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Caps.
Il 25 dicembre 2004 parto da Milano in direzione Male, l’aeroporto delle Isole Maldive. Verso le 07.00 scatto dall’aereo la foto dell’alba.
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Alle 07.30 atterriamo. Solita prassi di ritiro bagagli, controllo passaporti e verso le 08.30 ci prende in carico il ns tour operator per portarci a destinazione e ci mette ad attendere sul pontile in attesa della ns barca.

Dopo le 09.00 l’acqua inizia a salire lentamente, come quando si riempie una vasca. Tutti noi non capiamo cosa stia accadendo ed interpretiamo il fatto come una consuetudine ed iniziamo a lamentarci con quel poveretto dello Staff dicendogli che visto che loro sanno che accadono queste cose potevano almeno portarci al riparo.
L’acqua sale costantemente ma per ns fortuna lentamente e iniziamo ad arrampicarci sui muretti di sponda con le valige.
La mia Nikon è in valigia e non penso neanche di tirarla fuori (purtroppo) visto il trambusto generale: un ragazzo handicappato si trova in ammollo nell’acqua salata, che distruggerà i componenti elettrici della sua performante carrozzella.
Ancora nessuno avverte la gravità del problema.
In tutto l’aeroporto l’acqua è salita di 30/50 cm, le auto e i camion si muovono nell’acqua per fortuna bassa ma, incredibilmente, nessuno si allarma o pensa ad un evento straordinario.
Dopo circa 20 minuti l’acqua inizia a scendere e nel porto addirittura il livello dell’acqua scende di tanto, dai 3 ai 5 metri.
Io inizio ad innervosirmi con lo Staff imponendogli di metterci su una barca perché se l’acqua è scesa di tanto poi potrebbe risalire di altrettanto. Ma nessuno si preoccupava se non del ritardo del motoscafo…..
Per ns immensa fortuna il fenomeno andò a stabilizzarsi.
Arriva il motoscafo e ci carica per portarci all’isola: durante il tragitto il guidatore deve continuamente effettuare degli slalom per evitare una marea di detriti come, letti, armadi, sedie, suppellettili, ecc
Noi, nella ns incoscienza dell’accaduto pensavamo a un mare “sporco” e siamo increduli che le tanto decantate Maldive potessero essere così inquinate…..


Arrivati a destinazione iniziamo a capire cosa fosse veramente successo primo perché il capo del villaggio ci informa, secondo perché vediamo coi ns occhi i danni provocati dallo Tsunami al villaggio.
Veniamo “accampati” alla meglio e ci avvertono che saremmo stati reimpatriati subito il giorno seguente.

E’ il momento di tirare fuori la mia Nikon Coolpix 8800 acquistata da pochi giorni e fotografare i danni più visibili, in particolare i Bungalow overwater distrutti.

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maurizioricceri
non ci sono parole per una disgrazia di quelle dimensioni. solo...POVERA GENTE
Caps.
(Per favore, lasciatemi finire di postare.... grazie)

Qualcuno cerca di recuperare le proprie cose
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Una parte dei Bungalow ha resistito mentre all'altra non è rimasto neppure il pontile
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...continua...


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Le spiagge non più immacolate, presentavano diffusi residui di corallo bianco e l’acqua aveva perso la sua proverbiale limpidezza.
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Anche una barca ne subisce le conseguenze
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Alcuni oggetti o "pezzi"
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Piccolissimi superstiti
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Iniziano subito le "pulizie"...
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Il giorno seguente la protezione civile organizza il ns rientro in Italia: totale 26 ore in aereo e 24 alle Maldive.

Nell’accaduto, siamo stati immensamente fortunati.

A 2 anni esatti dal tragico evento posto la mia piccola testimonianza a ricordo dei meno fortunati.
fine
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