Vuoto.
Inutile.
Sono stati mesi difficili, periodi sfortunati li chiamano.
Non c’è stato passo, non c’è stata azione che abbia portato a qualcosa di buono.
Sporadicamente qualche barlume, ma il buio abbraccia tutto.
Difficile riprendersi: conosci alla perfezione cosa ti servirebbe per farcela, ma nessuno vuole o può aiutarti. Ogni giorno è lo stesso, ripetitivo, monotono, uguale.
Quando si apre una nuova porta, la paura di attraversarla è molta, ma in fondo non c’è nulla da perdere, se non un po’ di tempo.
Inizia questo nuovo lavoro ed i colleghi, sempre molto freddi, ti tagliano fuori: ma ti interessa solo farcela. Cerchi il conforto degli inesperti vicino a te con cui scambiare una parola, con i quali dividere una postazione, anche se, sai bene, alla fine te la soffieranno.
Passano le ore, la macchina lavora, e le persone si sciolgono un po’. Ecco allora un saluto appena accennato, un sorriso. Ma è solo l’inizio.
Seguono i giorni, mutano i comportamenti: scambi di opinioni, ma non solo, scherzi, aneddoti, racconti di viaggi e trasferte. C’è anche chi, vedendoti inesperto, ti cede il proprio posto. Tutto è pronto, la sala è buia, il pubblico siede, la sfilata comincia. Alcuni parlano e continuano a scherzare, altri preferiscono chiudersi nel silenzio e ragionare.
Le modelle sfilano in fretta, ognuno scatta secondo le proprie necessità. Dura poco… pochissimo.. in pochi minuti tutto si anima e conclude.
Rimane solo un momento... quando tutto è finito e ti rendi conto degli sforzi fatti per essere lì. Sei il centro dell'attenzione e, allo stesso tempo, sembri non esserci..
Poi si riaccendono le luci... si ricomincia, ma, stavolta, consapevole di avercela fatta!
Dan
