QUOTE(d80man @ Apr 20 2011, 12:39 PM)

Grazie Massimo
poniamo che il mio punto di arrivo finale sia il WEB,
potresti specificare quali siano
i passaggi da fare e a cosa fare attenzione ?
Grazie
Dato che la risposta può essere diversa a seconda dei vari metodi di lavoro, io esprimo il mio parere e le mie esperienze.
A parere personale mio è un errore utilizzare in fase di conversione del RAW in file immagine lo spazio colore ProPhoto se poi quel file immagine deve forzatamente essere nuovamente convertito in spazi colore molto piccoli, ed in particolare sRGB, per il Web, e questo vale non solo per la conversione fatta con ACR ma per tutti i convertitori di RAW.
ProPhoto è uno spazio colore molto ampio, ed è l’unico in grado, in pratica, di registrare e gestire tutti i colori e la grande gamma dinamica registrati dal sensore della fotocamera, non per nulla come spazio di lavoro di ACR è usato proprio ProPhoto e si usa proprio per questo, dà immagini ricche di colori e vivaci.
Ma se alla fine tutti quei colori e quella dinamica registrati da ProPhoto devono essere poi compressi in uno spazio colore ben più piccolo, inevitabilmenteci potranno esserci dei tagli, ed anche molto robusti, sia nel cromatismo che nella dinamica, in altre parole, la foto della quale è stata fatta la conversione dal RAW a file immagine in spazio colore ProPhofo, all’atto della ulteriore conversione in sRGB può essere alterata, ed anche pesantemente, come colori e luminosità, dipendendo dal contenuto cromatico e di gamma dinamica dell’immagine, i tagli possono essere nulli o molto marcati in funzione dell’immagine.
In altre parole, fare tutto il lavoro di conversione del RAW ed il fotoritocco in ProPhoto e poi convertire alla fine del lavoro in sRGB è un lavoro fatto male, dato che si rischia di lavorare, se non per nulla, per ben poco e fatto male, ossia per avere un’immagine che poi convertita in sRGB può benissimo risultare brutta, sgradevole, con saturazioni cromatiche e/o del bianco (clipping di canale e/o delle alte luci) o slittamenti cromatici.
Fare la conversione del RAW in ProPhoto, e poi convertires subito in sRGB e dopo fare il fotoritocco in sRGB è, analogamente, un errore, un lavoro fatto male, dato che l’immagine da ritoccare convertita in sRGB, può essere soggetta a saturazioni cromatiche (clipping di canale) e saturazioni di gamma (clipping del bianco) o slittamenti cromatici.
Per quanto sopra, nel caso di utilizzo finale in spazio colore piccolo, tipo sRGB per il Web, è bene fare la conversione del RAW ed il successivo fotoritocco direttamente in quello spazio colore piccolo, per non avere sorprese a metà o alla fine del lavoro.
A parer mio dunque, sRGB è troppo più piccolo di ProPhoto per poter farci delle conversioni buone su tante immagini, slittamenti e clipping possono essere molto elevati, dunque per immagini in sRGB è meglio partire subito facendo la conversione del RAW in sRGB, perché altrimenti il rischio è troppo alto, ma questo è un mio giudizio.
In stampa, con stampante buona, è meglio invece fare la conversione del RAW in ProPhoto e farci il fotoritocco, e dopo stamparci, facendo però delle verifiche e delle modifiche per adattare quell’immagine in ProPhoto a quella stampante.
Pro Photo è molto utile se uno stampa, dato che con quel grande spazio colore si hanno immagini a grande gamma cromatica e grande gamma dinamica, dunque quelle migliori, ma……l’elevata gamma cromatica e dinamica pongono dei problemi, dato che tanti colori e grandi salti luminosi la stampante non te li stampa, ha dei limiti, ossia la stampante può stampare solo certi colori con certi livelli di luminosità, non di più, ha una specie di suo “spazio colore” stampabile, ossia ha il suo “gamut”, più piccolo anche lui di ProPhoto.
C’è dunque il problema di contrarre colori e luci che stanno in ProPhoto ma non nel gamut della stampante, strabordano, in altri colori e luci, PER QUANTO POSSIBILE UGUALI AGLI ORIGINALI, che però stiano dentro il gamut della stampante.
Questo problema si può superare e stampe da ProPhoto conducono ai risultati migliori, come qualità d’immagine, ma, come ha detto manovi sopra, “se sai a cosa stare attento in fase di elaborazione e sai come poi convertire correttamente negli spazi colore più limitati usati per stampa e web”
Ossia, parlando di stampa, se si sa come fare a riportare a valori stampabili i colori e la dinamica che eccedono il gamut della stampante con una determinata carta, spesso un gamut delle dimensioni di Adobe RGB o poco più, per stampanti buone, dunque più piccolo di ProPhoto.
Per stampare bene una foto in ProPhoto, che ha dunque le migliori gamma cromatica e gamma dinamica ma che sborda un po’ dal gamut della stampante, il lavoro da fare non è comunque facilissimo e fondamentalmente ci vogliono la conoscenza e la padronanza di due strumenti:
1) Photoshop.
Photoshop ci permette di fare una simulazione di stampa (softproofing) e la verifica dei colori fuori gamma, fuori dalla gamma stampabile dalla stampante con quei suoi inchiostri su quella determinata carta.
Facendo la verifica dei colori fuori gamma, con gli strumenti (spugna, livello di regolazione saturazione, ed altri, settorializzati sempre e comunque) si riportano i colori nel gamut della stampante, controllando gli slittamenti, inevitabili, cromatici, per farli gradevoli e non avere sorprese.
Con il softproofing, si riportano, per quanto possibile, i valori di gamma dinamica ai valori del gamut della stampante con quella carta, alterando gli intenti di stampa, oppure mettendo livelli di luminosità e contrasto settorializzati, etc, sempre e comunque.
La ripresa dei fuori gamma cromatici ed il riporto in gamma dinamica e contrasto dell’immagine da stampare, con una foto che è stata finita nel fotoritocco e che sarebbe dovuta essere pronta per la stampa, ma che alla prova del soft proofing dà risultati deludenti (piatta e/o slavata) e che alla prova del fuori gamma cromatica presenta degli extra, può benissimo richiedere un altro bel po’ di lavoro, ma è l’unico mezzo per fare stampe di qualità.
2) La stampante
A patto di avere monitor calibrato bene come cromatismo e dinamica, ed anche se c’è una buona ed anche ottima coincidenza tra quello che vedi a monitor e quello che la stampante con quella carta ti stampa, NON c’è mai la coincidenza perfetta, ed è dunque necessario conoscere molto bene la propria stampante cosa è in grado di fare su certi colori, e modificare l’immagine da stampare di conseguenza.
Cosa tenere sotto controllo, durante il processo di fotoritocco, sono i colori, la saturazione e la dinamica ma non è affatto facile, ci vuole esperienza e non hai molti strumenti, almeno a me noti, per farlo, dato che non puoi fare conversioni intermedie da ProPhoto a sRGB o Adobe RGB e fare dei controllo con la verifica dei fuori gamma cromatici, o con livello di livelli, per la gamma dinamica, dato che una volta convertita, anche una sola volta l’immagine da ProPhoto ad altro spazio colore, la gamma cromatica e dinamica sono tagliate, non è possibile recuperarle ed allora tanto vale fare, dall’inizio, tutto il lavoro nello spazio colore originale.
Saluti cordiali