Se sull�intervento precedente avevamo visto quali sono le varie tipologie di illuminazione all�interno di uno studio (o set�) fotografico in questo caso potremo prendere in considerazione gli strumenti che solitamente servono per misurare la luce: gli esposimetri !
Bene, come certamente voi tutti saprete, lo strumento piu� usato per misurare la luce � l�esposimetro e nella stragrande maggioranza dei casi � quello incorporato nella macchina fotografica. Diciamo che nella maggioranza dei casi quello incorporato svolge in maniera piu� che egregia il suo compito, facendo una media dei valori luminosi che attraversano l�obiettivo e che a sua volta andranno ad impressionare la pellicola. Non sto� neanche ad inoltrare discorsi su come gli esposimetri di certe macchine fotografiche con i vari programmi gestiscono anche il tempo e l�apertura del diaframma, ma ci sono certe situazioni di luce �complessa� (tipo proprio quella di alcuni set da studio) che a volte per avere una giusto valore d�esposizione � necessario l�uso di un esposimetro separato: il cosiddetto esposimetro a mano.
Quelli piu� usati per questi scopi sono quelli a �luce riflessa� e quelli a �luce incidente�, quelli che hanno la classica calottina bianca opallina , oppure un piccolo obiettivo inserito, tanto per capirci.
Quelli che hanno la calotta bianca (cio� quel diffusore di luce posto sopra all�occhio elettronico) sono quelli piu� famosi nel senso che possono funzionare sia in un modo che nell�altro: possono funzionare sia in luce riflessa, ossia misurando la luce riflessa dal soggetto (e che sono anche quelli delle macchine fotografiche), sia in luce incidente, cio� misurando la media della luce che attraversa la calotta bianca di diffusione dello strumento.
La differenza qual � ��? Diciamo che la misurazione in luce incidente � utile quando ci sono differenze di valori eccessivi di luce e ombra e che potrebbero quindi ingannare la lettura di un esposimetro a luce riflessa (ad es. se riprendiamo un soggetto con uno sfondo molto chiaro e luminoso l�esposimetro potrebbe essere influenzato dallo sfondo chiaro e sottoesporre quindi il soggetto), mentre quello a luce incidente misura invece il livello di luce complessiva della scena ignorando le zone d�ombra e alte luci, esponendo correttamente il soggetto.
Apriamo una parentesi sugli esposimetri a luce riflessa sia quelli separati che quelli incorporati nelle macchine fotografiche: esistono per entrambi anche la possibilita� di variare i gradi dell�angolo di lettura della luce, cio� quelli �semispot� ed i piu� selettivi �spot� (su quelli manuali, in questo caso sparisce la calotta e si trova un vero e proprio obiettivo) che arrivano ad avere un angolo di lettura anche di 1�, ma richiedono (soprattutto quest�ultimi) anche una notevole conoscenza ed esperienza per sfruttarli bene: in poche parole bisogna saper bene dove andare leggere l�esposizione. Poi ci sono i cosidetti multizonali (nel forum conosciamo bene il famoso MATRIX), che eseguono una ampia lettura, fanno una media attraverso un particolare database incorporato e danno il valore.
Quelli manuali (molti ma non tutti) offrono la possibilita� di eseguire anche la lettura della luce del flash. Sono progettati per catturare e misurare il breve lampo del flash e possono comprendere varie tipologie di combinazioni multiple, ad es. misurano i valori di luce ambiente piu� quelli del flash e eseguono una media per una corretta esposizione. C�� da considerare che la luce del flash � diversa di quella normale perch� influisce sia sulla intensita� che sulla durata, quindi se un esposimetro normale � costruito per misurare l�intensita� della luce (che � sempre continua) quest�ultimo deve anche leggere la durata d�emissione del lampo.
Esiste anche un altro tipo di esposimetro chiamato �sonda Spot� e serve per misurare in maniera molto selettiva i vari valori di luce su un piano pellicola tipo quello del banco ottico dove il valore cambia anche in base all�estensione del soffietto. Sinceramente l�ho visto solo fare un paio di volte ma � roba da mal di testa, un uso molto particolare, anche se di assoluta eccellenza per riscontro dato.
Ora direte voi :�..ma chi se ne frega di tutto cio�? Beh sta� di fatto che si sta� lavorando con piu� punti luce (cio� con uno principale, o piu, ed altri da contorno) � necessario l�uso di uno esp. Separato. Difatti calcolando separatamente l�emissione di ogn�uno decidendo cosi� qual � il primario e l�intensita� di quelli d�effetto si avra� una esatta esposizione dei vari punti. Ma non � detto che non si possa utilizzare anche quello incorporato della machina: un esempio di corretta lettura potrebbe venir data se si va a leggere la luce su un cartoncino dal tono medio: il classico cartoncino girgio18% (quello poco descritto � inteso con un� illuminazione a luce continua su un soggetto, tipo un classico ritratto dove il cartoncino ad es. andra� posto davanti al viso della modella o modello o altro). Sperimentate e provate, � il miglior modo per valutare ed imparare a conoscere la LUCE.
Ciao Mauro.