QUOTE(Nikogen @ Jan 26 2012, 08:40 PM)

Temo proprio che non sia così.
Se ricarichi un’auto elettrica dalla rete nazionale devi considerare il prodotto di tre rendimenti:
Quello della centrale (combustibile ---> potenza elettrica) quello della distribuzione (perdite in linea) e quello del motore DC dell’auto (potenza elettrica----> potenza meccanica) Tale prodotto ti restituisce un rendimento complessivo certamente inferiore rispetto alla trasformazione diretta combustibile---> potenza meccanica effettuata dal motore endotermico.
Inoltre riguardo al tema inquinamento/costi generali dove lo mettiamo il problema di smaltimento delle batterie esauste?
Como ho scritto prima questi temi andrebbero affrontati nella loro globalità e non in modo superficiale.
Gennaro
La soluzione sarebbe quindi? Continuare con i combustibili fossili dato che le batterie esauste hanno impatto? E' questa la conclusione non superficiale? Vedi, è ovvio che se ottieni qualcosa da una parte, tiri dall'altra. Ma famme capì una cosa, siccome una tecnologia porta dei benefici (e questo è innegabile) ma anche altri problemi, non va presa questa strada? E allora non dovevamo nemmeno usare il cemento armato, le nanotecnolgie, i motori a scoppio (faccio notare che i cavalli, pur scor.reggiando come locomotive, impattano e costano meno dei motori, e hanno un rendimento globale molto superiore). Però senza i motori, staremmo ancora al 1800.
Non esiste una attività priva di impatto. Parli di impatto delle batterie. Dimentichi quello equivalente degli olii easusti, dei sottoprodotti della lavorazione del greggio, della produzione dei motori, dello smaltimento dei motori ecc ecc. Il metallo dei motori può essere riutilizzato. Così i metalli e gli elettroliti delle batterie. E così via. Per non essere superficiali, occorre che consideriamo l'impatto globale di una macchina elettrica, dalla produzione al recupero. Posto che produzione e recupero hanno impatto, ma che queste attività esistono anche per le auto convenzionali (e siamo su ordini di grandezza equivalenti, se non ci credi indaga pure), quello che cambia molto è la vita utile. Durante la quale non hai consumo di olio motore (e questo oggi è un bel problema), non hai usura di molti ingranaggi, non hai emissioni dirette. Hai più energia elettrica da produrre, e questo produce impatto. Ma non devi trasportare carburante durante il percorso, su migliaia di km di strade e stradine. E anche questo ha un impatto e un costo, molto maggiore di qualunque perdita di rete odierna, che comunque non discuto esserci.
Parlando di emissioni, immagino saprai che la combustione di un motore d'auto, con i ripetuti cicli di accendimento/spegnimento, non è neanche lontanamente vicino alle emissioni che hanno le centrali, per kg di materia combusta. E questo per la molto maggiore controllabilità delle condizioni di combustione; oltre al funzionamento pressoché continuo, a meno delle manutenzioni.
E, insisto, le auto e i camion vanno a gasolio e benzina, che vanno prodotti, trattati e trasportati. L'elettrica smarca da questo ciclo e, inizialmente, si può utilizzare il gas, ottenendo un beneficio netto in termini economici di materia prima utilizzata e di emissioni (il metano emette stechiometricamente meno CO2, non emette benzeni, non emette fureni e fullereni e compagnia bella, non emette SOx. Gli NOx si, invece, ma non ci possiamo fare granché). Inoltre mentre nè io nè te saremo mai in grado di produrre la nostra benzina, non è detto che fra qualche anno non si possa limitare il consumo dalla rete con produzione delocalizzata, come stanno facendo (ora, non nel futuro) in Germania, Olanda, Francia, Danimarca, Norvegia ecc. E questo abbassa la domanda centrale (ipoteticamente in un futuro roseo, qui da noi...)
Sui rendimenti. Tu paragoni il rendimento di un ciclo che parte dalla produzione centrale fino alla macchina e lo paragoni al rendimento del motore a scoppio. Questo è concettualmente sbagliato. O paragoni il rendimento del motore elettrico con quello endotermico, o i due rendimenti globali. Nel secondo caso, oltre a quello che hai giustamente individuato, dall'altra parte devi trovare un rendimento per la produzione (non mettiamo nel serbatoio del greggio), il trasporto dei carburanti nella rete di distribuzione (visto che consumano gasolio nel farlo), i rendimenti delle pompe (piccolo consumo ognuna, ma devi moltiplicare per migliaia). A valle di questi conti, potrai dire quale dei due è maggiore. A monte, difficile azzeccarci.
Inoltre io non ho parlato di rendimenti in senso tecnico. Ho parlato molto più beceramente di soldi. Il gas costa meno del petrolio. Le centrali turbogas, specie quelle a recupero di calore a più stadi, hanno rendimenti (questa volta si, in senso fisico) più elevati delle centrali a petrolio. Non per caso Enel e Eni investono in queste centrali e non in quelle a petrolio. Nella mia ignoranza, stante questi due fatti, se fossi un produttore di energia cui oggi sono richiesti X MWh, nel momento in cui mi chiedono Y>X MWh cercherei di produrli al minor costo. Quindi andrei sul gas. Poi certo, la situazione è molto più complessa, lo so pure io questo, però in linea di principio potrebbe anche andare così, per lo meno in una certa percentuale. Come ad esempio è andata in Gran Bretagna, dove c'è stato il famoso "dash for gas".
Certo, sono tutte parole al vento, perchè ancora non ci siamo in termini di prestazioni. Ma, appunto, il problema vero è questo: le prestazioni da vendere al consumatore, il famoso "valore aggiunto". In sintesi, perchè cavolo un tizio dovrebbe sborsare un sacco di soldi per un auto elettrica. Tutto il resto, alla fine, si aggiusta in funzione della domanda.