QUOTE(Rinux.it @ Nov 16 2011, 06:35 PM)

Scusami ma qua mi perdo di brutto.
Perchè -o come mai- il nostro bravo pixel dovrebbe, nei successivi scatti, assumere il suo bel valore 10? Dove, non vorrei sbagliarmi, il 10 dovrebbe dirmi che il suo colore è prossimo al nero assoluto. E' così?
E poi un'altra cosa: ma gli scatti si fanno tutti con le identiche impostazioni oppure...? Aiutami a capire.
La domanda sarà pure ingenua e banale ma, capirai, questa tecnica -fin'ora- mi era del tutto sconosciuta.
Ciao,
Rinux
Questo è un trucco usano dagli astronomi. E ho notato che pochi fotografi, anche professionisti, lo conoscono. Non ti preoccupare di fare domande.
Non devi dare troppa importanza quel 10 che ho scritto, il pixel potrebbe anche essere 100, 200, 0, 34...
Consideriamo i pixel come dei secchi colmi d'acqua che possono assumere il valore da 0 (vuoto) a 255 (pieno).
Durante un'esposizione i fotoni andranno a riempire questi secchi, e nel nostro caso siamo noi che li riempiamo con una pompa. Dopo andiamo a leggere il livello d'acqua e svuotiamo. Rifacciamo questo lavoro più volte (riempiendo ogni secchio allo stesso livello).
Purtroppo quest'operazione possiamo farla solamente sotto la pioggia (che sarebbe il nostro rumore). Più gli ISO sono alti più la pioggia si intensifica.
Il rumore (pioggia) agisce in due fasi (chiamiamole così):
1) Sceglie, a caso, i secchi dove cadere
2) Sceglie, a caso, quante gocce cadono in ciascun secchio, scelto nella fase 1)
Visto che le macchine hanno dai 10M pix... secchi in su, e noi lavoriamo in una giornata di piogerellina leggera, possiamo affermare che, su 10 operazioni di ricarica d'acqua e lettura, sarà molto difficile che lo stesso secchio presenti ad ogni operazione una quantità d'acqua extra dovuta alla pioggia.
Sarà più probabile che su ricariche consecutive, la pioggia scelga ogni volta dei secchi diversi (o anche lo stesso, ma con quantità diverse)!
Nel caso della foto postata, ho lavorato sotto un tifone!
Sfuocando abbastanza, il colore del cielo (chè dovrebbe essere uniforme) si stabilizza su un valore RGB (16; 21; 35).
Prendendo un pixel a caso del singolo scatto (il rumoroso) leggiamo (34; 40; 66)
In questo caso la pioggia è caduta in questo secchio riempiendo di più, (+18; +19; +31)
Nelle 8 esposizioni successive, i valori in eccesso saranno diversi (per non dire assenti);
Leggendo lo stesso pixel dopo la media vediamo che ha assunto i valori (20; 28; 47).
Rispetto al valore 'vero' abbiamo (+4; +7; +12)! Una riduzione del disturbo notevole!
Questo principio si applica anche a scuola: se qualcuno ha fatto qualche laboratorio di fisica si ricorderà che per fare una misura (di qualsiasi cosa) il prof. te la faceva ripetere tante volte. Il risultato finale lo ottenevi facendo la media. Questo perchè ogni misura è affetta da un errore casuale, e ripetendo più volte la stessa misura questo errore cambia (a volte misuri di più a volte di meno e a volte misuri l'esatto). La teoria dice che il valore reale lo ottieni dopo aver fatto infinite misure...
Nel caso fotografico possiamo dire che è il convertitore analogico/digitale che fa questa misura. Facendogliela ripetere tante volte (e dopo farli fare la media) è più probabile che il valore dei pixel dell'immagine sia quello vero (e cioè senza la componente rumorosa).
Spero di essere stato chiara, senno chiedi pure!
PS: si, ho usato le stesse impostazioni diframma/tempo/ISO per ogni scatto!