Appena arrivati ci rechiamo all'ingresso del parco dove ci consegnano una mappa che riporta alcune notizie sia sull'aspetto archeologico che su quello naturalistico dell'area:
QUOTE
Vulci è uno tra i più importanti centri dell'antica Etruria, frequentato già dall'età neolitica ma che raggiunse il suo splendore nel IV/V sec. a.C., epoca in cui Vulci era tra le più potenti città del mediterraneo.
Dopo la conquista da parte dei romani (280 a.C.) la città perse importanza iniziando a spopolarsi fin quando fu completamente abbandonata e dimenticata.
I suoi resti cominceranno a vedere la luce solo agli inizi del 1800 quando iniziarono i lavori di scavo della necropoli e della città circostante."
Dopo la conquista da parte dei romani (280 a.C.) la città perse importanza iniziando a spopolarsi fin quando fu completamente abbandonata e dimenticata.
I suoi resti cominceranno a vedere la luce solo agli inizi del 1800 quando iniziarono i lavori di scavo della necropoli e della città circostante."
I reperti rinvenuti nell'area sono oggi raccolti nel Castello della Badia (risalente al XII sec.) al quale si accedeva tramite un ponte alto 30 metri risalente al periodo etrusco (oggi ci si arriva anche in auto).

Il Ponte della Badia è soprannominato anche Ponte del Diavolo poichè -secondo la leggenda- fu edificato in una sola notte con l'aiuto del demonio in persona.

Si propone comunque come un opera veramente imponente sospeso tra le pareti a strapiombo del torrente Fiora.
...