QUOTE(Nightdark @ Sep 13 2007, 05:58 PM)

Ecco i dati di scatto (copiati barbaramente dalle proprietà..):
Lunghezza Focale: 6.3mm
Modo scene: Paesaggio
Modo di misurazione: Multi-zona
1/74.7 sec - F/3.2
Comp. Esposizione: 0 EV
Sensibilita ISO: Auto
Bilanciamento del bianco: Auto
Modo AF: AF-S
Contrasto: Auto
Comunque ora ho provato a raddrizzarla...con Picture Project
Ti ho fatto cercare i dati di scatto per iniziare a prendere confidenza con loro e per iniziare a metter su un pizzico di matematica. Ricordiamoci, infatti, che una fotocamera fa uso di un sistema di lenti, un ottimo sistema di lenti con quelle di casa Nikon, ma che comunque vanno usate correttamente per esprimere tutta la loro potenzialità.
Oltre che degli accurati trattamenti antiriflesso, le nostre lenti Nikon hanno anche un elevato potere risolutivo. Non tutte hanno le stesse caratteristiche, infatti per alcune lenti queste sono più spiccate in altre la nitidezza è volutamente più morbida perchè il campo d'uso è magari specifico per ritratto.
Non conosco bene la coolpix ma immagino che il sistema di lenti che Nikon monta siano di tipo "impiego generico". Sono, cioè, delle lenti che non eccellono in nessun campo specifico ma sicuramente buone per quasi tutte le applicazioni.
Ma allora perchè alcune delle foto di Nightdark non sono sufficietemente nitide?
Eliminiamo in prima approssimazione l'errore legato al cosiddetto "micromosso", che è l'effetto di leggero mosso che si crea quando la fotocamera non è ben ferma rispetto al movimento della scena. Ad esempio, una barca lontana all'orizzonte si muoverà lentamente. Un tempo di scatto di circa 1/60 secondo sarà relativamente rapido da considerare, in quel tempo in cui la fotocamera immagazzina la luce dela scena, la barca praticamente ferma.
Difficile, quindi, che la barca abbia del micromosso, a meno che non stiamo fotografando usando un treppiedi e le forti raffiche di vento muovono e fanno tremare un pò tutto.
Ben diverso è se zoomiamo, con la barca che riempe quasi la metà del nostro fotogramma, dove anche il suo lento movimento adesso, per questioni di proporzioni relative, apparrà ben più amplificato.
Se il tempo di scatto è ancora 1/60 secondo, nell'ipotesi che il suo movimento sia ancora cos' lento da non essere "mossa", se quando scattiamo non "annulliamo" ogni effetto di movimento relativo rispetto al nostro soggetto (come il leggero tremore della macchina fotografica) creeremo un micro mosso.
Capiamo subito che questo è amplificato man mano che il soggetto è relativamente in zoom dentro il nostro fotogramma. Ma per zoomare dobbiamo aumentare la lunghezza focale - la focale è il numero "Lunghezza Focale: 6.3mm".
E' ancor di più vero che, in fisica, "piccolo" e "grande" sono due concetti sempre relativi. Dico quindi che 6,3mm è una lunghezza focale piccola perchè, oltre che essre una proprietà intrinseca di una lente, sulle mie reflex io uso lunghezze focali che spaziano da 18mm -- considerata in questo campo piccolissima -- fin a 200mm!!

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Una lunghezza focale di 6,3mm non è quindi così "lunga" e quindi possiamo trascurare, almeno per ora che la poca nitidezza sia dovuta a "micromosso".
Insomma, in sintesi, sto ipotizzando che Nightdark non soffra di Parkinson
Bene, abbiamo scoperto che non è la lente.. ma allora Nightdark è spacciata?
NO, perchè sebbene la reflex mette a disposizione una serie di modalità di esposizione in cui, in relazione alla lunghezza focale che stiamo scegliendo per l'inquadratura, possiamo impostare tutto in modo ottimale e questa modalità sono diverse dai programmi, che preconfezionano questi parametri nel modo migliore di volta in volta, abbiamo ancora un importante margine di manovra (spesso trascurato).
Dove puntare la fotocamera per mettere a fuoco. E già! Proprio così...
Nelal foto del porto è stata scelta (correttamente) la modalità di esposizione "paesaggio". Questa modalità tende a scegliere dei "diaframmi" piuttosto "chiusi"... Anche qui "chiuso" o "aperto" è in relazione alla dimensione della lente ed alla lunghezza focale della lente. Il diaframma con cui Nightdark ha scattato è indicato nelle proprietà (F/3.2) e si legge " effe 3 punto 2.
Per una lente 200mm un diaframma f/5.6 è un diaframma abbastanza aperto, per una lente 18mm lo è molto meno.
In questo caso non mi riferisco al concetto di "aperto" o "chiuso" in relazione alla quantità di luce che entra (perchè proprio il numero che esprime il diaframma è esso stesso un numero che tiene conto della specifica lente) ma mi riferisco alla "profondità di campo" che la lente di una data focale rende associata ad una determinata apertura di diaframma.
Come avrete modo di leggere in discussioni ed articoli sicuramente scritti meglio -- perchè su alcune cose sto cercando di semplificare e commetto anche qualche imprecisione, ma con lo scopo finale di far capire il concetto -- insoma, come dicevo, il diaframma, oltre che regolare la quantità di luce che entra nella fotocamera (quando accoppiato ad un tempo di scatto), regola anche la distanza minima e quella massima entro cui sia il nostro soggetto sia ciò che è intorno appare nitido.
Vi invito a leggere questa discussione (http://www.nadir.it/tec-crea/te_pdc.htm), che è ben più detatgliata e precisa dela mia, ma non subito. Lasciatemi andare un pò avanti nel mio ragionamento, ed alla fine spiegare perchè è importante, anche in un paesaggio e soprattutto con le macchine autofocus, sapere dove "puntare" la fotocamera.
Queste due distanze dipendono da due altri numeri:
- la lunghezza focale della lente (6.3mm, nle nostro caso)
- la DISTANZA del soggetto dalla lente
Queste distanze sono espresse (come scritto nell'articolo in questo approfondimento:
http://www.nadir.it/ob-fot_grande/nitidezza.htm) come:
d_min = (H x u) / (H + u)
d_max= (H x u) / (H - u),
dove H è un numero che dipende dalla lunghezza focale ed u è la distanza del soggetto.
Vi rimando all'articolo per capire bene cosa sono queste grandezze, ma vi invito ad osservare una cosa.
Se H è più grande di u ("normalmente" lo è) più allontano il punto di messa a fuoco (la u) pià d_max e d_dim diventano, rispettivamente, più grande e più piccola.
Questo, in soldoni, significa che se mettessi a fuoco sulel barche, su un punto dello specchio del porto o sullo sfondo, quasi a parità di inquadratura, otterrei nitidezze diverse nei soggetti più prossimi e più lontani dal soggetto principale (le bache).
Lo so, adesso avrete il mal di testa, ma bastano un pò di esperimenti per rendervi conto da soli come, sebbene il nostro soggetto sia piuttosto vicino, a volte è opportuno puntate altrove, tenere a mezza corsa il pulsante di scatto e, senza ancora scattare ma così facendo bloccando la focheggiatura e quindi l'autofocus a non rifocheggiare, scattare poi quando abbiamo ricomposto l'immagine.
Spero di essere stato chiaro e soprattutto.. scattate, scattate