QUOTE(Massimiliano C. Scordino @ Aug 30 2009, 09:14 PM)


a tutti voi ....i consigli di Enrico sono per me preziosi per migliorare .....
Bruno non era il tramonto ma l'alba anche se sono convinto che questa location sia molto piu' bella al tramonto ...
Un garzie a tutti ancora per il passaggio ...
ciao Massy
Si, me ne sono accorto seguendo le altre immagini del gruppetto di zingheracci che avete postato sul forum.
Effettivamente da quella location si possono fare dei discreti tramonti, non per niente è stato definito l'incanto di bocca d'arno.
Allego due righe di un poeta:
BOCCA D'ARNO
Bocca di donna mai mi fu di tanta
soavità nell'amorosa via
(se non la tua, se non la tua, presente)
come la bocca pallida e silente
del fiumicel che nasce in Falterona.
Qual donna s'abbandona
(se non tu, se non tu) sì dolcemente
come questa placata correntía?
Ella non canta,
e pur fluisce quasi melodia
all'amarezza.
Qual sia la sua bellezza
io non so dire,
come colui che ode
suoni dormendo e virtudi ignote
entran nel suo dormire.
Le saltano all'incontro i verdi flutti,
schiumanti di baldanza,
con la grazia dei giovini animali.
In catena di putti
non mise tanta gioia Donatello,
fervendo il marmo sotto lo scalpello,
quando ornava le bianche cattedrali.
Sotto ghirlande di fiori e di frutti
svolgeasi intorno ai pergami la danza
infantile, ma non sì fiera danza
come quest'una.
V'è creatura alcuna
che in tanta grazia
viva ed in sì perfetta
gioia, se non quella lodoletta
che in aere si spazia?
Forse l'anima mia, quando profonda
sè nel suo canto e vede la sua gloria;
forse l'anima tua, quando profonda
sè nell'amore e perde la memoria
degli inganni fugaci in che s'illuse
ed anela con me l'alta vittoria.
Forse conosceremo noi la piena
felicità dell'onda
libera e delle forti ali dischiuse
e dell'inno selvaggio che si frena.
Adora e attendi!
Adora, adora, e attendi!
Vedi? I tuoi piedi
nudi lascian vestigi
di luce, ed à tuoi occhi prodigi
sorgon dall'acque. Vedi?
Grandi calici sorgono dall'acque,
di non so qual leggiere oro intessuti.
Le nubi i monti i boschi i lidi l'acque
trasparire per le corolle immani
vedi, lontani e vani
come in sogno paesi sconosciuti.
Farfelle d'oro come le tue mani
volando a coppia scoprono su l'acque
con meraviglia i fiori grandi e strani,
mentre tu fiuti
l'odor salino.
Fa un suo gioco divino
l'Ora solare,
mutevole e gioconda
come la gola d'una colomba
alzata per cantare.
Sono le reti pensili. Talune
pendon come bilance dalle antenne
cui sostengono i ponti alti e protesi
ove l'uom veglia a volgere la fune;
altre pendono a prua dei palischermi
trascorrendo il perenne
specchio che le rifrange; e quando il sole
batte a poppa i navigli, stando fermi
i remi, un gran fulgor le trasfigura:
grandi calici sorgono dall'acque,
gigli di foco.
Fa un suo divino gioco
la giovine Ora
che è breve come il canto
della colomba. Godi l'incanto,
anima nostra, e adora!
(Gabriele D'Annunzio, Marina di Pisa, 6 luglio 1899)
Chissà se dopo il costruendo porto rimarrà l'incanto.