Ciao a tutti e grazie a tutti per i commenti.
Innanzitutto dico ad Alessandro che sono d'acccordo con la sua scelta di spostare la foto in questa sezione, mi sembra corretta.
Rispondo alle diverse osservazioni, qualcuna va oltre la singola foto, mi scuso se il discorso sarà un pò lungo.
- io non sono un fotografo street. Mi piacerebbe molto esserlo. Magari ho occhi per leggere lo street. Ma non posso praticarlo, semplicemente perché me ne manca il tempo. Le situazioni street bisogna andarsele a cercare altrimenti si rischia, per chi come vive vive in una piccola cittadina di provincia, di fotografare sempre lo stesso soggetto. Naturalmente, come a tutti, ogni tanto capita di scattare qualcosa qua e là, ma sono inevitabilmente immagini sparse;
- come potete vedere, mi sento attratto anche da altro e forse questo altro è arrivato il momento di viverlo fino in fondo. E' un genere meno 'fotografico' dello street, non so come definirlo, diciamo che è al confine tra la fotografia e la grafica. So bene che la macchina fotografica non è un pennello e dovrebbe fare il mestiere della macchina fotografica, però la sensibilità mi porta da quella parte, non ci posso fare niente;
- nel seguire questa 'vocazione', tratto le immagini di conseguenza. Vi dico subito che non faccio cose eccezionali in PP, se non altro perché non sono affatto un esperto. Mi limito ai parametri di base. In più lavoro molto sulle sottoesposizioni volontarie. Perché mi piace
togliere, semplificare. E sinceramente a volte registro un fastidio di fronte a questi miei interventi. Eppure si vedono post-produzioni ben più innaturali, boh. Ma perché - dico io - se la sottoesposizione la faccio in macchina va bene, se invece la faccio in PP va male? Non è un atteggiamento anacronistico nell'era di Photoshop? Che ci dà la possibilità di riflettere sulle nostre cose anche dopo e non solo durante? Forse, a quasi 200 anni dalla nascita, occorre riscrivere lo statuto della fotografia che ci aiuterà a distinguere il bene dal male. Come si usa dire in questi casi,
parliamone...;
- nella foto in questione: sulla sinistra in basso c'è (nell'originale) una parte scura, di un brutto colore tendente al marrone, è un tratto di strada senza neve perché sta sotto una pensilina: io l'ho accentuta questa parte, con una vignettatura volontaria. Perché mi piace molto la contrapposizione bianco/nero, decisa, senza mezzi termini. Perché esalta il soggetto, il rosso dell'ombrello. Ma soprattutto i segni sulla strada (la vita è un segno). Io vivo nelle Marche e qui chi fotografa non può non essere influenzato da quel grande maestro che è Mario Giacomelli;
- mi piace molto commentare le foto degli altri, parlandone provo piacere (la scrittura è una terapia, no?) e in più imparo a leggere le immagini. A volte spendo tante parole nel farlo, forse troppe. E mi accorgo che questa cosa a qualcuno piace ma a qualcun altro no.
Bene, è ora di uscire dal Grande Confessionale
Ho parlato sinceramente, come si fa tra amici.
Un grazie particolare a Paolo