QUOTE(silverhand @ Jul 20 2015, 11:15 AM)

Ciao Filo grazie dei consigli ti riporto il mio ragionamento, cosa ho fatto per vedere se ho sbagliato.
Foto 1:
Sono in una condizione difficile, se prendo lo spot dove c'è luce avrò il primo piano sottoesposto, se lo prendo dove c'è buio avrò lo sfondo sovraesposto. Quindi cerco di compensare con L'EV.
Priorità in apertura (è l'unica che mi permette di gestire i parametri con la P4), imposto l'apertura, prendo lo spot sulle luci, quindi sovraespongo.
Però avrò sempre il problema di una parte sovraesposta e l'altra sottoesposta corretto? E' sempre un compromesso?
Per l'F3 che mi spalma il sole non lo sapevo!
OK_! Però, come diceva Edo, f/3 è un diaframma aperto (più sali di numero e più il diaframma è chiuso). Spiego meglio questa tecnica, magari può servire a chi ha dei dubbi con la luce non a favore.
Si tratta di fregare la lettura esposimetrica interna e questo puoi farlo solo in manuale e andando in compensazione positiva (inganni l'esposimetro). Se agisci con priorità di tempi, diaframmi o auto totale non potrà mai funzionare il trucco.
La scelta della priorità ai diaframmi comporta infatti che i tempi varino in modo automatico e non hai quindi il controllo completo: in sostanza è un semi automatismo, per cui se punti su un'area chiara l'esposimetro ti ricalibra ad un grigio medio sottoesponendo (a tua insaputa) se non compensi, ma questo puoi farlo, appunto, solo se lavori in manuale.
Il presupposto è che vengano salvate le alte luci (specialmente se il formato di output è il JPG). E' chiaro che puntando il sole (povero sensore !) vengono fuori 25 EV di dislivello (il compromesso che dicevi tu...) e questo è difficilmente compensabile con le attuali tecnologie.
La tecnica consiste nel mettere la macchina in manuale, settare un diaframma di lavoro e fare lo spot sulle luci "che reputi importanti e logiche", ad esempio una nuvola bianca, compensando preventivamente di +1.7 o 2EV (oppure mentre misuri, rotella o non rotella, tenendo il diaframma di lavoro e accorciando i tempi di scatto). L'ago del galvanometro deve stare a "zero" in quell'istante. Poi ricomponi l'immagine abbassando la macchina e non toccando più alcunché ma ricomprendendo sempre il punto sul quale hai fatto lo spot. E' chiaro che ora l'ago dell'esposimetro ti andrà al polo sud....ma fregatene e scatta (infatti sei in manuale e la macchina non ricompensa più l'esposizione !). Vedrai che l'istogramma è dentro.. o abbastanza dentro. Non guardare tanto l'immagine che vien fuori sul piccolo monitor della bridge quanto l'istogramma. Qualche cosa andrà corretto in post produzione (spesso non correggo nulla, ma la mia reflex ha 12 EV di latitudine di posa e scatto in RAW a 14bit non compressi).
Tutto questo se vuoi avere un discreto risultato "one shot". Questa è la mia pratica...In teoria non dovresti esporre "aprioristicamente" di +1.7 o +2EV (potrebbero essere 3 gli EV di staratura intenzionale) ...ma esporre in spot "sulle alte luci che ti interessa conservare" (nel senso che se hai una zona chiarissima ma poi la tagli dall'inquadratura, quella non la prenderai in considerazione per l'esposizione), scattare, osservare l'istogramma e - alla fine - riscattare compensando di quel tanto che serve. Ma ammetterai che così è un po' macchinoso e spesso non c'è tempo per farlo. Se parti da +2EV secchi (cosa abbastanza logica) al massimo riscatti correggendo di 0.50±. Questa tecnica è per te ancora più importante perché non hai il salvataggio RAW e il JPG è terribile da post produrre ! Certo che sono compromessi, però è un ottimo compromesso...Se avessimo sensori con latitudine di posa infinita sarebbe meglio....Per gli esposimetri c'è poco da fare: ti misurano quello che punti e non sanno dove vuoi andare a parare. Si tratta di fare qualche esperimento dal balcone di casa..tanto per impratichirsi un po'; alla fine lo farai in 4 secondi netti.
Auguri.
Filippo