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alessandro pischedda
Mi piaceva sapere se la strada (interiore piu' che altro) che sto intraprendendo e' condivisibile.
Sono un appasionato che da un anno circa si e' avvicinato alla reflex.
Sono "nato" fotograficamente parlando quindi nell'era del digitale, nel photosharing, nelle community e nei forum.
Inizialmente, asciutto totalmente di tecnica, la mia fame di pubblicare su siti come flickr per dirne uno, mi portava meccanicamente a scattare quasi istericamente tutto cio' che mi capitava a tiro con l'ovvio risultato di delusioni grossissime in termini di resa e senza alla fine trovare un vero significato in quello che facevo facendo inoltre un uso smodato della pp.
Dopo un anno scatto lo stesso moltissimo piu' che altro per fare le prove, ma ho capito finalmente che (e qui mi ricollego ai dubbi di etica di qualche altro utente sulla pp) spesso si ricorre alla post produzione esagerata proprio per dare un significato a uno scatto che altrimenti non lo avrebbe.
Mi e' capitato un paio di volte invece di essere li davanti con livelli ecc e non sapere cosa fare..lo scatto mi piaceva gia' cosi'..insomma se lo scatto ha impatto e trasporto non serve (apparte il minimo) photoshop o altro.

Su consiglio di esperti ho letto, apparte forum o altro, molti libri di fotografia e quella e' stata la piu' grande ispirazione in assoluto.

Da principiante insomma mi sento di dire che una raccolta di fotografie di grandi sostituisce la finta necessita' di upgrade di strumentazione..finta per me che ancora devo imparare.

Mi e' capitato di vedere novizi con macchine impresisonanti ma che scattavano senza "motivo"..senza anima.
L'anima delle nostre foto che faremo si trova nelle foto dei grandi.

Vuole essere una considerazione per chi come me ha iniziato ora...nel digitale.

davideferretti
Ricordati di una cosa: la post-produzione non rende una foto brutta un capolavoro. Anzi...la post produzione aiuta a rendere migliore una foto ma se di base non sai fare una composizione adeguata non risolverai mai il problema. Photoshop è uno strumento in più che viene d'aiuto al fotografo che gli permette di migliorare un lavoro che ha fatto. Ma alla base deve esserci un minimo di tecnica sennò cosa serve prendersi una reflex e fare 300000 scatti tutti uguali?Io stesso prima di passare a una D200 avevo (ho) una Panasonic FZ8 che mi ha permesso di capire cosa vuol dire far fotografia e smetterla di scattare a macchinetta ma pensare alla composizione, ai problemi che potrebbero esserci, al diaframma e ai tempi. Tutto questo, unitamente alla pazienza di un amico del forum e di un manuale che mi ha prestato mi ha permesso di alzare il mio standard qualitativo. Se vedi che la foto è già di base buona non devi agire in post-produzione, non ti obbliga nessuno, è sempre una scelta personale.
Aver iniziato nel digitale non è una limitazione, anzi...è sempre un fatto di scelta personale sul come operare e sul come lavorare. Anche io sono nato nel digitale ma uso ancora una vecchia bifocale e una FED5 (che pesa come un piombo ma pazienza) a rullino. Ma fotografare a rullino o in digitale se affrontate nella giusta ottica porta allo stesso risultato: una gran bella foto. Ci vuole pazienza, costanza e dedizione ma il risultato è quello.

Scegli un percorso fotografico che più ti si addice (paesaggio, ritratto, macro, etc.) e concentrati su quello per migliorare. I risultati arriveranno...poi le tue foto hanno una loro anima, diversa da quella dei grandi. E dire grandi, bè per me è un controsenso (e qui mi arrivano delle mazzate): ci sono i cossidetti amatori che fanno foto che professionisti manco sanno fare e professionisti che fanno delle foto che non dicono niente. L'importante è metterci la passione, trovare una propria via e continuare a migliorarsi. Il resto è nelle tue mani.

Saludo!
qjk200
Leggendo le tue parole non posso fare altro che rivedere me stesso..
Anche io come te sono "nato" nell'era digitale(un anno fa) e scattavo, scattavo, scattavo.. ma senza alcun motivo o emozione. Poi cercavo gli scatti meno peggio e li miglioravo in PP, ma continuavano a non trasmettermi niente...

Una volta capito che non era questa la via giusta mi sono deciso a passare a pellicola, "obbligandomi" a pensare prima di fare uno scatto (non voglio aprire discussioni pellicola-digitale, ce ne sono fin troppe! messicano.gif lo prendo solo come fatto personale).
Il mio intento (in ambito fotografico) è sempre stato quello di trasmettere emozioni, ma quando prima scaricavo la CF dalla mia D70s con 200 o 300 foto di qualche evento o cmq "situazione fotografica" alla fine quelle che mi facevano scaturire qualche emozione erano al massimo 1 o 2.

L'altro giorno ho sviluppato il mio primo rullino, su 24 foto, ben 15 riescono a darmi emozioni, forse anche un emozione superiore a quella che avevo nel momento in cui ho scattato.

Prima si inquadrava e si scattava quasi a raffica, ora passo ORE a cercare l'inquadratura giusta, l'angolazione perfetta, la luce come la voglio io e se non riesco a trovare queste cose, semplicemente non scatto.

Scusate se ci sono errori di sintassi e calligrafia, ma ho scritto di getto, per me questo è stato uno sfogo, non avendo nessun amico con cui condividere questa passione.
Accorgermi del mio errore e rimediare in questo modo lo considero il mio più grande miglioramento in ambito fotografico.
Ora lavoro come fotoritoccatore (dato che ho fatto un bel po di esperienza personale sulle mie foto in questo ambito messicano.gif ) ma sulle MIE, un aggiustatina al contrasto e niente più.. se lo scatto non va bene, non trasmette... si cestina.

PS: oltre alla D70s uso una macchina dal valore di circa 30 caffè... (corpo più vetro)
Grazie per l'ascolto. smile.gif

Un saluto,
Valerio.
paolo lucchesi
QUOTE(davideferretti @ Aug 4 2009, 01:15 PM) *
Ricordati di una cosa: la post-produzione non rende una foto brutta un capolavoro. Anzi...la post produzione aiuta a rendere migliore una foto ma se di base non sai fare una composizione adeguata non risolverai mai il problema. Photoshop è uno strumento in più che viene d'aiuto al fotografo che gli permette di migliorare un lavoro che ha fatto. Ma alla base deve esserci un minimo di tecnica sennò cosa serve prendersi una reflex e fare 300000 scatti tutti uguali?Io stesso prima di passare a una D200 avevo (ho) una Panasonic FZ8 che mi ha permesso di capire cosa vuol dire far fotografia e smetterla di scattare a macchinetta ma pensare alla composizione, ai problemi che potrebbero esserci, al diaframma e ai tempi. Tutto questo, unitamente alla pazienza di un amico del forum e di un manuale che mi ha prestato mi ha permesso di alzare il mio standard qualitativo. Se vedi che la foto è già di base buona non devi agire in post-produzione, non ti obbliga nessuno, è sempre una scelta personale.
Aver iniziato nel digitale non è una limitazione, anzi...è sempre un fatto di scelta personale sul come operare e sul come lavorare. Anche io sono nato nel digitale ma uso ancora una vecchia bifocale e una FED5 (che pesa come un piombo ma pazienza) a rullino. Ma fotografare a rullino o in digitale se affrontate nella giusta ottica porta allo stesso risultato: una gran bella foto. Ci vuole pazienza, costanza e dedizione ma il risultato è quello.

Scegli un percorso fotografico che più ti si addice (paesaggio, ritratto, macro, etc.) e concentrati su quello per migliorare. I risultati arriveranno...poi le tue foto hanno una loro anima, diversa da quella dei grandi. E dire grandi, bè per me è un controsenso (e qui mi arrivano delle mazzate): ci sono i cossidetti amatori che fanno foto che professionisti manco sanno fare e professionisti che fanno delle foto che non dicono niente. L'importante è metterci la passione, trovare una propria via e continuare a migliorarsi. Il resto è nelle tue mani.

Saludo!


fotografo da quando avevo 16 anni oggi 56 anni e ti posso dire che un fotografo che scatta una bella foto puo' essere un professionista o un fotoamatore solo che il professionista la vende perche' vive co quel lavoro e il fotoamatore ne fa' le mostre sono d'accordo in linea di massima che una buona foto non ha bisogno di post produzione l'anima di un fotografo si vede in quel benedetto mirino pero' vi dico che un professionista scatta in condizioni diverse da quelle di un fotoamatore che ha tutto il tempo per farlo non sono d'accordo sull'attrezzatura molto importante per risolvere i problemi più assurdi.
bergat@tiscali.it
Beh se si inizia a fotografare nell'era digitale, e mi riferisco a Esclavo e Stan00, tutto è più difficile. Si difficile nel senso che essendo tutto più semplice (lo scatto intendo) si ignora la tecnica fotografica, i concetti della camera oscura, la composizione.

Prima in epoca analogica quando era un lusso avere un telemetro, per misurare la distanza dal soggetto, e solo pochi avevano un esposimetro esterno, se non si avevano i concetti alla base della fotografia, era impossibile fotografare. Per cui chi accedeva a questo mondo, era un numero molto inferiore di persone, e dovevano prima studiare.

Chiaramente oggi per quelle persone, passate al digitale, tutto e più semplice, e sanno all'istante individuare i difetti di uno scatto e porvi rimedio.

Bene sta facendo stan00 a imparare l'arte dello sviluppo e della stampa, perchè ciò fornisce sempre concetti che valgono anche nel mondo digitale. Certo cambiano i termini: non si dice più acutanza ma maschera di contrasto, non si dice più grana ma si parla di rumore, ma alla fin fine siamo lì.

Buona luce a tutti.
tosk
fotografando da 3-4 anni mi sono reso conto, personalmente, ce la foto sussiste di 3 passi fondamentali
1-pensare: il più delle volte bisogna sapere già lo scatto che si vuole
2-scattare, curando la composizione etc. etc.
3-postprodurre, che vuol dire almeno cercare di regolare il wb, il contrasto i colori, del resto anche chi si sviluppa la pellicola può intervenire sul risultato finale.

Naturalmente chi, ad esempio, fa foto sportive ha un modus operandi dierso
ciao
-missing
Bene, lentamente si arriva alla verità.
Una foto nata bene necessita di una postproduzione minima.
E perché nasca bene occorre conoscere a fondo la tecnica dell'esposizione: oggi come ieri quando si marciava a diapositive. Non si tratta di trovare l'esposizione corretta, ma quella "giusta" per la situazione particolare. C'è una bella differenza.
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