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NikonClub.it Community > PRODOTTI NIKON > NIKON DIGITAL REFLEX
dimapant
In questa discussione

http://www.nikonclub.it/forum/index.php?sh...p;#entry2382613

è stato esaminato un problema su immagini brutte come qualità, ed una delle ipotesi, sollevata da un utente, è che la diffrazione derivante da una chiusura di diaframma a F 20 “massacri” le immagini.

Non sono intervenuto in quella discussione dato che il tema della diffrazione, a parer mio, merita un approfondimento separato, poichè nelle foto di paesaggio si ha spesso a che fare con diaframmi anche ben chiusi, alla ricerca di PdC, e conoscere un po’ di più l’argomento e come combattere questo nemico, può aiutare sicuramente degli utenti.

Si potrebbero fare un mucchio di conti teorici, sull’ottica che opera in condizioni di diffrazione, etc, la risoluzione che decade e quanto, etc. in funzione del sensore e dell’ottica, etc, Internet è piena di tutto, compreso di questi conti, più o meno sbagliati che siano, ma ritengo che una soluzione operativa molto più seria e soprattutto alla portata di tutti sia quella di fare delle prove, alla fine bisogna vedere il comportamento in pratica della tua attrezzatura, ed io sono un tipo pratico e faccio molti paesaggi.

Quello che vorrei far presente è che oggi il digitale risolve, ed in modo molto elegante, parecchie problematiche che in pellicola erano delle vere disgrazie, e molti, a parer mio, si portano dietro il retaggio della pellicola nell’uso quotidiano del digitale e si pongono dei limiti operativi che invece nel digitale sono molto meno restrittivi: la diffrazione, con 12 mpx, è uno di questi falsi problemi.

La questione è: se prendo una D 700 con un 24-70 e chiudo a f 14 o f20, la qualità dell’immagine decade molto rispetto ad f 8, diaframma tra quelli ottimali?

In pellicola sì, decadeva e molto, mentre in digitale FX a 12 mpx, assolutamente no, praticamente nulla: la diffrazione su quel complesso camera + ottica, a f 14 è praticamente inesistente mentre a f 20 è del tutto trascurabile, non assume valori tali da far decadere la qualità dell’immagine in modo visibile anche ad occhio esperto, se trattata opportunamente, rispetto a f 8.


Di sotto, 3 scatti fatti alle ore 13 circa di oggi, dalla finestra, con D 700 + 24-70, in una giornata, ahimè, con pioggia battente ed illuminazione diffusa, che contribuiscono ad abbattere i valori del micro contrasto e della risoluzione ed oltretutto, nelle immagini sono presenti rametti, foglioline etc, ossia frequenze spaziali molto elevate, dunque queste foto postate qui sono, otticamente, in condizioni molto critiche, molto impegnative, quando sottoposte a diffrazione, che tende a spappolare i dettagli più fini.

Gli scatti sono stati effettuati ad f 8, f 14 ed f 20, alla focale di 24 mm del 24-70, ed anche questa è la focale otticamente più critica per quell’ottica, dunque, anche qui siamo nella condizione peggiore.

Sono dei NEF convertiti con View NX, senza toccarli.

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 5.9 MB

F 20

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 6.1 MB

F 14

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 6.1 MB

F 8

Già sul RAW dei 12 Mpx, il NEF per Nikon, la differenza di diffrazione tra f 8 ed f 14 è praticamente invisibile anche al 100%, mentre a f 20 c‘è un leggerissimo decadimento, visibile solo al 100%, ma assolutamente nulla che non possa essere recuperato con un capture sharpening normalissimo, di routine, in fase di conversione del NEF in file immagine, a conferma che f 20 è un diaframma usabilissimo in fotografia con quell’attrezzatura, con risultati ottimi.

Quelli sopra sono i RAW, dove perfino f 20 non crea problemi di sorta, ma io voglio stampare: vediamo adesso in stampa se f 20 crea problemi, alla fine quello che mi interessa è la foto finita, non il RAW.

Innanzitutto: come lo converto un RAW ? Io, come migliaia di altri, uso il normalissimo plug in di Photoshop, ACR.

ACR va bene anche se c’è un po’ di perdita d’informazione da diffrazione?

Uno dei metodi migliori per recuperare le perdite da diffrazione è l’iterazione ricostruttiva di Richardson – Lucy, e dunque potrei utilizzare un programma specializzato che usa quell’interazione.
Ma i programmi specialistici di quel tipo costano: senza andare a infangarsi in costosi programmi specialistici d’iterazione, il normalissimo Adobe Camera RAW (ACR), nel suo comando dettagli, per il recupero di acutanza di scatto, il capture sharpening, utilizza, in certe condizioni, proprio l’iterazione di Richardson –Lucy, dunque abbiamo a disposizione,(Jeff Shewe, grazie!) un potente mezzo per recuperare la perdite da diffrazione nel normalissimo nostro convertitore di RAW quotidiano, ACR, dunque ho usato quello in conversione del RAW in file immagine, non ho usato nessun programma specialistico.

Di sotto gli stessi RAW, convertiti Tiff a 16 bits, tramite ACR 6.3 e poi sottoposti ad un’unica maschera di contrasto in CS5, dato lo sharpening di stampa per InkJet, Glossy paper e 360 PPI, metodo di Schewe, dunque pronti ad una stampa A3 o A2, per simulare appunto una stampa, e poi riconvertiti in Jpeg per postarli.


IPB Immagine Ingrandimento full detail : 14.1 MB

F 20

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 14.8 MB

F 14

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 14.2 MB

F 8

Su D 700, tra gli scatti a f8, f14 ed f 20, il risultato su stampa di quel formato è indistinguibile l’uno dall’altro per la presenza o meno della diffrazione, la diffrazione a quei livelli non rappresenta alcun problema di sorta, l'immagine è sempre e comunque ottima, in linea con le migliaia di paesaggisti che chiudono a quei valori il diaframma in cerca di PdC.


In allegato, per chi si vuol divertire, anche i files NEF originali, zippati, per il fotoritocco, altrimenti uno può benissimo fare prove per conto suo a f 8, f 14 ed f 20.

Saluti cordiali








edgecrusher
Grazie mille per l'esaustiva quanto interessante dimostrazione, è sempre un piacere leggere i tuoi post.
Mi permetto solo di aggiungere, per completezza, un link ad un articolo che spiega alcuni dettagli sulla diffrazione e che, ovviamente, aderisce perfettamente alle tue conclusioni.

http://www.phme.it/2010/02/ph-aq-diffrazione-e-megapixel/

Grazie ancora!
Andrea

alessandro pischedda
Come sempre interessantissimo intervento.
Ma quindi, come i mm per la focale, anche il diaframma ottimale e' indicato pensando in un certo senso alla pellicola?
Ripolini
Suggerisco agli interessati questa lettura.
Saluti,

R.
Ripolini
QUOTE(Ripolini @ Mar 14 2011, 08:23 AM) *
Suggerisco agli interessati questa lettura.

P.S.:
Allego un articolo di Lloyd Chambers (www.diglloyd.com) e un mio test effettuato con un'ottica macro di massima qualità (100/2 Zeiss Makro-Planar):
Clicca per vedere gli allegati
Clicca per vedere gli allegati
La diffrazione mostra i suoi effetti a f/22 anche su un'ottica macro di classe ...
Mauro1258
Interessante .... hmmm.gif

Quindi è controproducente chiudere oltre un certo limite ... nel caso sia necessario meglio togliere qualche stop con un buon filtro ?
Andrea Meneghel
Ho verificato anch'io un mesetto fa, in occasione di un test tra un 20 fisso F2.8 e il 16-35 F4 sempre a 20mm..che la perdita anche a F22 è molto esigua e gestibile, ma comunque c'è...naturalmente in condizioni controllate smile.gif
Ripolini
QUOTE(Mauro1258 @ Mar 14 2011, 09:16 AM) *
... nel caso sia necessario meglio togliere qualche stop con un buon filtro ?

Purché il filtro sia di ottima qualità. Io trovo molto buoni i B+W ND.
Il filtro comunque aumenta solo il tempo di posa. Non ha certo effetto sulla profondità di campo.

P.S.: suggerisco di leggere anche questa pagina, con esempi chiari.
Mauro1258
QUOTE(Ripolini @ Mar 14 2011, 09:32 AM) *
....
Il filtro comunque aumenta solo il tempo di posa. Non ha certo effetto sulla profondità di campo.



Si ovvio, ma in alcune situazioni si è costretti a chiudere senza per questo aver la necessità di aumentare la PdC.
Andrea Meneghel
Io uso gli Heliopan e mi trovo piuttosto bene, anche con l'nd3,0 d 10 stop che nonostante siano parecchi non induce quasi nessuna dominante con esposizioni anche di oltre 5minuti
Mauro1258
QUOTE(Ripolini @ Mar 14 2011, 09:32 AM) *
Purché il filtro sia di ottima qualità. Io trovo molto buoni i B+W ND.
....


Mi hanno suggerito anche gli Hoya, come sono rispetto i B+W ?
Ripolini
QUOTE(Mauro1258 @ Mar 14 2011, 10:15 AM) *
Si ovvio, ma in alcune situazioni si è costretti a chiudere senza per questo aver la necessità di aumentare la PdC.

Ad esempio?

QUOTE(Mauro1258 @ Mar 14 2011, 10:20 AM) *
Mi hanno suggerito anche gli Hoya, come sono rispetto i B+W ?

Non ho usato Hoya ND, dunque non saprei.
Per evitare sbavature cromatiche, basta comunque fare, prima della ripresa, un WB custom col filtro montato. Neanche i B+W ND sono del tutto "neutri" (link).
Mauro1258
QUOTE(Ripolini @ Mar 14 2011, 10:31 AM) *
Ad esempio?



Scatto con grandangolo e luce eccessiva
nuvolarossa
Scusate, ma la domanda mi sorge spontanea: Che senso ha scattare a f20??? Specialmente poi con un'ottica grandangolare che non ha "problemi" di profondità di campo... hmmm.gif
Se sappiamo che le ottiche danno il loro meglio con diaframmi compresi tra f 8 ed f11, perchè andare ad utilizzare diaframmi più chiusi e fotografare con tempi lunghi?
Il senso si può trovare nella macrofotografia, ma secondo me non nei paesaggi, a meno di particolari esigenze come il mosso creativo dell'acqua o casi simili ma in questi casi possiamo anche accettare un minimo di diffrazione.

Insomma, se vogliamo creare dei casi tecnici o fare brainstorming facendo la punta alle zampe delle formiche allora possiamo fotografare le mire ottiche, le pagine dei giornali, i paesaggi a f32 e mezzo secondo di esposizione in pieno giorno a 50 iso... Altrimenti aspettiamo che smetta di piovere ed usciamo a fare foto "normali"... laugh.gif
Paolo66
QUOTE(nuvolarossa @ Mar 14 2011, 01:11 PM) *
Scusate, ma la domanda mi sorge spontanea: Che senso ha scattare a f20??? Specialmente poi con un'ottica grandangolare che non ha "problemi" di profondità di campo... hmmm.gif
Se sappiamo che le ottiche danno il loro meglio con diaframmi compresi tra f 8 ed f11, perchè andare ad utilizzare diaframmi più chiusi e fotografare con tempi lunghi?
Il senso si può trovare nella macrofotografia, ma secondo me non nei paesaggi, a meno di particolari esigenze come il mosso creativo dell'acqua o casi simili ma in questi casi possiamo anche accettare un minimo di diffrazione.

Insomma, se vogliamo creare dei casi tecnici o fare brainstorming facendo la punta alle zampe delle formiche allora possiamo fotografare le mire ottiche, le pagine dei giornali, i paesaggi a f32 e mezzo secondo di esposizione in pieno giorno a 50 iso... Altrimenti aspettiamo che smetta di piovere ed usciamo a fare foto "normali"... laugh.gif


Il problema era nato da una foto fatta ad una cascata (Lavacchiello....anche se non vuole ammeterlo! biggrin.gif ), in cui l'utente voleva sfruttare al massimo la possibilità di usare tempi lunghi per rendere l'effetto dell'acqua ancora più setosa. Ha notato l'effetto di impastamento sui raw delle foto ed ha semplicemente chiesto lumi alla comunity (...mi "gaso" quando reisco ad usare questi termini eruditi!)
dimapant
QUOTE(esclavo @ Mar 13 2011, 11:10 PM) *
Come sempre interessantissimo intervento.
Ma quindi, come i mm per la focale, anche il diaframma ottimale e' indicato pensando in un certo senso alla pellicola?


L’ottica, per sua natura, ha uno o più valori di diaframma che danno la massima nitidezza, e dato che la pellicola, di solito, era in grado di avere risoluzioni uguali o maggiori di ottiche normali, soprattutto certi tipi di pellicola, ce la facevi a vedere intorno a quale diaframma l’ottica dava il massimo.

I sensori, soprattutto quelli a bassa risoluzione, possono invece tranquillamente avere meno risoluzione dell’ottica, ed in quel caso il diaframma ottimale c’è ancora, ma con quel sensore è praticamente inutile, tanto non lo vedi: troverai un campo più ampio, rispetto alla pellicola, di diaframmi che danno risultati tutti buoni, praticamente uguali.

Quindi la tua supposizione è del tutto giusta, il diaframma ottimale, almeno per adesso, con la pellicola che ha più risoluzione di tanti sensori, è individuabile ed utilizzabile meglio sulla pellicola che su quei sensori.

Saluti cordiali
Andrea Meneghel
QUOTE(nuvolarossa @ Mar 14 2011, 03:11 PM) *
Scusate, ma la domanda mi sorge spontanea: Che senso ha scattare a f20??? Specialmente poi con un'ottica grandangolare che non ha "problemi" di profondità di campo... hmmm.gif
Se sappiamo che le ottiche danno il loro meglio con diaframmi compresi tra f 8 ed f11, perchè andare ad utilizzare diaframmi più chiusi e fotografare con tempi lunghi?
Il senso si può trovare nella macrofotografia, ma secondo me non nei paesaggi, a meno di particolari esigenze come il mosso creativo dell'acqua o casi simili ma in questi casi possiamo anche accettare un minimo di diffrazione.

Insomma, se vogliamo creare dei casi tecnici o fare brainstorming facendo la punta alle zampe delle formiche allora possiamo fotografare le mire ottiche, le pagine dei giornali, i paesaggi a f32 e mezzo secondo di esposizione in pieno giorno a 50 iso... Altrimenti aspettiamo che smetta di piovere ed usciamo a fare foto "normali"... laugh.gif


nelle foto paesaggistiche se ti avvicini al terreno scattando dal basso...vorrai avere anche i sassi vicini alla lente il più a fuoco possibile..non solamente l'infinito

ad esempio con un 16mm a F16 focheggiando a 150m di distanza circa avrai tutto a fuoco a partire da circa 53cm...più recisamente da 53cm all'infinito...se ti trovi a 1,5mt di distanza dal suolo avrai tutto a fuoco ma mano mano che ti avvicini al suolo devi per forza chiudere il diaframma per avere meno sfocato possibile all'estremo piu basso.

Ad F11 saranno gia 75cm...22cm in piu di distanza da gestire ed essendo rasoterra sono parecchi

Ovvaimente andare oltre F16 comincia ad indurre difrazione
Andrea Meneghel
altrimenti rischi di avere un effetto di sfocato come vedi in questa mia foto fata nel passato ( si nota in basso sui sassi )

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

in questi casi si può fare un'altra foto chiudendo ulteriormente solo per avere la parte bassa a fuoco e non perdere la nitidezza di un'apertura meno invasiva nelle zone alte, undendo poi le due esposizioni
edgecrusher
Una piccola domandina molto pratica. Premessa:
- Voglio una stampa di 2 mt sul lato lungo
- E' una stampa da un singolo scatto, una stampa di un bel panorama dove tramite l'iperfocale cerco la massima nitidezza per primo piano ed infinito
- L'oggetto più vicino (il primo piano) è a circa 0,5 metri..calcolo l'iperfocale e scopro che dovrei chiudere il mio grandangolo a f/18 per ottenere la pdc giusta.

E' meglio usare una D3 o una D3x?...la differenza nella grandezza dei fotositi dei 2 sensori non rende preferibile la D3 che "annulla" la diffrazione fino a f/18?
Con la D3x avrei maggiore risoluzione, utile nella stampa di grande dimensione, ma la diffrazione presente già da f/14 non annulla i miei vantaggi?

....solo curiosità, cose converrebbe usare?.....ribadisco: singolo scatto eh?
Michele Volpicella
QUOTE(edgecrusher @ Mar 14 2011, 06:34 PM) *
Una piccola domandina molto pratica. Premessa:
- Voglio una stampa di 2 mt sul lato lungo
- E' una stampa da un singolo scatto, una stampa di un bel panorama dove tramite l'iperfocale cerco la massima nitidezza per primo piano ed infinito
- L'oggetto più vicino (il primo piano) è a circa 0,5 metri..calcolo l'iperfocale e scopro che dovrei chiudere il mio grandangolo a f/18 per ottenere la pdc giusta.

E' meglio usare una D3 o una D3x?...la differenza nella grandezza dei fotositi dei 2 sensori non rende preferibile la D3 che "annulla" la diffrazione fino a f/18?
Con la D3x avrei maggiore risoluzione, utile nella stampa di grande dimensione, ma la diffrazione presente già da f/14 non annulla i miei vantaggi?

....solo curiosità, cose converrebbe usare?.....ribadisco: singolo scatto eh?


Ho entrambe la D3 e la D3x e la risposta è semplice: in termini di definizione, in qualsiasi condizione e con qualsiasi lente la differenza è ABISSALE. Punto
Ciao
Valejola
QUOTE(edgecrusher @ Mar 14 2011, 06:34 PM) *
- L'oggetto più vicino (il primo piano) è a circa 0,5 metri..calcolo l'iperfocale e scopro che dovrei chiudere il mio grandangolo a f/18 per ottenere la pdc giusta.

A me invece piacerebbe imparare ad intuire proprio questo passaggio...
Ma non per capire il diaframma in sè da usare, per quello c'è già la formula, più che altro per capire in che punto devo mettere a fuoco per avere la zona desiderata tutta nitida (in questo caso da 0,5m fino ad infinito).
Perchè sono quasi sicuro che non lo devo fare sul punto più vicino a me...
Ripolini
QUOTE(Valejola @ Mar 14 2011, 07:06 PM) *
...più che altro per capire in che punto devo mettere a fuoco per avere la zona desiderata tutta nitida (in questo caso da 0,5m fino ad infinito).

Non è un caso che i paesaggisti "seri" usino il banco ottico.
E chi ripiega sul piccolo formato (= FX) si dota di ottiche tilt & shift non perché ami complicarsi la vita, ma per risolvere certi problemini .... rolleyes.gif
Ciao!
R.
dimapant
QUOTE(Michele Volpicella @ Mar 14 2011, 06:53 PM) *
Ho entrambe la D3 e la D3x e la risposta è semplice: in termini di definizione, in qualsiasi condizione e con qualsiasi lente la differenza è ABISSALE. Punto
Ciao


Parole sante!

Vado a far paesaggi con una squadretta di gente che ha i 21 Mpx ed io con 12Mpx Fx e Dx mi sento veramente a disagio: la differenza è, appunto, abissale, le mie fotocamere sono inadatte a quell'uso, superate tecnologicamente.

Rispetto ad anni orsono, le ottiche, mediamente, sono molto migliorate come prestazioni, anche ottiche di modesto prezzo funzionano egregiamente.

Con questa premessa, nel bilancio totale della qualità dell'immagine, il contributo dato dalla fotocamera rispetto a quello dato dall'ottica è cambiato nel tempo, ed in modo eclatante, in favore della fotocamera, la situazione si è praticamente ribaltata rispetto al passato: la fotocamera gioca un ruolo molto più importante dell'ottica, salvo casi di esigenze eccezionali, e con l'aiuto evoluto del fotoritocco, molte beghe delle ottiche sono risolte elegantemente in fotoritocco, mentre la risoluzione ed il cromatismo buono, il fotoritocco non te lo possono dare.

Saluti cordiali
Ripolini
QUOTE(dimapant @ Mar 14 2011, 07:40 PM) *
Parole sante!

Non sapevo che Jacques de La Palisse fosse diventato santo ...
dimapant
QUOTE(Ripolini @ Mar 14 2011, 07:43 PM) *
Non sapevo che Jacques de La Palisse fosse diventato santo ...

Che vuoi che sia, tanto un po’ d’ignoranza letteraria in più o in meno, in molte persone, non si nota affatto.....
Ripolini
Fosse solo letteraria ... rolleyes.gif
Franco_
QUOTE(Valejola @ Mar 14 2011, 07:06 PM) *
A me invece piacerebbe imparare ad intuire proprio questo passaggio...
Ma non per capire il diaframma in sè da usare, per quello c'è già la formula, più che altro per capire in che punto devo mettere a fuoco per avere la zona desiderata tutta nitida (in questo caso da 0,5m fino ad infinito).
Perchè sono quasi sicuro che non lo devo fare sul punto più vicino a me...


Sulle vecchie ottiche con la messa a fuoco manuale non è difficile, basta porre la distanza minima (nell'esempio 0,5m) in corrispondenza della tacca relativa al diaframma in uso (riportata sull'estremità destra) oppure il simbolo di infinito in corrispondenza del diaframma in uso (riportata sull'estremità sinistra), prima di scattare è bene verificare che in corrispondenza del diaframma utilizzato ci siano la distanza minima desiderata e l'infinito; con le ottiche AF la cosa è più complicata, semplicemente perchè mancano i riferimenti sull'obiettivo... non so se sono stato chiaro...
Come vedi in questi casi la MAF si fa manualmente.
dimapant
QUOTE(Ripolini @ Mar 14 2011, 08:02 PM) *
Fosse solo letteraria ... rolleyes.gif


Non puoi sapere tutto, tutti hanno delle lacune, dunque stai su di morale, la vita è bella!
dimapant
QUOTE(Franco_ @ Mar 14 2011, 08:50 PM) *
Sulle vecchie ottiche con la messa a fuoco manuale non è difficile, basta porre la distanza minima (nell'esempio 0,5m) in corrispondenza della tacca relativa al diaframma in uso (riportata sull'estremità destra) oppure il simbolo di infinito in corrispondenza del diaframma in uso (riportata sull'estremità sinistra), prima di scattare è bene verificare che in corrispondenza del diaframma utilizzato ci siano la distanza minima desiderata e l'infinito; con le ottiche AF la cosa è più complicata, semplicemente perchè mancano i riferimenti sull'obiettivo... non so se sono stato chiaro...
Come vedi in questi casi la MAF si fa manualmente.


Io uso, a volte, il pulsante di chiusura diaframmi, sulla fotocamera, per verificare la profondità di campo, ma chiudendo il diaframma molto, oltre f 11 - f 14 si vede molto male, è molto scuro tutto e si sbaglia con facilità.

In quei casi lì io, come giustamente dice franco, faccio la MAF manuale, diaframma aperto ed a occhio, stiamando quello che sarà a fuoco a diaframma chiuso, poi di foto ne faccio 2 o 3, cambiando a mano, di pochino, la MAF, e delle 3 o più fatte, una bene viene sempre.

Lo sfocato in primo piano, su grandangolo spinto, su paesaggi o su particolari messi in primo piano con sfondo di paesaggio, rovina sempre la foto, basta poco di sfocatura anche molto poca e la parte d'interesse viene impastata e la foto, su formato A3 o A3+ la butti via, non parliamo poi di A2.

Fate delle prove, tante prove, è bene, si deve conoscere la propria attrezzatura e.....in digitale le prove sono praticamente immediate e completamente gratis, mentre a pellicola ci volevano dei giorni e dei patrimoni.

Quelle prove fatte dicono che si può chiudere tranquillamente il diaframma su una D 700 anche a F 20 o 22, su una D x calcola un diaframma meno, tanto la foto viene nitida lo stesso.

Con un 20 mm chiuso a f 22 metti a fuoco quasi dalla punta dell'ottica fino all'infinito, se lavori in iperfocale, e levi la problematica di sfocato in primo piano.

Quando hai un po' di dimestichezza, ti viene in automatico tutto.

Saluti cordiali.
Ripolini
QUOTE(dimapant @ Mar 15 2011, 06:53 PM) *
... tutti hanno delle lacune ...

Lacune? Io vedo certe "voragini" in giro laugh.gif laugh.gif
Ripolini
QUOTE(dimapant @ Mar 15 2011, 07:10 PM) *
Quelle prove fatte dicono che si può chiudere tranquillamente il diaframma su una D 700 anche a F 20 o 22...

Lloyd Chambers e i suoi test giungono a conclusioni diverse usando una full-frame Canon di appena 10 Mpix (qui):
"The f/11 crop shows less crispness, a “graying” of overall contrast that yields a dullness and flatness to the image not seen at f/8, most noticeable in the veins of the leaf at top".
E si riferisce ad una full-frame con i pixel più grandi di quelli della D700.
Io continuerò a non scattare a f/20 neanche sulla mia D700.
Gli altri si regolassero come meglio credono, dopo aver sentito campane diverse.
Del resto, la ricchezza di informazioni e la varietà di opinioni è presupposto fondamentale per aiutare il prossimo a farsi un'idea propria.
Take care.

Ripolini
QUOTE(Ripolini @ Mar 15 2011, 07:29 PM) *
Lloyd Chambers e i suoi test giungono a conclusioni diverse ...

P.S.:
anche i miei test giungono alle stesse conclusioni del Sig. L. C.
Consiglio pertanto agli utenti di farsi delle prove in proprio per valutare la risposta della propria attrezzatura (fotocamera e obiettivi) nelle varie condizioni, valutando se lo scadimento qualitativo ai diaframmi più chiusi (dimostrato persino dagli MTF che tanti amano ma che poi dimenticano) è sopportabile o meno in funzione delle specifiche esigenze di uso delle immagini.
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