I mostri d'acciaio con le loro strutture così inconsuete e il fascino del fumo e della potenza che si genera in quelle strutture generava in me un fascino remoto e quasi primordiale. Quelle strutture fredde e calde allo stesso tempo riempivano la mia immaginazione e mi portavano a superare la pura realtà.
Sembravano il soggetto perfetto per una fotografia che ritiene la realtà solo come il pretesto di andare oltre e lasciare libero sfogo alla fantasia.
Con queste premesse, poco prima del tramonto, alla fine di ottobre mi misi in marcia verso un sito industriale che potesse darmi delle sensazioni e delle visioni come quelle che avevo avuto sfogliando quel libro.
La giornata non era delle migliori ma sapevo che forse proprio ciò avrebbe aiutato la mia "visione".
Giunto in zona ottenni subito una folgorante visione: i mostri d'acciaio mostri d'acciaio erano lì immobili e silenti. Il complesso era enorme e le strutture maestose. Il tempo e il fumo creava un'atmosfera che ricordava film di fantascienza. Immagini di complessi industriali dell'inizio del secolo scorso mi tornavano alla memoria, reminiscenze forse scolastiche.
I mostri erano vivi e dopo un iniziale stupore cominciai ad approcciarli in modo diverso. Le geometrie si aprivano davanti i miei occhi creando inaspettate forme.
Tutto ciò fu molto emozionate e mi regalò un viaggio in un'altro tempo e un'altra dimensione.
Credo che in futuro cercherò di ripetere un tale viaggio fra mostri d'acciaio e fumo, altre foto di quel singolare viaggio sono qui (sono e saranno in continuo aggiornamento).
