Anch’io la sviluppo con un sistema simile al tuo per contenere il contrasto. Uso il Perceptol 1+3 per 17 min. a 20° (oppure 11 min. a 24°) con agitazione intermittente (primi 30” e poi 10” ogni minuto). La espongo per 32 ISO, e la sviluppo con bagno a perdere. La grana che ottengo è finissima e il contrasto non troppo elevato.
Però... c’è un problema che mi assilla da tanto tempo e che ti espongo nella speranza di avere qualche dritta.
Con l’agitazione intermittente, nonostante batta vigorosamente un paio di volte la tank sul tavolo dopo ogni agitazione, mi capita talvolta di notare su zone grigie uniformi del negativo alcune macchie un po’ più chiare di forma quasi circolare e contorno non perfettamente netto, a volte contornate da un sottile alone più scuro, con diametri attorno al millimetro. Chiaramente, sulla stampa si tradurranno in macchie più scure difficilmente eliminabili. Credo siano dovute a bollicine d’aria che rimangono attaccate all’emulsione tra un’agitazione e l’altra. L’unico sistema che ho trovato per ovviare a tale inconveniente è l’agitazione continua (con naturale diminuzione dei tempi di sviluppo del 25%). In questo modo però, come hai fatto notare anche tu, l’acutanza non viene certo esaltata.
Notare che non ho mai riscontrato tale fenomeno sulla Tmax, ad esempio, che sviluppo con gli stessi metodi e le stesse attrezzature, ovviamente con rivelatore diverso.
Come ho detto sono macchie che si notano solo su zone di grigio uniforme, non tutte la volte appaiono, e interessano mediamente 5 o 6 fotogrammi su 36.
Le tank sono Paterson in plastica, con spirali in teflon.
Come mai ‘ste bollicine si attaccano così tenacemente alla PanF, anzi alla mia PanF?
Ti è mai capitata una cosa del genere?
Devo introdurre un vibratore nella tank?
PS: mi scuso per l’intromissione con l’autore del 3d, sperando che la cosa possa risultare comunque di qualche interesse.