Quando siamo piccoli, pensiamo alla nostra vita come ad un libro bianco tutto da scrivere, nel quale abbiamo pieni poteri di scrittura.
Ma pian piano, mentre gli anni volano, ci rendiamo conto che la nostra vita non è fatta solo di futuro, ma anche di passato ( e forse in maniera piu' prepotente).
E' il passato che ci forma, che ci insegna, che ci spinge a seguire una strada piuttosto che un altra. E' il passato che lascia in noi segni indelebili con i quali costruiamo la nostra personalità, costruiamo o cambiamo, a seconda delle esperienze.
Girovagando per un prato, ho trovato l'entrata secondaria a una parte della stazione ferroviaria.
La parte nascosta agli eurostar pomposi e velocissimi che sfrecciano non fermandosi nella piccola stazione.
Celata da vagoni che giacciono a riposo.

Eppure l'odore acre che traspira è forte e richiama tutta la mia attenzione.
Passo sotto un cancello semichiuso, mi inchino, mi inginocchio ed entro.
Quanti oggetti che parlano da soli.

Travi ammucchiate e arruginite, circondate da ragnatele inabitate.
Vecchi segnali. Vecchi binari.
Impilati.

Inutili, ormai. Eppure giaciono con la loro dignità del passato. Di essere stati i precursori di quei mezzi che oggi ci portano tanto lontano in cosi poco tempo.
Quando una giornata non bastava per percorrere certe distanze, quando il treno era l'unico mezzo per i piu' di raggiungere cari lontani.
Quando erano scomodi, e mal odoranti.
E ora dormono. Il silenzio.

E mi piace camminare sui binari morti. Una certa adrenalina mi percorre, pensando che hanno visto passare tanti treni. Pensando che potevo essere su un binario 'vivo' e che un treno poteva passare ancora. Sotto la luce del sole al tramonto, brillano ancora.

Tocco, il ferro arruginito e posso sentire, chiudendo gli occhi, con l'immaginazione, quante vite sono passate di li.
E quei treni, quella stazione dietro la stazione, mi ha fatto pensare all'abbandono della vecchiaia.
All'abbandono di coloro che possono sentirsi solo un peso, un inutilità, e che invece, nella loro essenza di essere umani, siano importanti per il semplice fatto di esistere, di essere.

Le cose vecchie ci sembrano inutili, eppure, possono ricordarci da dove veniamo, da quello che abbiamo vissuto, da quello che è il nostro bagaglio spirituale e di esperienza e da quanto esse possano aver fatto parte delle nostre vite. Non trascuriamole, e riserviamogli, anzi, un posto speciale.
Dedicato a tutti coloro, che passando per la mia vita, mi hanno lasciato un segno.

Scatti realizzati con analogica F80 ( un grazie a Davidegraphicart per il materiale)