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Willer
A novembre, di ritorno dal Messico, ho fatto scalo in Belgio.
Avevo sentito parlare della miniera di Marcinelle, e non ho resistito alla tentazione di recarmici in pellegrinaggio per dire una preghiera sulla tomba dei nostri connazionali.
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Appena arrivato ho capito di dover lasciare in macchina il mio ingombrante corredo fotografico fatto di teleobiettivi e motori aggiuntivi in favore della più piccola e discreta coolpix, più adatta alla strana atmosfera e quiete del posto.
E' stata un'esperienza unica..., l'aria era tersa e pungente e contrastava con quella calda ed umida dei tropici cui mi ero abituato.
L'idea di un posto affollatissimo e rumoroso, come doveva essere cinquantanni fa, rendeva ancora più inquietante il silenzio assoluto che vi regnava.

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Un pò intimorito, entro in quello che una volta era uno spogliatoio.
Le tute da lavoro sono ancora là, pronte da indossare, e sono sporche di carbone.
Sono nel museo di Marcinelle e negli ambienti, meticolosamente ristrutturati, si respira ancora il profumo di un'antica operosità,

IPB Immagine

Fotografie, testi, oggetti e macchinari riempiono le stanze ma ti lasciano addosso all'uscita un senso di vuoto e inutilità.

La vita non freme più in questo luogo.

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Gli ascensori che scendevano nel sottosuolo.

La speranza di rivedere il sole, di ritrovare gli affetti, di ricominciare a respirare, legata ad un filo.
Oggi l'impianto sembra così incredibilmente efficiente e sicuro, eppure è fermo dal giorno della tragedia.

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Bunker come case per i nostri connazionali... inviati qui con la promessa di una vita migliore e costretti a subire il triste destino degli emigranti.: sfruttamento, condizioni di vita estreme e sofferenza per una vita senza prospettive

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La campana non suona più e il suo silenzio è, oggi, ancora più assordante.

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Un dedalo di gallerie si estende ancora sotto le case di Marcinelle e tutto intorno ancora e solo colline di carbone.

Per chi come me non ha vissuto gli anni della sofferenza, della miseria, della fuga per un'esistenza migliore è un impatto forte con una realtà sconosciuta.

Penso a chi oggi vive quella realtà nel portone affianco al nostro e al senso della loro non inutile vita.
meialex1
Gazie per questa testimonianza !!
Manuela Innocenti
Molto toccante Willer il tuo racconto su questo luogo e il suo passato.
Anche le immagini danno una sensazione di triste angosciante silenzio.
Grazie.
Willer
Grazie per le belle parole
_Annalisa_
Sono riuscita a sentire la tua emozione. Bravo.
_Mauro_
Belle foto, ottima descrizione, argomento che DEVE colpire emotivamente noi italiani, popolo di emigranti alle prese, adesso, con flussi migratori diretti verso le nostre regioni.

Per la cronaca, nell'agosto del 1956 in un incendio verificatosi in una miniera di carbone belga a Marcinelle (presso Charleroi), perdono la vita 262 persone (praticamente, quasi tutti i minatori presenti in quel momento - su 274 minatori, si salvano solo in dodici). Ben 136 sono italiani. I più numerosi, insieme a 95 belgi. Al processo che ne seguì, i dirigenti della miniera furono tutti assolti, e come capro espiatorio fu scelto il conduttore del carrello che, uscendo dalle guide e colpendo un fascio di cavi elettrici, innescò l'incendio. Inutile dire che anche il conduttore del carrello era italiano, e anch'egli perì nell'incendio.

Ma la cosa che deve costernare maggiormente è che, a parte i 136 morti di Marcinelle, tra il 1946 e il 1963 nelle miniere belghe persero la vita, in vari incidenti, quasi novecento minatori italiani. Minatori che lavoravano in condizioni quasi disumane, alloggiati in baracche squallide e cadenti, isolati dai centri abitati come appestati o criminali.
La presenza italiana in Belgio era frutto di un accordo tra il governo italiano e quello Belga, che a partire dal 1946 applicò prezzi relativamente bassi al carbone acquistato dal nostro paese e di cui avevamo vitale bisogno, in cambio di migliaia di operai disposti a lavorare come schiavi nelle miniere di carbone.

Fu proprio in seguito all'incidente di Marcinelle che il governo italiano, si era quasi agli inizi degli anni Sessanta, fece marcia indietro sull'ufficialità dell'invio di manovalanza italiana in Belgio, e irrigidì i requisiti sulle norme di sicurezza.

Dei 136 morti italiani a Marcinelle, il più giovane aveva 14 anni, il più anziano 53.

Oggi la miniera è stata trasformata in un museo dedicato alla sciagura. Nel 2006 l'89° giro d'Italia partì proprio da Marcinelle per commemorare i 50 anni e per onorare i caduti e i numerosi lavoratori italiani che ancora vivono nella zona.

Mi sentivo di dare qualche informazione, a completamento delle belle e impressionanti immagini che ci sono state qui proposte.

ciao

Mauro
Willer
Grazie Annalisa, grazie Mauro anche per il necessario approfondimento.
E' stato per me un bel momento, anche perchè non programmato durante uno scalo aereo.
Willer
steog
belle le foto e il racconto!
Sicuramente una giornata grigia e una luce migliore, e magari qualche conversione bn ti avrebbero aiutato a rendere ancora meglio l'idea!
saluti e ci risentiamo in mp!
giodic
QUOTE(_Mauro_ @ Apr 16 2007, 01:34 AM) *


Mi sentivo di dare qualche informazione, a completamento delle belle e impressionanti immagini che ci sono state qui proposte.

ciao

Mauro


Infatti, la cosa più impressionante, a parte la tragedia in se stessa, è lo scambio carbone-minatori, esseri umani in cambio di energia, quasi una moderna forma di schiavismo .......
Un'ulteriore precisazione: degli italiani morti la maggioranza erano abruzzesi e di questi quasi tutti provenivano dallo stesso paese (Manoppello in provincia di Pescara), una tragedia nella tragedia.
Comunque complimenti all'autore del life, un lavoro toccante.
Grazie.
Bruno L
QUOTE(giodic @ Apr 16 2007, 10:48 PM) *

..complimenti all'autore del life, un lavoro toccante.

...Mi accodo, anche da parte complimenti e un Grazie per la preziosa testimonianza.

saluti
Bruno
Willer
Grazie, ho postato il life senza pensarci troppo su. La qualità tecnica delle foto non è eccezionale, ma non ho ritenuto di lavorare troppo in PS. Volevo solo raccontare una storia.
max16vj
Sono stato a Chaleroi a trovare i nostri "parenti" nel 1994 alla fotografia non ci pensavo allora avevo 14 anni ma ricordo tutto di quei 3 giorni passati nelle case date alle famiglie dei minatori - ricordo strade lunghissime con ai fianchi le stesse case appiccicate l'una all'altra per chilometri - purtroppo non siamo andati al museo ma il racconto di quegli anni mi è rimasto in mente grazie alla nostra pro-pro zia che ci ha raccontato come si viveva...e come si vive...

grazie del tuo bellissimo racconto le immagini parlano e le tue parole toccano il cuore e l'animo fino in fondo.

max16vj
cratty
Grazie per la testimonianza.
Gli impianti per nuovi che possono essere sono sempre trappole pronte a scattare.
Un saluto a te ed un pensiero per coloro che...
sergiobutta
Un bel ricordo, una testimonianza inviata proprio in un periodo in cui anche in Italia, finalmente, si pensa di affrontare seriamente il problema sulla sicurezza sul lavoro. E' vero, sono passati 50 anni, ma bisogna tenere alta la guardia. Ci sono state troppe Marcinelle mel mondo industriale. E ne dovevamo fare a meno.
Willer
QUOTE(sergiobutta @ Apr 24 2007, 12:53 PM) *

Un bel ricordo, una testimonianza inviata proprio in un periodo in cui anche in Italia, finalmente, si pensa di affrontare seriamente il problema sulla sicurezza sul lavoro. E' vero, sono passati 50 anni, ma bisogna tenere alta la guardia. Ci sono state troppe Marcinelle mel mondo industriale. E ne dovevamo fare a meno.

Grazie, mi fa piacere ascoltare i vostri complimenti incentrati più sulla questione sicurezza e memoria di una grande ferita per il nostro paese che sulla qualità delle foto. Speravo che accadesse.
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