Cari amici, mi rifaccio vivo dopo una lunga pausa di riflessione. Ho postato poco o nulla, ma in queste settimane ho scattato molto, visitato mostre (stupenda quella di Cagnoni all'Arengario a Milano) e, purtroppo, assistito a qualche proiezione di diapositive di troppo. Un amico reduce da un viaggio in Africa, sapendo della mia infatuazione mortale per quel continente, m'invita a vedere le foto. Solito filo d'erba perfettamente a fuoco davanti al leone sfocato (ma 'sto autofocus lo vogliamo disattivare quando non serve?), tramonti infuocati...e poi la gente: già di spalle o nell'atto di voltarsi, lo scialle davanti al viso, la mano protesa in segno di disapprovazione..."Sai - mi dice - temono che la fotografia porti via la loro anima..."
L'animaccia tua! che ne diresti se domani mattina herr Schmidt o mister Smith ti piombassero in cucina mentre fai colazione in pigiama, con la moglie in bigodini, e senza dir nulla cominciassero a "documentare" la tua giornata di indigeno italiano?
"Sai, per il prossimo viaggio ho trovato la soluzione: ho visto su un catalogo di vendite per corrispondenza un aggeggio a specchio che ti consente di fotografare puntando la macchina in un'altra direzione!"
C'erano la moglie e il figlio piccolo, povera stella: potevo mica insultarlo davanti a loro!
E allora mi sono venute in mente le stupende immagini "street" di Gabriele, le foto di Mauro ai musicisti di strada, che quasi entrava nel trombone senza che se ne accorgessero, tante altre vostre immagini che non sarebbe stato possibile cogliere se, accanto ad un'ottima tecnica, non fossero stati messi in campo cultura, educazione, rispetto. Forse, se prima di scattare avesse chiesto "scusi, posso fare una foto?", oppure si fosse preso la briga di parlare con quelle persone, di capire e di farsi accettare, avrebbe portato a casa volti sorridenti e non una desolante collezione di spalle.
E mi sono reso conto di quanto, anche se qualche volta mi fa arrabbiare, questo forum sia importante.
Eccomi qua.
Diego