QUOTE(Cesare44 @ Apr 20 2013, 01:19 PM)

Elio, con tutto il rispetto, dovresti essere meno ermetico nelle tue argomentazioni, non tutti sono come te ricercatori, tanto meno addetti ai lavori.
Con ordine:
aggiungere vetri è un vantaggio per ridurre le varie aberrazioni, ma secondo me, se riferito ad uno specifico progetto, non se deve servire più obiettivi come un moltiplicatore.
Una cosa non mi è chiara "Dal momento che l'apertura effettiva resta la stessa, l'angolo di risoluzione (risoluzione a terra) resta pure lo stesso dell'obiettivo originale" quindi? la risoluzione rimane la stessa? Cosa vuol dire risoluzione a terra?
Per il resto, se ho interpretato bene, con un sensore di una D800, avremmo bisogno di ottiche molto più risolventi, quindi? E con altri sensori?
ciao
Il moltiplicatore generico è ovviamente meno ottimizzato come numero di lenti di un obiettivo. Anzi, spesso assume che la lente principale sia perfetta e cerca di mantenerla tale. Se la prima lente non è abbastanza perfetta, nascono i guai. Il converter in sè non è un male. Gli attuali Micro Nikkor tele, a partire dal 105 AFD e dal 70-180 AFD, per esempio sono lenti fisse di altissima correzione+moltiplicatore dedicato (e variabile), più sicure a corte distanze di quelle con un tiraggio lungo.
La risoluzione teorica dipende dall'apertura fisica dell'obiettivo (data da focale/apertura o f/F, es: 85/1.4), circa 1000/F lp/mm (o 2000/F secondo altri criteri) e dalla correzione delle aberrazioni. Con il moltiplicatore 2x, per fare cifra tonda, raddoppio la focale, ma l'apertura effettiva resta la stessa e l'apertura F raddoppia: quindi la risoluzione dimezza e in pratica
ingrandisco la zona centrale dell'ottica principale. Sul sensore quindi è quasi sempre meglio moltiplicare che croppare e ingrandire, per problemi di colore, aliasing, rumore e contrasto.
I migliori obiettivi che ho incontrato sono essenzialmente limitati dalla diffrazione a f/4-4.5 e "salgono" ancora fino a circa f/2.8, il che porta a una risoluzione teorica al centro di 200-250 lp/mm, 150-180 in pratica, a causa del sensore. Il Canon 300/2.8 non IS a circa f/3.5 veniva accreditato addirittura di 300 lp/mm, circa il limite di diffrazione.
Ora se io attacco il duplicatore e chiudo a f/7 (f/3.5 sull'ottica), a più di 120-130 lp/mm non vado con il suddetto 300, il che non è scarso. Calcolando poi la MTF, legata alla risolvenza, vedo che l'IQ diminuisce anche a frequenze inferiori, slavando l'immagine. Sto parlando del Canon 300, un mostro famoso sui banchi ottici e nel reportage d'assalto (famoso il caso di documenti segreti leggibili attraverso finestre di corridoio...)! Il vecchio 200 f/2 AIS o il Micro 200/4 AI (ma anche l'AFD non è che sia molto migliore) se arrivavano a 55 lp/mm accendevano i ceri... In pratica, con un 2x dietro non arrivavano nemmeno a una nitidezza accettabile in stampa (30 lp/mm per stampa 10X).
La risoluzione a terra è quella che specifica il rapporto con la nitidezza dell'occhio umano, che distingue 2 lp/mm (4 linee o pixel) a 1 m, ovvero 2 lp/mrad, o 2000 lp/rad o circa 35 lp/° di copertura.
In particolare, un 14 mm su FX7135 copre 2 radianti (114°) e richiederebbe 4000 lp (8000 punti) sulla diagonale del formato 2:3 per pareggiare l'occhio (92.5 lp/mm). La D800e arriva a 75 lp/mm max. in quella direzione e questo dimostra l'essenzialità di questi concetti quando si giudicano le ottiche e la loro qualità. Una D7100, per inciso, potrebbe reggere ancora il 14 mm (il Samyang 14 è OK in questo) a questa risoluzione, ma equivalenti a circa 21 mm in DX, mentre lo scanner Minolta 5400 II con molte pellicole e l'Heliar 15 per esperienza SUPERA l'occhio umano in confronto A/B anche verso il bordo, con un limite teorico sulla diagonale a 140 lp/mm (103 h/v). Ecco perché parlo spesso di questi concetti trascurati rispetto a valutazioni emotive "a peso" e disdegno gli zoom wide, che perdono oltre il 20% contro i fissi che conosciamo. Poi nella storia della fotografia si vede che gli sviluppihanno assecondato in sostanza questi limiti teorico-pratici, con focali minime funzionali di 12 mm FX con risolvenza terrificante, almeno al centro, e con il DX che si afferma, in quanto il primo formato utile rispetto all'occhio per focali di 24-28 mm; lo stesso accadde per il Leica 135, ecc....
Questi conti sono anche essenziali per il corretto dimensionamento dei sensori di sicurezza, degli autofocus, ecc...
A presto
Elio