modificarne la composizione, ecc.); in digitale si interviene via software, in analogico con strumenti di misura (termocolorimetri o analizzatori di colore) e l’uso di filtri (conversione, correzione, compensazione); in questa fase le dominanti hanno proprietà transitiva, cioè possono essere volutamente corrette o volutamente causate, a scopo creativo;
- il secondo introdotto da particolari condizioni della pellicola (scaduta, mal conservata, esposta e sviluppata dopo lungo tempo, ecc.); su queste dominanti (così come sugli altri difetti causati dallo stato della pellicola, quali densità inappropriata, contrasto “impazzito”, ecc.) non si può intervenire in fase di sviluppo, in quanto esse riguardano lo stato dei copulanti (non dei sali d’argento) e si manifestano solo quando il procedimento si è concluso; è però possibile intervenire in fase di stampa (solo per le dominanti, non per i problemi di densità o contrasto), sia via software (se il supporto viene digitalizzato), sia con l’uso dei filtri additivi o sottrattivi (se si usa l’ingranditore), correggendole successivamente;
- il terzo introdotto da particolari condizioni di trattamento della pellicola (normalmente errori di diluizione, tempo o temperatura, ma non del bagno di primo sviluppo, cioè di quello che rivela l’argento); anche in questo caso, cioè, deve trattarsi di errore, o di intervento voluto se si tratta di sperimentazione, sui prodotti chimici destinati al trattamento dei copulanti, le sostanze destinate a riprodurre i colori.
Cosa succede quando si sottopone una dia a “trattamento spinto”, cioè quando volutamente o per errore la si è esposta ad una sensibilità diversa da quella nominale?
Sono i sali d’argento a ricevere più o meno luce di quella che gli sarebbe necessaria e, di conseguenza, è sui parametri del primo bagno di sviluppo (quello che rivela l’argento) che si interviene modificando il tempo o la temperatura del trattamento, per recuperare in termini di densità quello che si è perso al momento dell’esposizione.
La fasi successive, quelle che generano la formazione dei colori e che quindi potrebbero interferire con le dominanti, non si modificano mai, salvo che non si voglia farlo a fini di sperimentazione; ma non è questo quello che i laboratori fanno quando “tirano” una dia: essi si limitano soltanto ad intervenire sul primo bagno e non si avventurano nel “controllo delle dominanti” con le fasi successive, proprio perché sanno per esperienza personale e diretta che i risultati non sono assolutamente controllabili, né in termini di correzione, né in termini di creatività.
Certo, alcuni laboratori – più in passato che non oggi – lavorano sulla creatività d’intesa con il committente, ma è cosa completamente diversa rispetto al semplice “trattamento spinto” finalizzato solo a recuperare la sottoesposizione o la sovraesposizione della pellicola e lo stesso committente sa che è un’avventura entusiasmante, ma dai risultati sempre sorprendenti, favorevoli o sfavorevoli che siano.
Ti sei mai chiesto per quale ragione, all’epoca dell’analogico, i media richiedevano ai reporter esclusivamente diapositive?
La ragione era collegata proprio alle certezza delle dominanti, perché mentre i negativi colore non potevano mai dare la certezza che le tonalità riprodotte dal negativo fossero quelle che effettivamente il reporter intendeva utilizzare, le diapositive offrivano sotto questo aspetto una certezza assoluta: se dominanti vi erano o erano volute dal reporter per rendere un’atmosfera, oppure … era tutto un gigantesco errore!
Potrei dirti che gran parte di quello che ho scritto mi risulta per esperienza diretta, ma in questa sede non posso provarlo.
Quindi preferisco rifarmi agli sheet tecnici della Kodak
http://www.ars-imago.com/productinfos/pdf/...ROME%20100g.pdf (pubblicazione Kodak E-4024)
oppure
http://www.kodak.com/global/en/professiona...ubs/j83/j83.pdf (pubblicazione Kodak J-83)
Lì troverai chiare indicazioni su come si gestisce il “trattamento spinto” delle dia, intervenendo esclusivamente sul primo rivelatore (quello dei sali d’argento, per intenderci), e su come operano i laboratori che offrono questo servizio.
Troverai anche, ma in inglese sulla pubblicazione Kodak J-83, notizie su ciò che probabilmente ha generato l’equivoco: se il trattamento spinto riguarda grandi volumi di pellicole, e quindi di liquidi, il primo sviluppo va costantemente rigenerato (cioè vanno introdotte determinate quantità di liquidi che ripristinano l’efficacia del rivelatore). Ma questo non ha nulla a che vedere con le dominanti, serve solo a garantire risultati costanti nella conversione dell’argento dalla forma di alogenuro a quella metallica.
La pubblicazione Tetenal che richiami non fa altro che confermare una netta distinzione tra il trattamento spinto ed il controllo delle dominanti: per il trattamento spinto si interviene sul primo sviluppo, e solo su quello, per le dominanti sullo sviluppo colore; ma le due cose non sono necessariamente collegate!
Il trattamento spinto compensa la sovra o sottoesposizione, il controllo delle dominanti serve solo ad adattare la formula Tetenal alla composizione chimica delle pellicole di marca diversa, che possono avere ciascuna una diversa resa di colore, ma vale in termini generali, cioè per tutte le pellicole di quel determinato tipo e marca.
Non serve e non può servire alla correzione delle dominanti introdotte su quel singolo rullino in quelle determinate condizioni di ripresa, perché o vengono misurate e corrette prima del trattamento, oppure saranno note, nel loro esatto manifestarsi, solo a sviluppo avvenuto.
Ovviamente nel processo di trattamento ogni fase è strettamente correlata, ma per grandi linee ed a fini espositivi è così.
Posso quindi concludere confermando che:
- il trattamento spinto delle diapositive non prevede di per sé interventi sulle dominanti, in quanto è limitato al primo sviluppo che riguarda solo i sali d’argento;
- intervenire sulle dominanti si può, ma in altre fasi del procedimento, a solo scopo creativo oppure per adattare in generale tutte le pellicole di un determinato tipo e marca ad una determinata formula; le dominanti introdotte in fase di ripresa possono essere quindi controllate solo in fase di ripresa, oppure corrette in fase di stampa, non durante lo sviluppo in quanto solo quando il processo sarà ultimato esse saranno note in ogni loro componente … e che io sappia non si può correggere ciò che ancora non si conosce;
- sperimentare sulle dominanti si può, ma per avere costanza nei risultati, cioè per prefigurarli, bisogna sperimentare molto, molto a lungo, ed in ogni caso sperimentazione non equivale a controllo e correzione, processi che richiedono a priori la conoscenza di dati certi di input e di output.
Buona Nikon a te.
Vincenzo