QUOTE(sergiopivetta @ Aug 28 2006, 09:37 AM)

Hai toccato un interessante argomento che, quanto le condizioni me lo permettono, rende intrigante e divertente il mio lavoro.
Con il ritratto, quando il soggetto può essere "letto" da più angolazioni, mi è possibile raccontare la persona ritratta in più modi, anche diametralmente opposti fra di loro.
Qualche fortunata volta, invece, si riesce a svelare lati molto ben nascosti, a tutti, dal soggetto.
"...ma tu, come fai a sapere queste cose di me?"
è stata una domanda che mi sono sentito fare.
sergio
Sergio, ora sei tu che tocchi un argomento interessante.
Molto, troppo spesso, viene completamente trascurato
l'aspetto psicologico del ritratto. Non intendo dire
"la foto la faccio per me o per lui/lei?" "deve piacere al fotografo o al modello?" Ma piuttosto COME può fare il fotografo ad entrare in sintonia con la persona che si trova davanti, sintonia che ritengo necessaria per riuscire ad ottenere qualcosa "di più" e di più "intimo" del glamour.
Il ritratto è un genere fotografico ben preciso e credo che esistano alcune "regole generali" per poter ottenere alcuni risultati, regole che si basano sulle relazioni interpersonali.
Faccio un piccolo esempio:
la naturalezza.
Tutti hanno gesti istintivi che li caratterizzano. Il bravo fotografo sa cogliere questi gesti, ma nel momento in cui dovesse chiedere al modello di mettersi "volontariamente" in quella posizione o di rifare il tal gesto, la naturalezza di quest'ultimo molto probabilmente andrebbe persa.
Altro esempio: qual'è "l'area protetta" in cui il modello si sente al sicuro e che quindi il fotografo deve rispettare? Il fotografo si può avvicinare oltre un tot? Può toccare, sistemare, aggiustare il modello? O è meglio che gli dia solamente istruzioni o consigli, in modo che lo faccia da solo e si senta più a suo agio?
Ovviamente non sto parlando di modelli/e professionisti, ma di chi non è avvezzo a stare davanti ad un obiettivo.
Una cosa che ho notato personalmente, le pochissime volte che ho provato a ritrarre qualcuno, è che il vedermi scattare, scattare, scattare mette tranquillità, mentre vedermi pensierosa (magari perchè sto studiando luce, angolazione o altro) crea una sorta di tensione...
Sarebbe bello che tu potessi illuminarci su questi aspetti del Ritratto. Vuoi?
grazie
Eli