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Giacomo Sardi
Poche parole d'introduzione, non sono bravo a scrivere e visto l'argomento delicato preferisco lasciare spazio alle fotografie.
Questo che vi presento è un progetto al quale sto lavorando da diversi mesi.
Ho cominciato ad esplorare luoghi abbandonati alcuni anni fa, ma solo da qualche mese ne ho scoperto uno molto particolare a due passi da casa mia.
Nella mia città c'è un ex manicomio , una costruzione situata su una lussureggiante collina subito fuori dal centro urbano.
Da anni questa struttura si sta letteralmente sgretolando sotto al peso dell'indifferenza e dell'abbandono, forse per via del ricordo e dell'argomento che la riguarda, forse troppo scomodo.
Ho avuto modo di visitarlo diverse volte, da solo ed in compagnia di amici ed ogni volta questo luogo mi ha suscitato emozioni forti e contrastanti.
Sul pavimento, nei corridoi, ho fotografato materiale di ogni genere, radiografie, ecografie elettroencefalogrammi, cartelle cliniche di pazienti deceduti oramai da tempo, un sacco di materiale che andava salvaguardato , archiviato, che poteva essere utilizzato per uno studio più approfondito di quelli che sono stati gli errori e gli orrori di alcuni di questi luoghi e dei quali siamo venuti a conoscenza dopo anni.
Dopo la chiusura seguita all'applicazione della legge Basaglia, il luogo divenne per qualche tempo una casa famiglia.. altre storie tristi , altre creauture sfortunate tornarono a popolare quei corridoi.
Nei magazzini tracce di amianto per i contenitori dell'acqua, la vernice sui muri che si accartoccia come una crosta fa da contorno ai messaggi scritti sulle pareti in un italiano stentato, confuso ma allo stesso tempo chiaro: è un grido di dolore e di paura... la paura di rimanere solo al buio, la paura di essere portato via dalla propria famiglia, la paura di essere rinchiuso.

"..al lume c'è sicuro.... che mi ritrovi a casa mia e che non rimanga rinserrato....e che non mi portino via...e che sappia e non mi succede mai più... e che mi ritrovi bene...e che non patisca e che non moia e che abbia salute..."

(una scritta su uno dei muri dell'istituto,ultima foto)


" Dal momento in cui oltrepassa il muro dell'internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale ([...]); viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione. Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento. L'assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l'essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l'aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che – proprio in quanto tali – non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno: questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell'asilo »

(Franco Basaglia, 1964, tratto da Wikipedia)


http://utenti.consiagnet.it/sardigiacomo/foto/mental/
G.L.C.
molto belle e molto tristi queste immagini, commentarle non è facile.

tra tutte quella che mi ha più colpito è stata quella con la bambola senza testa adagiata sul lettino come se fosse un paziente, mi è sembrata una perfetta metafora dell'annullamento dell'individualità del malato di cui parlava Basaglia nel testo che hai riportato.
anche la grafica sfocata del testo, quella foto centrale con la scritta eternit rossa e nera che richiama i colori della pagina, mi sono piaciuti molto.
credo che con un programma migliore si potrebbe fare ancora meglio, mi pare che la fantasia e il materiale non ti manchino smile.gif


p.s. il programma che hai usato per far vedere le foto non mi piace molto, dopo un po' fa girare la testa e penalizza la visione delle foto.
meialex1
Giacomo....

quando ho aperto il link mi è ritornato in mente un lavoro che aveva fatto "Urania" (se non erro)...

Trovare parole di fronte a simili scenari mi è impossibile........ Ne sono rimasto troppo colpito.... Certo che di cavolate l'uomo ne ha fatte !! e rinchiudere persone in posti simili pensando di fare del bene....... bah!!!

Mi piace molto come hai presentato il LIFE con quella musica "Lucubre" in sottofondo..... e.......


Ciao

Negativodigitale
Grande Giacomo.
Un tema difficile trattato con delicatezza e passione.
Le foto sono parte della storia, pesanti e scomode. Bellissime.

Grazie di questo regalo.
rolleyes.gif

Paolo
mircob
Pollice.gif Fa riflettere su tutte le persone che hanno incontrato delle difficoltà nella loro vita e non sono stati
accolti, capiti, ascoltati con dignità.Uno dei tanti capitoli tristi dell'uomo.
Bravo, ciao.
jo
Tristemente e malinconicamente di attualita', un lavoro fatto col cuore ancora prima che con la fotocamera.
stefano.petitti
Molto bello, delicato ma al tempo stesso forte un life di memoria storica. Bravissimo.

Ciao
Stefano
wombat
foto molto belle, non altrettanto il sito, la musica a tono, ma forse un po' troppo lugubre. Complimenti comunque.
Manuela Innocenti
Immagini splendide che ben raccontano questo luogo che un po' conosco e un po' fa parte della mia vita.
Emozionante.
Grazie Giacomo!
ANTENORE
Tralasciando l'aspetto emotivo ti posso dire che secondo me sono foto di altissimo livello. B/N ed elaborazioni davvero superbe. guru.gif

Varrebbe una pubblicazione.

Saluti, Matteo
pesco
Un life che lascia il segno.
ash
molto belle, complimenti!
ottimi b/n in tutto il sito, complimenti di nuovo!


laugh.gif
andrea
Nicola Verardo
molto ben fatto, che colpisce ... complimenti.
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