QUOTE(sauro.bettocchi@tin.it @ Feb 6 2009, 02:41 PM)

..............
Importante invece i MB del sensore,e le dimensioni di quest'ultimo,è cosi?questo ai fini di vedere al monitor ed al fine delle stampe.
Esatto.
QUOTE(sauro.bettocchi@tin.it @ Feb 6 2009, 02:41 PM)

Un altro quesito ,con Photoshop posso modificare il fail e portarlo da 180x180 a 300x300.può essere utile farlo oppure è inutile.Ricordo che una rivista di fotosub ,che voleva pubblicare alcuni miei scatti,mi chiese che gli stessi avessero dimensioni di almeno cm.42x30 e di dpi almeno 300.
Naturalmente i miei scatti,fatti con la Coolpix 5400,avevano ben altre dimensioni, i dpi 300x300 erano O.K.,ma la dimensione era molto più piccola ed io li modificai con Photoshop Elements,portandoli ai valori richiesti.
Non mi furono fatte obiezioni,e le foto furono pubblicate.
Chiedo se gli scatti persero di qualità con tali modifiche.
Grazie
Sauro
Allora, se riprendiamo l'esempio dell'immagine da 4.000x3.000 pixel (12 Mpix), con l'impostazione della risoluzione grafica a 300x300 dpi, produce una stampa di 33,96 cm X 25,4 cm.
Se diminuisci le dimensioni di stampa, aumentano i Dpi, mentre se aumenti le dimensioni, i Dpi diminuiscono. Il motivo è semplice: la foto è in realtà composta solo da 3.000x4.000 pixel e devono essere distribuiti su una superficie più o meno grande. Se la superficie è piccola la loro densità per cmq. è alta, se la superficie è grande la loro distribuzione sarà più rarefatta. I Dpi sono l'indice della densità di distribuzione dei punti sul foglio.
Normalmente i programmi di stampa, sia chimica che inkjet, riescono ad ottimizzare le foto in modo da rendere quasi superfluo l'intervento sui Dpi, soprattutto quando si tratta di ridimensionare verso il basso, cioè con dimensioni inferiori a quelli ottenibili con i fatidici 300 dpi, che rappresentano l'optimun qualitativo di stampa.
Generalmente le stampe di dimensioni maggiori hanno via via una risoluzione inferiore che è compensata dal fatto che la distanza di osservazione cresce e l'occhio umano non riesce a percepire il peggiormento, cioè la minor densità di distribuzione dei punti, che a rigore determina una maggior distanza tra un punto e l'altro.
In alcune applicazioni repro-foto-tipo-litografiche può essere necessario partire comunque da una stampa ad alta risoluzione (300 dpi), allora ecco che Photoshop consente di verificare i Dpi e operare le modifiche necessarie. In cosa consistono ?
Se provi ad aprire un file in photoshop e apri la tendina "immagine" e poi clicchi su "dimensione immagine" si apre un riquadro che indica le attuali dimensioni della foto in pixel e le dimensioni che avrebbe se venisse stampata alla risoluzione indicata nella finestra "risoluzione".
Se deselezioni la casella "ricampiona" e modifichi la risoluzione, vedrai che le dimensioni variano in funzione dei Dpi scelti.
Se invece mantieni selezionato "ricampiona", fissi il dato di risoluzione (Dpi) e modifichi le dimensioni, allora la foto viene ricampionata (rescaling) fino a raggiungere il numero di pixel necessari a stampare la foto nelle dimensioni volute e con la risoluzione selezionata. Cliccando OK avvii il processo e, schermo video permettendo, hai anche una anteprima di come si presenterà la foto stampata.
Il processo di rescaling avviene secondo algoritmi sofisticati che analizzano ogni singolo pixel e provvedono "riempire" le posizioni vuote tramite interpolazione, cioé con pixel di colore intermedio a quelli adiacenti, in modo da offrire una stampa più omogenea.
Ovviamente i pixel aggiunti sono frutto di interpolazione e non costituiscono un miglioramento reale della foto, ma solo un escamotage tecnico per ottenere stampe ad alta risoluzione.
Ed è quello che hai fatto per rendere le tue foto compatibili con le richieste dell'editore.
La foto, in realtà, non migliora né peggiora.
Spero di aver risposto ai tuoi quesiti.
Saluti
Pietro