Pochi giorni dopo il mio ingresso nel Corpo ebbi a partire per l'Umbria, poi Sarno, Le alluvioni in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, ed in mezzo tante cose, belle e brutte.
In tutti questi difficili momenti tutti quelli che come noi, con l'uniforme o senza, si sono prodigati sono sempre stati etichettati come Angeli, ma poche volte si è potuto vedere quanto gli Angeli debbano scendere in situazioni da incubo per poter fare ciò che devono.
Questa volta ho deciso di documentare, nelle pause degli scavi, un pomeriggio come tanti in quei drammatici giorni, pochi scatti rubati nei rari momenti in cui si poteva tirare il fiato.
Non ci saranno nomi, luoghi, solo le immagini per raccontare di coloro che hanno lottato e sofferto, uniti nella fatica.
Un omaggio a quanti ci hanno apprezzato, un saluto a quanti ci hanno aiutato, un commosso pensiero rivolto a coloro che abbiamo aiutato.
Siamo partiti per l'Aquila il mattino stesso della notizia ed il primo giorno di lavoro ci fu assegnato il recupero di una famiglia, sepolta sotto le macerie della propria casa.

Dopo pochi istanti i colleghi cui dovevamo dare il cambio, estraggono un corpo.

Il loro lavoro è finito, i volti provati e le uniformi testimoniano che non è stato facile.


Tocca a noi, una parte della squadra esamina la situazione, il lavoro fatto dai colleghi e ci si prepara a compiere il recupero.

Intanto che i preparativi fervono, basta guardarsi intorno per scorgere i resti di una passata normalità.


Inizia il lavoro, scavare con le mani al momento è l'unico modo per cercare di liberare la salma.

La polvere inizia la sua aggressione, si indossano le maschere protettive.

Poco dopo la situazione sopra i Vigili che stanno scavando come talpe diventa instabile, con l'ausilio
di una grossa autogru si cerca di mettere in sicurezza l'area.


Quello che si poteva fare si è fatto, resta solo da sperare che una catena sia sufficiente ad evitare il crollo dei resti dei solai su coloro impegnati nelle operazioni di scavo.
Le mani sono nuovamente lo strumento dedicato a liberare la salma dalla sua prigione di macerie.

Ogni tanto il ferro ostacola le operazioni ed il buco dove siamo costretti a lavorare si illumina di scintille arancioni.

I responsabili delle varie squadre unite nello sforzo osservano il progredire del recupero e ci guardano le spalle.

Appena si volge lo sguardo altrove si scorgono immagini surreali,

Personale stanco che si concede qualche istante di pausa,

Uniformi sporche e sguardi provati.

Altre salme vengono recuperate nei pressi, il bilancio aumenta.

Le ore passano e la luce rossa del tramonto tinge le macerie,

La situazione si è rivelata molto più complessa del previsto, i poveri resti sono intrappolati in mezzo a due travi in cemento armato, lo scavo è diventato sempre più profondo, i rischi aumentano, ormai si lavora con un collega pronto a tirarci fuori al volo al minimo movimento del mucchio di macerie sopra di noi.
Si impone una pausa ed una riflessione sul da farsi.

Arriva il buio, con rinnovato slancio riprendono gli scavi

E' tarda notte, il "lavoro" è terminato.

E' stata un lungo pomeriggio, simile a tanti altri in quei giorni.
Qualora desideriate visionare la sequenza completa la potete trovare al sequente indirizzo:
http://lnx.luceformecolori.it/gallery/main...g2_itemId=23870
Grazie.