Serata da grande evento.
Ventennale di una nota compagnia di danza.
Come resistere alla tentazione di portare a casa qualche immagine .
La situazione sulla carta si presenta favorevole; i posti dovrebbero essere disposti su gradinate ad anfiteatro … così dicevano.
Quindi se non si é troppo in alto, dovrebbe essere favorevole per qualche scatto, non avendo davanti nessun ostacolo a coprire la visuale.
In pratica invece, una maldestra organizzazione ha posto una platea di poltroncine al pari del palcoscenico.
Con il risultato che già dalla terza quarta fila, davanti ti ritrovi una foresta di teste oscillanti che nascondono le gambe dei ballerini.
Un po come vedere una finale di tiro con l’arco, con la telecamera che inquadra solo i piedi del tiratore.
Lo stesso effetto più o meno.
Rapida analisi delle condizioni di ripresa; e vista l’impossibilità di avere campo sgombro sulla "linea di tiro", l’eccessiva distanza dal palco e la conseguente necessità di allungare al massimo l’ottica, con la conseguente caduta di luce gia scarsa e imprevedibile di suo, decido di provare a sfruttare il movimento degli atleti/ballerini che maschererà in parte l’inevitabile mosso che, nonostante i 1600 iso, un tempo di otturazione lungo e il tele, sicuramente avrebbero creato.
Spero di catturare delle immagini non didascaliche ma emozionali.
L’impatto creato dal contorcersi a ritmo di musiche sincopate, di quei corpi che emergono dal buio è veramente forte.
Le geometrie e gli equilibri apparentemente improbabili, celano invece un perfetto studio di pesi e contrappesi ….. umani.
Quindi gomiti stretti, piedi avvinghiati alle gambe della sedia per far leva e guadagnare qualche centimetro in altezza e … Click .
Questo è il risultato.
P.S.
In prima fila due belle D2X di fotografi accreditati scattano indisturbate.