Santa Severina (KR), 01.12.2008
Sveglia alle 5:50 AM. Ho bisogno delle prime luci dell’alba per testare il 60mm f/2.8 finalmente en plain air. Arrivo sul campo non prestissimo, a causa di un obbligato e non programmato cambio di itinerario.
Fa freddo ed è tutto bagnato di rugiada. Il cielo è sgombro da nuvole. Perfetto. Ma al mio arrivo sul posto esordisco con una caduta a volo libero da antologia che non credo scorderò facilmente. Per fortuna non ci sono danni, né alle mie ossa (ma la giornata è solo all’inizio…) né all’attrezzatura.
Primo scatto non esattamente da obiettivo macro a un cartello leggendo il quale mi vien da dire: “Ma dov’è sto sentiero??!!??”. Soliti problemi del sud: le cose vengono fatte sempre a metà, quando va bene…

Ci son ferule dappertutto e la rugiada ne bagna le foglie lanceolate e ricurve: alcune gocce, meravigliosamente, se ne stanno in bella posa come fossero piccole biglie di vetro illuminate dai raggi ancora bassi del sole.
Ne carpisco i bei riflessi di un paio di esse: nella prima la mia D40 si specchia insieme al sole alle sue spalle; nella seconda il 60mm sa renderne una brillantezza che la fa somigliare al cristallo puro.


Qua e là, tra le ferule estive ormai secche, fanno capolino alcune chiocciole “addormentate”.

Mentre altre, dalla forma più curiosa, preferiscono le verdi foglie di piantine difficili da scorgere tra la vegetazione più alta.

In un angolo più in ombra, una bassa e carnosa pianta dalle ricce foglie ricoperte di brina mi offre lo spunto per uno scatto dall’alto, in cui il disegno bizzarro nel suo insieme ricorda una strana creatura venuta da chissà dove… Legamenti e muscoli, nel frattempo, iniziano a risentire delle più scomode posture assunte giocoforza nel catturare le immagini di quei piccoli soggetti naturali.

Mi alzo un pò per sgranchirmi le ossa e mi ritrovo davanti la parete a picco sulla valle del Neto che mi riporta indietro nei ricordi, a quando da ragazzino ne “scalai” la “vetta”…

La luce è ancora buona, mi guardo intorno in cerca di un ultimo scatto da portare a casa. Appare in tutta la sua brillantezza di colori una coccinella completamente ricoperta di minute goccioline di rugiada. Sembra quasi infreddolita, su quel tappeto fatto di pori e nervature giallognole di una scivolosa foglia cuoriforme.

Mentre scrivo ho ancora qualche dolorino in ricordo di ieri, ma senza dubbio direi che ne è valsa decisamente la pena.