La storia del Meteor Crater comincia quando un pastore, nel 1886, trovò nei pressi del cratere una pietra ferrosa e, credendola argento, la fece analizzare. Risultò composta al 92% di ferro, al 7% di nichel e allo 0,5% di cobalto. C’erano inoltre tracce di platino e iridio. Gli scienziati di allora lo chiamarono "ferro del Canyon del Diavolo" (ce n’è un pezzo da 700 chili conservato al museo di storia naturale di New York, oltre a quello rimasto in Arizona nel museo dedicato al cratere).

Qualcuno provò, senza successo, ad avanzare l’ipotesi che l’origine del buco fosse extraterrestre.
Ci volle il 900, e il grande spirito imprenditoriale di un avvocato e ingegnere minerario di New York, per riaprire la questione: Daniel Moreau Barringer comprò dal governo il terreno dove risiede il cratere, poiché sospettava la sua vera origine e si aspettava di aver trovato un ricco giacimento di ferro e nichel. Il cratere divenne popolare con il nome di Barringer Crater, a cui solo molto più tardi si aggiunse quello di Meteor Crater. L’avventuroso ingegnere non si arricchì mai con la sua miniera perché supponeva, sbagliando, di riuscire a trovare il gigantesco meteorite sepolto e di sfruttarlo.
