Questa � la mia visione, il mio angolo di paradiso.
27 Luglio 2009: lasciammo l�auto nel parcheggio di Malga Rolle. Dopo il turno del mattino, avevo deciso di fuggire dalla quotidianit�, avevo bisogno di estraniarmi dai ritmi frenetici della societ� moderna. Coinvolsi nell�avventura anche mio fratello: destinazione Cima Cavallazza.
Erano le 18:00 quando ci incamminammo verso i laghi di Colbricon. Secondo la normativa vigente nel parco, saremmo dovuti tornare entro le 21:00; oltre era vietata la sosta in tutta l�area protetta. Le nuvole andavano e venivano. L�eccitazione per il tramonto ormai prossimo era incontrollabile. Partimmo: l�andatura fu quanto mai sostenuta.
Pochi erano gli escursioni che tornavano dai laghi a quell�ora: li salutavamo con un cordiale sorriso, e loro ricambiavano con uno sguardo di dubbio stupore, come per suggerirci �Guardate che state procedendo verso la direzione sbagliata!�� come se si stessero chiedendo �Ma dove vanno a quest�ora!?�� Non sapevano che lo spettacolo vero doveva ancora iniziare�
Arrivati ai laghi di Colbricon, i nostri occhi si alzarono in cerca della vetta della Cavallazza, ma le nuvole la cingevano d�assedio: il nostro umore non era dei migliori date le scarse probabilit� di assistere al tramonto.
Il sentiero fin qui era stato in falsopiano; ora la salita si faceva pi� ripida e a tratti le tracce del percorso erano poco visibili: nonostante ci� il nostro ritmo non diminu� a met� dell�ascesa facemmo una sosta. Ora l�altezza ci consentiva di spaziare con gli occhi verso l�orizzonte: le nubi a ovest si stavano dileguando, la fievole fiamma di speranza torn� a riprendere vigore! Gli ultimi passi verso la croce che testimoniava il nostro arrivo non furono proprio dei balzi di gioia. Lo sguardo rivolto a est verso il Cimon vagava in una massa bianca informe: nuvole�
Posammo gli zaini a terra lungo i camminatoi delle trincee e ci sedemmo ad aspettare: gli occhi, fissi al vuoto intorno a noi, emanavano raggi di calore per sciogliere le nubi� niente. Ma quella lucina di ottimismo mi spinse a prendere in mano la reflex e balzellare qua � l� in cerca di primi piani papabili se mai la fortuna avesse guardato verso noi! E cos� fu�
Mentre giravo in attesa che la visuale si aprisse un po� verso le Pale, il sole decise di farsi spazio tra le nuvole che abbracciavano il Colbricon. � stato un momento, un attimo di luce divina� il sole faceva capolino sopra le nubi, mentre i suoi raggi affilati si aprivano dei varchi nella bianca giungla sottostante. La mia mente non era in grado di contemplare la bellezza dell�attimo e contemporaneamente impostare la fotocamera� ora che tutto fu pronto, la luce si stava spegnendo�
Colpi di luce facevano sembrare anche un anonimo ciuffo d�erba un elemento dal fascino irresistibile: il verde scintillante sembrava fosse dotato di uno speciale richiamo per i raggi del sole. Data la particolarit� del momento, mi affrettai ad inquadrare e scattare!
Ora le nubi si stavano dileguando, la luce che accarezzava i pascoli scoscesi della Piccola Cavallazza e della Tognazza si stava scaldando. Le pareti verticali guardavano dritte il sole che si accingeva a tramontare� la magnificenza delle Pale rendeva cos� piccolo e privo di interesse tutto ci� che le circondava, me compreso�
Soddisfatto degli scatti finora eseguiti, mi avviai di nuovo verso la vetta che avevo abbandonato nella caccia all�inquadratura. Qualcosa non quadrava per�, avevo perso mio fratello!! Talmente concentrato nella mia missione, non mi ero accorto che si era allontanato di un centinaio di metri: era poco pi� in basso sul versante opposto, seduto su una roccia con i binocoli in mano� mi fu subito chiaro il suo scopo: sapevamo che questo era il territorio dei camosci, uno dei pochi posti in zona in cui i cervi non mettevano zampe. Accortosi del mio arrivo, mi pass� i binocoli indicandomi una sporgenza lungo il versante sud della cima: era proprio la sporgenza dove avevamo effettuato la nostra sosta durante l�ascesa; mamma e piccolo avevano appena fatto il loro ingresso in scena! Poi mi indic� gli altri camosci che in quell�arco di tempo aveva scovato: chi correva, chi brucava e chi, invece, era ancora comodamente sdraiato sul tenero manto erboso. In tutto avremmo avvistato una ventina di esemplari! E proprio mentre ci stavamo alzando dalla nostra postazione, il Colbricon tra le nuvole decise di richiamare la nostra attenzione: colori e luci arricchirono la scena che si presentava a noi, lasciandoci senza parole.
Il tramonto era previsto su per gi� per le 20:35 e dalla Cavallazza all�auto c�erano ben pi� di 25� di cammino� cos�, dopo aver riempito lo stomaco con un abbondante panino farcito con speck e fontina, decidemmo di incamminarci: eravamo entrambi sicuri di voler rischiare per vedere quel tramonto e se fossimo ritornati da dove eravamo giunti ci� non sarebbe stato possibile. Dopo una rapida consultazione alla carta topografica, decidemmo di scendere verso nord fino alla Tognazza e da qui prendere la pista da sci fino alla Malga Rolle.
Scendemmo in picchiata dalla vetta, per poi planare velocemente a mezza via tra la Piccola Cavallazza e l�omonimo lago sottostante. Tutt�intorno a noi le nubi iniziarono a salire, come la schiuma della birra quando trasborda dal calice che la contiene. Il sole era ancora alto all�orizzonte, situazione tra le pi� ardue in cui cavar fuori qualcosa di buono, ma ero talmente inebriato da quel momento che decisi di tentare lo stesso uno scatto.
Avevamo appena finito di attraversare i pascoli ai piedi della Piccola Cavallazza, quando il Cimon si present� in tutta la sua imponenza di fronte a noi. Le nubi ci danzavano intorno coprendoci a tratti la visuale. Il sole si affrettava a nascondersi dietro le lontane vette del Latemar; la dolomia prendeva vita. Il rosso scintillante, l�enrosadira delle leggende ladine� il tramonto che nemmeno i nostri sogni pi� rosei avevano preannunciato.
Come il padrone di quei territori, saltai in rapida sequenza da un masso all�atro e poi gi� di corsa per il sentiero che conduceva alle rive di un laghetto. Una coppia di camosci allarmati del mio arrivo emise un sono fischio di richiamo: ero cos� eccitato dalla visuale sul Cimon che praticamente non mi accorsi della loro presenza.
Feci gli ultimi due balzi che mi separavano dalle sponde dello specchio d�acqua. La luce stava gi� scomparendo, ma la bramosia di fotografare quegli attimi non accennava a svanire!
Ormai avevo perso ogni riferimento temporale: i secondi scivolavano in fretta; io non riuscivo a rendermi conto che la magia era gi� finita. Nei miei occhi si susseguivano come flash le immagini che la mente aveva archiviato nel hd. Nello stesso momento in me erano presenti sensazioni di impotenza e di stupore, di tranquillit� e di agitazione: su tutte per� regnava un infinito senso di eternit�.
Erano le 20:37 quando ripartimmo per avviarci all�auto; la luce era scarsa e le imperviet� del terreno numerose: non potevamo permetterci distrazioni. La luce dell�ora blu di fronte a noi, per�, catturava di continuo la mia attenzione: pi� di qualche volta mi ritrovai a scivolare lungo la ripida pendenza del prato della pista da sci. Non riportai per fortuna nessuna conseguenza grave a seguito di quelle cadute o, forse, l�emozioni erano cos� intense che finirono per agire come anestetico; alle 21:03 eravamo alla macchina.
Solo il giorno successivo inizi� a farsi sentire una morsa dolorosa a livello del malleolo mediale della tibio-tarsica sinistra, segno che stavo tornando alla realt�� forse era una micro-frattura, ma poco mi interessava� per camminare, camminavo senza problemi; per correre, i miei pensieri stavano gi� correndo verso il giorno in cui sarei potuto ritornare nel mio angolo di paradiso.
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Dati tecnici dell�escursione
Partenza: Passo Rolle (1980 m s.l.m.)
Arrivo: Cima Cavallazza (2324 m s.l.m.)
Tipologia: percorso ad anello (sentieri n. 14-348 fino ai Laghi di Colbricon (1927 m s.l.m.), poi proseguire in direzione est per la Cima Cavallazza; da qui procedere in direzione nord verso la Piccola Cavallazza (2310 m s.l.m.) e la Cima Tognazza (2209 m s.l.m.) fino a giungere al punto di partenza)
Durata: andata 2 ore (tot. 3,5 ore)
Difficolt�: E
Cartografia: Tabacco 022 � Pale di San Martino
Consiglio di effettuare quest�escursione con partenza da Passo Rolle per motivi di sicurezza!
Attrezzatura
Corpo macchina: Nikon D40
Ottiche: Nikkor 12-24 (ho eseguito il 100% degli scatti salvati con quest�ottica), Nikkor 18-55 e Nikkor 55-200 (ho cestinato tutti gli scatti)
Accessori: Treppiede Hama Star 750 (non stabile e non affidabile: si � rotta la vite di fissaggio della testa rendendolo inutilizzabile); scatto remoto ML-3 IR (utilissimo se non i possiede un supporto ben piazzato); filtri gnd Cokin P121L/M/S.
Un Ringraziamento particolare a Mirko (mirko_nk) per il suo aiuto, fondamentale per la stesura del LIFE!!