QUOTE(DAP @ Aug 18 2013, 12:29 PM)

comprendo "la formula" di Maurizio ma non la condivido in questa circostanza dove ,credo e a me è successo a prima vista,la forza dell'immagine si leva soprattutto su una latente illusione visiva che non facilmente lascia interpretare il reale "soggetto"....a me prima sono sembrate gocce,poi il particolare di uno strumento meccanico( a me eh!!!)...........se fosse stato presente il "Granello di sabbia",sarebbe stao l'ennesimo(spesso valido certamente!) esempio della foto del modulo ripetuto e "rotto" magari nella solita zona due terzi..............per me una interessante esecuzione questa,se poi la mia interpretazione risponde a quella di Paolo.....non so!!
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Bene, bravo DAP ma sarebbe allora utile aprire un'altra porticina in questo poliedrico mondo che è la fotografia.
Sposto però il punto sul fotografo. Se il fotografo mi pone innanzi una immagine che è ben dentro un modello stilistico, io osservatore son portato a valutare rifacendomi a quel modello. Se il fotografo invece vuol dir altro allora deve utilizzare un sistema che mi aiuti ad aprire ad altre interpretazioni.
Prediamo per buono che questa sia una foto già efficace, cioè che non sia passabile ne di dubbio interpretativo ne di logica. Se ora postassi una foto di una pagina a quadretti bianca o di un nudo muro di mattoni o dell'intreccio delle foglie di una siepe o di una trama di un tappeto o di un tessuto avrei comunque un pattern simile, che per forza di cosa deve e sottolineo deve andare bene, deve essere comunque riferibile ad un senso di "vuoto" proprio perchè siamo in grado di astrarlo e dargli un sentimento.
Però non si fa il conto con l'interpretazione. Questa foto potrebbe si rappresentare un vuoto ma anche un concetto di "omologazione" perchè no?
Ecco proprio per questo il fotografo deve metterci del suo e non basta, credo, una certa forma stilistica a rendere buona una foto che pecca dal punto di vista del messaggio.
Il fotografo cioè deve mettere in condizione l'osservatore, introducendo elementi carpibili, di osservare secondo la visione del fotografo. Se questa foto era "vuoto" è perfetta, ma non mi si dia occasione, tramite una carenza del fotografo, di interpretarla male.
A mio avviso potrebbe essere utile in questo caso, non fermarsi ad un fotogramma, sarebbe stato utile ad esempio mettere questa foto, poi mettere anche quella del foglio a quadretti (tanto per fare esempi simili intendiamoci), poi anche quella del nudo muro, poi anche quella del tessuto ecc ecc, in modo tale che all'osservatore venga il dubbio di trovarsi davanti a qualcosa di "nuovo" o "insolito" e possa ricercare dentro di se questo "nuovo" od "insolito modo di vedere o di sentire.
Il fotografo cioè deve essere in grado di ampliare il suo messaggio tramite un corpus di opere o un testo scritto o qualsiasi altra cosa che porti l'osservatore sulla sua visione. Poi se nonostante ciò l'ossevatore non capisce ecco che in fallo v'è il fruitore dell'opera e non il creatore.
Insomma chiediamoci una cosa: si è in grado di uscire da certi schemi rappresentativi semplicemente con "l'intenzione" come in questo caso o serve che il fotografo si spenda maggiormente dentro la sua intenzione?
Ps. un altro cenno sul punto di rottura. Non per forza deve essere una qualcosa posto sui 2/3, può essere anche qualcosa che sfora i margini o li sconquassa. Pensa solo ad un microfono che spunta da un margine o ad una bandiera che perfora un bordo rendendolo labile e "permeabile", un immagine quindi che non rimane chiusa nei propri confini. Non credi che renda più l'idea del vuoto? E per forza di cose, per rendere il vuoto, è necessario togliere tutto lasciando solo ciò che nel 99,99% dei casi lo bolleremo come uno "sfondo"? Quall'è la chiave per dire questo è uno sfondo e questo no? Spero non sia solo "l'intenzione" dell'artista perchè altrimenti cominceremmo veramente a muoverci al buio, in balia delle intenzioni che mutano a seconda dell'umore della situazione o di ciò che fa comodo in quel momento.
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Con tutto ciò non voglio polemicare sulla bella foto dell'Anchini, non lo merita ne lui ne la sua foto, siamo virtualmente davanti ad una bella birra. Discutiamone perchè per me questa è la vera verve che anima il dibattito fotografico ma soprattutto abbiamo toccato argomenti che non devono rimanere abbozzati. (o almeno a me pare...).
Ciao burdèl!!!!