Colori ad acqua, colori ad olio. Non c’è modo migliore per introdurre un’avventura in due dipinti realizzati da due pittori, coppia sia nella vita che nel lavoro; ognuno dei due con il proprio stile, ognuno dei due col proprio soggetto, ognuno dei due con l’attrezzatura adatta al tipo di colore, ognuno dei due col proprio mestiere.
Il viaggio in questo laboratorio artigianale, dove Andrea e Fabiana Centofanti realizzano le proprie opere permette di apprezzare la loro manualità, il loro controllo della tecnica per raccontare in un dipinto le proprie sensazioni.
Differenti per tipo di colore usato, acrilico lei, ad olio lui, sono differenti anche nel quadro. Fabiana sta infatti realizzando un quadro su Santa Teresina, seguendo un progetto a tema religioso, mentre Andrea sta dando gli ultimi colpi pennello ad un quadro di un filone surreale.
Tutt’intorno opere appese ai muri nelle cornici. Il laboratorio è una fucina dove si produce colore, dove si dà vita a tele o a tavole di compensato. Un semplice disegno man mano prende forma, acquisisce un’anima e la sua forza espressiva.
La tecnologia qui è un computer che ha lo scopo principale di diffondere musica, al più viene usato per mostrare una foto, un riferimento. Le mani non battono tasti sulla tastiera, il mouse non si muove vertiginosamente su un tappetino, piuttosto fanno correre veloci i pennelli o gli fanno accarezzare con precisione i bordi; si aprono tubetti di colore e non siti internet.
La Fabietta, così si firma Fabiana, sta realizzando il suo quadro sul compensato, unendo in una forma tutt’altro che rettangolare e classica, con diversi pezzi di legno. Appoggiata al suo treppiede, con una foto stampata come riferimento della Santa ritratta, inizia a dare i suoi colpi di pennello:



Il volto della Santa man mano assume forma, colore, sostanza. Fabiana ci spiega che per avere un effetto di incarnato, di chiaroscuro e quindi di profondità, con il colore acrilico occorre fare molto lavoro. Il colore è coprente e per avere senso di tridimensionalità servono diverse passate. Il colore acrilico è molto resistente, dura nel tempo tanto che si usa per la pittura murale, ma essendo molto veloce nell’essiccarsi li rende decisamente complicati per la realizzazione di opere d’arte, richiedendo un lungo tempo di lavorazione.
I ferri del mestiere sono i pennelli sempre a portata di mano:

Il lavoro va avanti sotto attenti occhi:

La Fabietta per non farsi ombra il treppiede viene messo fronte alla luce, in modo tale da essere tutto uniformemente illuminato dalle luci al neon del laboratorio:

Dipingere non è solo stare seduti sullo sgabello, dipingere è cercare le prospettive migliori, mettendosi a tu per tu con il quadro, cercando di vedere, di leggere, di capire:

Si scelgono i colori, quelli più adatti, quelli che l’occhio del pittore già sa immaginare come andranno lavorati per rappresentare la sua idea. Lo si fa correre veloce, sempre in completo controllo:


Il primo approccio al quadro è fatto, il soggetto ha iniziato a prendere forma. Mani sapienti hanno gettato le basi per il dipinto. Si sciacquano i pennelli, si arretra per godersi il lavoro fatto e si inizia già a pensare a domani, a come continuerà:


Il giorno dopo Andrea ci mostra come sta per chiudere il suo quadro surreale. C’è un drago, due figure femminili e manca qualche ritocco per chiuderlo. La sua tecnica è diversa, infatti usa il colore ad olio.
Lo studio è lo stesso, l’approccio al quadro completamente diverso. Andrea non si appoggia al tavolo come Fabiana, porta il colore che gli serve direttamente in mano. Serve il bianco? Nessun problema, il barattolo è a disposizione:

Anche la tavolozza segue sempre il pittore. È costituita da una tavoletta di legno con due coppette e il posto per i colori da mischiare, tutto a misura di mano:


La mano è ferma, sicura nei movimenti e nel tracciare i contorni dei volti quello che conta è la precisione. Non c’è velocità, ma controllo completo del movimento:

Anche con Andrea c’è silenzio, l’attenzione è tutta dedicata al colpo che deve dare il pennello, quello che in Photoshop è il brush stroke, qui è invece realtà. Il flusso, la durezza e la dimensione qua vengono scelti dalla mano e gli occhi seguono ogni singolo movimento da vicino:

La posizione che sceglie Andrea è diversa, il quadro infatti ha la luce della porta alle spalle, ma la soddisfazione del lavoro è sempre grande:

Ad un tratto la tecnica cambia, il colore ad olio va ora usato per fare delle ali e il loro piumaggio. Non si usa più il pennello ma una spatola, grazie alla quale si riescono ad ottenere dei rilievi e dei chiaroscuri che simulano alla perfezione la texture delle piume di un ala:

Il tutto è seguito sempre molto da vicino:

La figura femminile è stata quasi completata, le ali sono state fatte, ma per procedere il colore deve asciugare. Ci si ferma qua e dopo aver lavorato con pennello e spatola, si chiude l’ultimo tubetto...
